Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa interviene sul
problema legato alle modifiche da introdurre al decreto Bersani in
materia di tassazione immobili precisando, durante una audizione
parlamentare della settimana scorsa che «La prossima settimana ci
sarà l'intervento di correzione».
Viene rafforzato così quanto annunciato martedì dal viceministro,
Vincenzo Visco. che, sempre la settimana passata, aveva diffuso un
comunicato in cui era precisato che "Il governo ha concluso il
processo di acquisizione di informazioni e notizie in relazione al
decreto Bersani-Visco. In base alle nuove informazioni raccolte si
è deciso di apportare alcune modifiche su alcuni aspetti del
provvedimento, in particolare nel settore immobiliare".
Il Ministro Padoa-Schioppa, ha aggiunto che "ciò avrà un effetto di
revisione sulla quantificazione tecnica" del provvedimento ed ha
affermato che proprio la sottovalutazione degli effetti retroattivi
dell'esenzione Iva "rende più agevole una correzione, che sarà
annunciata in tempi e modi tali da evitare qualunque interferenza
sull'andamento dei mercati".
La settimana passata il Viceministro Visco aveva riconosciuto che
il gettito di 480 milioni stimato dal ministero era sbagliato; i
dati diffusi dalle associazioni di categoria ipotizzerebbero invece
un gettito dai 28 ai 30 miliardi.
A questo punto, la decisione di modificare la tassazione sugli
immobili sembra ormai davvero collegiale.
Le modifiche al decreto-legge 223/2006 sembrerebbe che interessino
i due punti maggiormente temuti da imprese e società immobiliari e
precisamente:
la retroattività delle nuove disposizioni che comporterebbe la
rettifica della detrazione Iva su beni acquistati o ultimati in
passato;
la mancanza di differenziazione per l’esenzione Iva tra le diverse
tipologie di fabbricato.
E su quest'ultimo punto potrebbe essere ripristinata la
differenziazione tra immobili strumentali e non strumentali, con la
consequenziale reintroduzione di regimi di tassazione
differenti.
Dovrebbe essere cancellata la retroattività della norma, che
imporrebbe alle imprese la restituzione dei crediti di imposta
accumulati.
Il ministero starebbe valutando la soluzione di un regime
differente a seconda che l'acquirente sia un privato o un soggetto
Iva. Nel primo caso la compravendita sarebbe soggetta a imposta di
registro, con la possibilità per la società venditrice di detrarre
comunque l'Iva originaria. Se invece l'acquirente è soggetto a Iva,
non dovrà essere versata l'imposta di registro.
Il Governo può presentare proposte di modifica sino a domani ed il
provvedimento dovrebbe approdare in Aula il 24 luglio.
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