Inizia domani a
Treviso il
51esimo Congresso nazionale
degli Ingeneri.
L’incontro annuale degli Ordini degli Ingegneri che si svolgerà
dal 6 all’8 Settembre, anche se in clima non del tutto
disteso, dovuto alla sentenza del TAR del Lazio che ha definito
illegittimo il voto espresso dall’Ordine di Roma il 15 novembre
2005 per l’elezione del consiglio nazionale e, quindi, anche
illegittima la proclamazione degli eletti del nuovo Consiglio
nazionale adottata dal Ministro della Giustizia in data 6 aprile
2006,
dovrebbe svolgersi all’insegna del dialogo, ma anche
nel nome della fermezza sulle "ragioni tecniche" che gli ingegneri
ritengono di dover difendere, non come una questione di interessi
di parte ma a vantaggio della società civile, rispetto alla quale i
professionisti svolgono un ruolo di primo piano soprattutto nel
settore delle opere pubbliche.
Il tema “
Ingegno, innovazione e concorrenza”, al centro
dell’incontro, sarà indirizzato sui temi di
attualità
politica in relazione alla
liberalizzazione e
concorrenza, con attenzione non solo alla normativa ma anche
alle dinamiche del mercato.
Gli obiettivi del dibattito sono tre:
- evidenziare la critica al metodo di lavoro del Governo che ha
condotto all’approvazione del Decreto Bersani;
- il timore che la riforma degli Ordini si traduca in
un’abolizione degli stessi;
- la difesa strenua dei minimi tariffari in materia di lavori
pubblici.
Sul primo punto, al di là delle proteste a caldo, la volontà è
quella propositiva del dialogo, allargato, non solo con i politici,
ma con i cittadini e tutti gli ordini professionali che sono
invitati al Congresso.
Il tema della riforma degli Ordini è stato spesso invocato, dai
vari governi, in nome della tendenza europea in atto ma gli
ingegneri precisano che non è un’anomalia tutta italiana: anche
Spagna, Portogallo e Grecia hanno la nostra organizzazione e sono
decisi a mantenerla.
La preoccupazione investe anche la disposizione di un sistema
duale, ordini e associazioni. “Il rischio – ha sottolineato il
Presidente del CNI, Ferdinando Luminoso – è una duplicazione di
funzioni mentre noi ci opponiamo al fatto che le associazioni
possano entrare nel campo delle attività riservate”.
Nodo centrale quello dei minimi tariffari per i lavori pubblici
dove l’interesse della società civile è prevalente. Al riguardo la
risposta degli ingegneri è di promuovere la riforma delle
professioni, nonché uno studio, affidato a terzi, per stabilire un
minimo tariffario sotto il quale non è possibile garantire la
qualità di un’opera.
“Infine – ha annunciato Luminoso – l’idea è di lanciare al
Congresso una legge d’iniziativa popolare perché il nostro
interesse è di muoverci in uno spirito di cooperazione con la ferma
volontà di dare il nostro contributo e la pretesa di essere
ascoltati”.
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