DALL'INCARICO ALL'APPALTO

26/07/2006

Il 18 luglio il presidente, Alfonso Maria Rossi Brigante, ha presentato a Parlamento, Governo e Capo dello Stato la sua Relazione annuale.
La relazione 2005 dell'Autorità di vigilanza sui contratti di lavori, servizi e forniture presenta un quadro allarmante sulle Procedure d'appalto che diventano sempre più lunghe.
La situazione rispetto al 2004 è peggiorata ed, infatti mentre nel 2004 bastavano in media 773 giorni per arrivare dalla gara di assegnazione del progetto all'aggiudicazione dell'appalto di lavori, nel 2005, in media i giorni necessari sono diventati 847 con un incremento del 9,5%.
Nella relazione viene precisato anche che ben 62 giorni sui 74 totali di aumento sono dovuti alla fase della progettazione.

Potrebbe esserci un nesso tra questo allungamento dei tempi di elaborazione del progetto e la diversa ripartizione del mercato della progettazione ed infatti nel 2005 è diminuita sensibilmente la quota rimasta tutta all'interno della stazione appaltante passata dal 47 al 38,9 per cento.
Il mercato esterno però ne ha beneficiato solo in via diretta ed infatti gli affidamenti a professionisti e società infatti sono scesi anch'essi dal 53% al 43%. Le quote sono finite quindi nella categoria (finora mai censita dall'Authority) della progettazione mista in cui si colloca il 17,8% delle situazioni.

Note dolenti anche quando si passa alla realizzazione dell’opera.
L'Authority ha esaminato oltre 15.387 casi: lo scostamento dei costi rispetto a quelli previsti dal contratto è risultato del 6,2%; la differenza tra la data effettiva di fine dei lavori e quella contrattualmente prevista è stata invece di ben il 61,8 per cento.
Nella netta maggioranza dei casi (il 64%), spiega la relazione, i tempi di esecuzione si allungano di oltre il 20%. "Ciò evidenzia che le stazioni appaltanti prestano maggior attenzione al rispetto dei parametri di efficienza finanziaria, piuttosto che al rispetto dei tempi di esecuzione".

Per il presidente, Alfonso Maria Rossi Brigante, i ritardi sono dovuti "all'assenza di proporzione tra la programmazione dei progetti e le risorse effettivamente disponibili, ma anche al fatto che le imprese vincono le gare puntando sui maggiori ribassi e poi «cercano di recuperare in fase di esecuzione".

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