Il Consiglio dei Ministri del 31 agosto ha approvato lo
schema
del decreto legislativo con il quale si avvia il
processo di
modifica del recente
Codice dell’ambiente (D.lgs. n.
152/2006) e nello stesso tempo si definiscono alcuni provvedimenti
di immediata applicazione quali:
- la proroga delle Autorità di bacino oltre il 30
settembre prossimo e sino all’approvazione del nuovo decreto
legislativo;
- la soppressione dell’Autorità di vigilanza su acque e
rifiuti;
- l’allungamento dei tempi per l’adeguamento dello statuto del
CONAI.
In particolare lo schema del decreto legislativo riveste una
notevole importanza per la gestione dei rifiuti e le
bonifiche poiché contiene l’impegno ad intervenire attraverso
un successivo provvedimento correttivo delle singole
disposizioni.
Lo schema del decreto tiene conto, attuando però un processo di
mediazione, delle posizioni espresse dalle Commissioni ambiente
della Camera dei Deputati e del Senato nonché delle Regioni.
Nei prossimi giorni sarà avviato il vero e proprio processo di
revisione del Codice che dovrebbe coinvolgere anche le associazioni
di categoria dei settori interessati. Nel merito delle norme che
saranno oggetto di esame e di eventuale modifica si evidenzia che
sia da parte delle Regioni, che della Commissione ambiente del
Senato è stata richiamata l’attenzione sulla gestione delle rocce e
terre da scavo provenienti dall’attività edile le cui regole
attualmente in vigore non sarebbero conformi alle indicazioni della
Comunità Europea.
In ogni caso è opportuno ricordare che,
sino a quando non sarà
emanato un provvedimento di espressa modifica, la gestione delle
rocce e terre da scavo è sottoposta alle disposizioni contenute
nell’articolo 186 del Codice dell’ambiente che descrivono un
percorso tecnico-amministrativo ben delineato che prevede, tra
l’altro, il parere/intervento dell’ARPA garantendo così un’ampia
tutela dell’ambiente.
Il ministro dell'Ambiente,
Alfonso Pecoraro Scanio,
partecipando alla riunione straordinaria del Consiglio Federale,
l'organo che riunisce periodicamente l'Apat (Agenzia per la
protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici) e le Agenzie
ambientali regionali e delle province autonome (Arpa/Appa),
ha
ribadito che anche Apat e Arpa parteciperanno attivamente alla
redazione del nuovo Codice dell'Ambiente.
"
L'Apat va rivitalizzata e rilanciata nel suo ruolo
autorevole - ha detto il ministro -
e tutto il sistema delle
agenzie è fortemente chiamato a fornire indicazioni su vicende come
la revisione della legge delega".
Il ministro, riferisce una nota dell'Apat, ha voluto sottolineare
con la sua presenza l'importanza di un rapporto di cooperazione fra
Stato e Regioni e ha affermato che "
chi opera nel settore dei
controlli ambientali ha il dovere di fornire indicazioni affinché
le leggi non siano astratte, ma abbiano una vera applicabilità
normativa”.
"Per il ministro - riferisce l'Apat - è prioritario semplificare le
fasi burocratiche della normativa. A tale scopo le agenzie devono
avere una sempre maggiore capacità di controllo sull'ambiente, che
ponga le condizioni anche di revocare le autorizzazioni e applicare
le sanzioni laddove le misure non siano rispettate". Pecoraro
Scanio, nel corso della riunione ha dettato le tappe del lavoro di
revisione della legge delega: a settembre si rivedranno rifiuti,
bonifiche e acque, come era stato segnalato dalle Regioni e dalla
Conferenza Stato-Regioni. Poi si passerà alla Via (Valutazione di
impatto ambientale) e alla Vas (Valutazione ambientale
strategica).
"In Italia manca una cultura della programmazione e il senso della
progettualità - ha detto Pecoraro Scanio - Si viaggia ancora troppo
sull'improvvisazione, come ha dimostrato il dibattito sui
rigassificatori".
A conclusione del suo intervento, il ministro
Pecoraro
Scanio ha sottolineato come occorra dare risposte ai cittadini
sul tema dell'ambiente. "
Serve una normativa chiara con principi
di base semplici come 'chi inquina paga' oppure il controllo dei
rifiuti dalla culla alla tomba".
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