Entro la fine del 2006 i Comuni della Regione siciliana sono
tenuti, pena la mancata assegnazione delle entrate tributarie della
Regione, ad ultimare il programma operativo previsto dalla
legge regionale n. 17/2004 finalizzato alla completa definizione
delle pratiche relative al condono edilizio.
Ma il fatto ancora più grave è quello legato alla possibilità che,
utilizzando il “silenzio-assenso” così come previsto
nell’ultima legge sul condono, il mancato esame delle domande da
parte dei Comuni della Regione varrebbe come una definitiva
approvazione di tutte le pratiche non definite né positivamente
né negativamente.
Sull’argomento è intervenuto l’Assessore regionale al Territorio
Rosanna Interlandi del Movimento per l’autonomia che
vorrebbe scongiurare tale evenienza e che ha precisato:
“Vogliamo sapere come è stato edificato il territorio, non dare
il bollino verde agli abusi senza controllarli”. L’unico
sistema per raggiungere l’obiettivo è quello di prorogare i termini
e l’assessore stesso ha precisato: “Avvieremo una collaborazione
con l’Anci e presenteremo all’Assemblea regionale un disegno di
legge che proroghi il termine per il silenzio-assenso di sei-otto
mesi”.
L’assessore Interlandi ha anche annunciato l’intenzione di dare la
possibilità di chiedere la sanatoria anche a chi non è arrivato in
tempo due anni fa’ precisando “Ma senza cambiare una virgola della
previsione dei casi in cui è possibile ottenere il condono e a
patto che l’abuso sia stato realizzato entro il termine previsto
dalla legge varata dal governo Berlusconi nel 2003, cioé entro il
31 marzo 2003”.
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