A luglio, subito dopo l’approvazione del Decreto “Bersani”, i
professionisti riunitisi a Roma erano poco più di un migliaio
mentre ieri 12 ottobre, la prima
manifestazione unitaria contro
il decreto legge sulle liberalizzazioni e la Finanziaria 2007
ha riunito
esponenti di vari ordini professionali, dagli
avvocati ai commercialisti, dai farmacisti ai geologi, dagli
architetti, ai medici ed agli ingegneri che sono scesi in
piazza arrivando da tutte le parti della penisola con aerei, auto
ed anche 300 pullman.
Il grande corteo, organizzato dal Comitato unitario delle
professioni (Cup) per protestare contro il decreto Bersani, parte
dal Colosseo con almeno quarantamila partecipanti, secondo gli
organizzatori: una stima confermata dal colpo d'occhio da Colle
Oppio, che presenta una vera distesa di manifestanti, chi come i
farmacisti con il cappellino bianco, chi con i fischietti o a
reggere i numerosi striscioni. Ad aprire il corteo, che termina a
piazza Venezia con i comizi finali, il grande striscione del Cup
dietro al quale si schierano leader di tutte le categorie presenti,
dagli avvocati ai commercialisti, dai farmacisti ai geologi.
In testa al corteo ai Fori Imperiali ha fatto la sua apparizione il
presidente di An Gianfranco Fini. “E' una manifestazione civile, di
cui mi auguro che a Palazzo Chigi tengano conto e siano meno
presuntuosi”. "Credo - ha aggiunto Fini - partecipando alla
manifestazione cui sono presenti alcune migliaia di persone - che
quando scendono in piazza migliaia e migliaia di professionisti per
esprimere indignazione verso una finanziaria che impone soltanto
nuove tasse e un disegno non di liberalizzazione, ma di
delegittimazione delle professioni, l'opposizione ha il dovere di
esprimere la sua solidarietà".
Tra le misure della Finanziaria contestate dai professionisti vi è
l'aumento delle imposte sulle rendite finanziarie, che colpirebbe
le loro casse previdenziali.
Tra gli striscioni che campeggiano per Via dei Fori Imperiali si
legge anche "Non vendetta ma giustizia, non uccidete la
libertà”.
In corteo molti gli esponenti di Alleanza nazionale venuti a
portare la loro solidarietà alla battaglia dei professionisti.
Oltre ai cartelli che segnalano la provenienza di diversi comitati
provinciali di avvocati, consulenti del lavoro e commercialisti
anche un grande striscione di molisani: "Il Molise con furore - è
scritto a caratteri cubitali - avevamo appoggiato l'Unione convinti
di andare al dialogo e alla concertazione, ci siamo ritrovato con
il marchio di evasori". Apre il lungo corteo un grande striscione
del Cup (Comitato unitario delle professioni) sotto cui ci sono
anche le sigle di Adepp e Consilp, a reggere lo striscione i tre
presidenti delle organizzazioni che hanno promosso la marcia:
Raffaele Sirica (presidente Cup), Maurizio Detilla (presidente
Adepp), e Gaetano Stella (presidente Consilp).
"La manifestazione di oggi - spiega il presidente di
Confprofessioni, Gaetano Stella - è la risposta al tentativo
evidente di voler cancellare, con il pretesto delle riforme, la
figura del libero professionista". Stella, parlando a nome dei tre
organizzatori della manifestazione, auspica dal governo "un
confronto serio con il mondo delle libere professioni per arrivare
a riforme reali, utili al paese e che non assomiglino ad una
'vendetta' verso i liberi professionisti e un'ampia fetta di
cittadini".
Lunghi momenti di tensione si sono verificati a piazza Venezia:
cordoni di polizia e carabinieri hanno bloccato la piazza per
impedire che i manifestanti potessero alla spicciolata raggiungere
palazzo Chigi.
Vibranti le proteste: “Siete peggio dei comunisti”, “È un sequestro
di persona”. Alla “Marcia del ceto medio” e alle parole di Fini (“È
una manifestazione civile, di cui mi auguro che a Palazzo Chigi
tengano conto”) ha risposto il ministro dello Sviluppo economico
Pierluigi Bersani: “Le manifestazioni vanno tutte rispettate, anche
quando sono critiche. Se vogliamo ribadire la centralità delle
professioni nel futuro, bisogna avere il coraggio delle riforme. Su
questo c'è la disponibilità a discutere. Penso che nelle prossime
settimane possa esserci un confronto al ministero della Giustizia,
anche con la nostra presenza”. Se non si arriverà al dialogo con il
governo, saranno confermate le due settimane di astensione dalle
udienze per le avvocature nel periodo 13 - 18 novembre e 11 -16
dicembre, oltre alla richiesta di adesione di tutte le professioni
ad una manifestazione prevista per il prossimo 16 dicembre.
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