Nel pomeriggio del 19 Ottobre a Palazzo Chigi si è chiuso un primo
accordo tra Governo, Confindustria, CGIL, CISL e UIL sui temi del
Trattamento di fine rapporto e della previdenza integrativa.
I segretari generali di CGIL, CISL e UIL ed i vertici di
Confindustria hanno potuto illustrare al governo tutti i loro dubbi
sulle misure inserite all’ultimo minuto nella Finanziaria (art. 84,
istituzione presso la tesoreria dello Stato del Fondo per
l’erogazione dei trattamenti di fine rapporto). La nuova
Finanziaria prevedeva che, con effetto sui periodi di paga
decorrenti dal 1° Gennaio 2007 e al fine di finanziare il Fondo per
l’erogazione dei TFR, i datori di lavoro dovevano versare
mensilmente il 50% della quota destinata al TFR al netto degli
oneri. L’effetto principale di questa manovra sarebbe stato la
diminuzione della liquidità delle imprese con il conseguente
aumento dell’indebitamento.
Dopo diversi giorni di fuoco, si è finalmente raggiunto l’accordo
sulla destinazione dei “salari differiti” dei lavoratori. In
particolare, l’accordo a favore delle piccole imprese, prevede che
saranno esentate dal prelievo forzato dei fondi destinati alla
liquidazione le aziende con meno di 50 lavoratori, mentre per
quelle che superano tale soglia, saranno i lavoratori a deciderne
il destino, se cioè destinarli ai fondi di previdenza integrativa o
se lasciarli invece in azienda. In caso di mancata scelta, scatterà
il silenzio-assenso e il TFR verrà trasferito all' Inps.
Questa la dichiarazione del Presidente del Consiglio: “L’accordo
sul Tfr siglato a Palazzo Chigi tra il Governo, i Sindacati e
Confindustria segna un’altra tappa nel percorso della concertazione
e del dialogo verso una Legge Finanziaria al passo con le esigenze
e le richieste di un Paese che deve ripartire. I temi del
trattamento di fine rapporto e della previdenza integrativa sono
centrali per l’impianto della manovra e per le scelte di fondo
della politica di Governo. Ancora una volta, con i fatti, il
Governo dimostra che l’Italia può ottenere quei risultati che da
troppo tempo le mancano.
Accordi come quello di oggi rappresentano dunque un segnale forte e
non solo simbolico.”
Analoghe le reazioni dei sindacati.
Il segretario della CGIL Guglielmo Epifani spiega: “E’ un accordo
che trova la convergenza di tutti. Per noi è importante che parta
da gennaio il nuovo meccanismo attraverso cui il lavoratore può
liberamente scegliere dove deve andare il Tfr».
Luigi Angeletti (UIL): “I lavoratori avranno la possibilità di fare
due scelte: lasciare in azienda il Tfr o finalizzarlo ai fondi. Chi
non farà alcuna scelta destinerà il Tfr ai fondi”.
Il segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni: “Dopo 15
giorni di contrasto siamo riusciti a far cambiare opinione al
governo che ci aveva scavalcati”.
Le uniche perplessità sono mosse da Confindustria, in particolare
il direttore generale Maurizio Beretta spiega che, pur venendo
incontro alle esigenze delle imprese, per ora “non c’è nulla di
firmato”; mentre il presedente Montezemolo definisce la questione
del TFR “una sorta di polpetta avvelenata” e sottolinea che “il
trasferimento forzoso del Tfr è positivo per le aziende piccole e
medie, ma comporta un sacrificio maggiore per le aziende medie e
grandi perchè tutto il Tfr che non andrà ai fondi sarà trasferito
all'Inps e il vero problema per queste aziende è soprattutto il
costo del denaro che dovranno reperire per sostituire la liquidità
dei nuovi flussi di Tfr”.
Gli elementi dell’accordo possono così essere sintetizzati:
- l’avvio anticipato della previdenza integrativa avverrà secondo
le norme della legge n. 243/2004. Esso comprende l’anticipo al 2007
delle compensazioni previste dalla legge, quale condizione per la
destinazione di parte del Tfr ai fondi integrativi o all’INPS;
- per tutte le imprese al di sopra di 50 dipendenti saranno
integralmente destinati all’INPS i fondi non affluiti alla
previdenza integrativa. Questa disposizione sarà riesaminata nel
2008;
- il Governo si impegna a rivedere il trattamento fiscale dei
fondi integrativi con l’intento che questo sia in linea con quello
applicato alla previdenza integrativa degli altri paesi
europei;
- il Governo si impegna a riprendere e concludere la discussione
aperta con il sistema bancario, al fine di trovare forme per venire
incontro alle imprese che trovassero difficoltà nell’accesso al
credito. In questo ambito potrebbe essere studiata la costituzione
di un limitato fondo di garanzia.
© Riproduzione riservata