PROFESSIONI E LIBERALIZZAZIONI

08/09/2006

Il malumore degli ordini è arrivato fino a Caorle, dove in questi giorni si è svolta la Festa della Margherita. E dove proprio lunedì il premier Romano Prodi aveva detto che l'opera di “scrostamento” delle professioni, avviata da Bersani, deve continuare.
Ma il fronte governativo non pare essere così compatto nel fare muro contro muro con le categorie professionali. Il leader della Margherita e vicepremier Francesco Rutelli, attraverso un suo stretto collaboratore, per esempio, fa sapere di seguire “con interesse l'evolversi dei fatti per farsi portavoce nella compagine di governo delle istanze dei professionisti”.

Insomma, se da sempre Pierluigi Mantini, responsabile del dipartimento delle professioni, ha curato i rapporti con le categorie oltre a scrivere e aggiornare le proposte di riforma di settore (suo il primo pdl sulla materia presentato in commissione giustizia alla Camera e già calendarizzato), da ieri tutto il suo partito si è impegnato nella causa comune di arrivare ad una riforma condivisa. Presente ai lavori anche l'ex ministro del lavoro e senatore Tiziano Treu.

Del resto, una volta di più, le professioni si sono mostrate particolarmente agguerrite contro la politica perseguita fino ad oggi dal governo. Come non ricordare da ultimo lo stop all'istituzione di cinque nuovi ordini nell'area sanitaria per esplicito volere di Bersani e altri ministri dei Ds. Non a caso a Caorle c'erano praticamente tutti i presidenti degli ordini. Cui Mantini ha rinnovato l'impegno di avviare da subito una nuova stagione di confronti.

A far notare in quale caos, dopo che il dl Bersani ha eliminato l'obbligatorietà dei minimi tariffari anche nelle gare sui lavori pubblici, sono caduti i rapporti con le pubbliche amministrazioni ci ha pensato per primo Raffaele Sirica, numero uno degli architetti (ma anche del Cup, il comitato unitario delle professioni). Che ha denunciato: “Avvertiamo una totale confusione visto che il dl è arrivato a pochi giorni dall'entrata in vigore del nuovo codice degli appalti. Una confusione che ci fa temere l'avvio di contenziosi e la conseguente paralisi degli appalti. Ci faremo carico, come se non bastasse, di fare un po' di ordine a favore della chiarezza”. Sirica ha anche annunciato per metà mese una riunione del Cup per mettere in campo nuove iniziative “di proposta e protesta”.
E Armando Zingales, presidente dei chimici, ha aggiunto: “Le liberalizzazioni devono essere un mezzo per migliorare l'esistente, e non peggiorarlo”.

Ma anche al 51esimo congresso degli Ingegneri in corso a Treviso si parla delle liberalizzazioni sulle quali il Centro Studi del Consiglio nazionale degli Ingegneri ha già predisposto i primi commenti nei quali si precisa che La questione della legittimità degli atti normativi nazionali che predeterminano limiti minimi e massimi delle tariffe dei liberi professionisti è stata recentemente affrontata dalla Corte di Cassazione che, con sentenza 28 aprile 2004 n. 8135, richiamando la decisione della Corte di Giustizia delle comunità europee 19.2.2002 in causa C - 35/99, vincolante "ultra partes" ed "erga omnes", ha ritenuto conforme alle disposizioni del Trattato la disposizione interna che fissa il principio della normale inderogabilità dei minimi degli onorari dei professionisti. D’altra parte, già nella citata sentenza del 17.10.2003, n. 15551, la Suprema Corte aveva precisato che: “Le tariffe professionali forensi hanno valore vincolante. Infatti, pronunciando sulla compatibilità delle tariffe professionali con gli articoli 5 e 85 del trattato Cee (ora 10 e 81) la Corte di giustizia con sentenza 19 febbraio 2002, n. 35 ha affermato che i menzionati articoli non impediscono a uno Stato membro di adottare norme che approvino, sulla base di un progetto predisposto da un ordine professionale forense, una tariffa che stabilisca gli onorari minimi e massimi per i membri dell'ordine, a condizione che lo Stato eserciti a mezzo dei suoi organi controlli nei momenti di approvazione della tariffa e di liquidazione degli onorari”.

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