L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e
forniture, ai sensi dell’art. 6, comma 7, lett. e, del decreto
legislativo 12 aprile 2006, n. 163, invia al Governo ed al
Parlamento una segnalazione recante: “
Indagine relativa alle
convenzioni autostradali stipulate tra l’ANAS S.p.A. e otto società
subconcessionarie”.
Nella Relazione si sintesi suddivisa nei seguenti cinque capitoli:
- 1 - Premessa
- 2 - Lo stato di attuazione degli investimenti
- 3 - La dinamica delle tariffe
- 4 - Gli utili d’esercizio distribuiti dalle
subconcessionarie
- 5 - Conclusioni
l’Autorità, premettendo di richiamare la relazione dell’8 giugno
scorso con cui ha riferito sulle convenzioni intervenute tra l’ANAS
e l’Autostrade per l’Italia S.p.A. (ASPI), che riguardano oltre la
metà dell’intera rete autostradale nazionale, allo scopo di fornire
ulteriori elementi utili, riferisce ora anche su otto delle
subconcessionarie minori che complessivamente costituiscono il 25%
del totale della rete autostradale e che presentano i ritardi più
rilevanti nella realizzazione degli investimenti previsti dai
rispettivi piani economico-finanziari.
Le otto subconcessionarie sono le seguenti:
- 1) Autovie Venete S.p.A.;
- 2) Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova s.p.a.;
- 3) Autostrade Centro Padane S.p.A.;
- 4) SALT Società Autostrada Ligure Toscana p.A.;
- 5) Autostrade Meridionali S.p.A.;
- 6) Milano Serravalle-Milano Tangenziali S.p.A.;
- 7) Società Autostrada Torino-Alessandria-Piacenza S.p.A.
(SATAP);
- 8) Strada dei Parchi S.p.A.
Per quanto concerne lo
stato di attuazione degli
investimenti l’Autorità precisa che “si sono mantenuti al di
sotto degli impegni assunti nei rispettivi piani finanziari, con
punte minime di conseguimento degli obiettivi pari al 13% (Autovie
Venete spa) ed al 24% (Autostrade Centro Padane)”.
Nel complesso per i sei anni le otto Società in esame a fronte di
una previsione di investimenti pari a 2.411 milioni di euro hanno
effettuato investimenti per soli 1.618 milioni di euro, pari al 67
% della previsione iniziale.
L’Autorità chiarisce che si tratta di “gravi inadempienze” causate
anche dall’impossibiltà da parte dell’Anas di imporre sanzioni
efficaci visto i “buchi” nei contratti delle varie concessioni. E
senza la possibilità di una rescissione contrattuale, le società
“non hanno avuto alcuna reale motivazione ad investire le
disponibilità finanziarie ricavate dalla gestione
autostradale”.
In riferimento, poi, alla
dinamica delle tariffe, nei soli
ultimi quattro anni l’incremento complessivo medio è stato di oltre
il 22%, e quindi è risultato largamente superiore al tasso di
inflazione programmata. Ed a proposito delle tariffe stesse
l’Autorità precisa che l’attuale meccanismo tariffario èdel tutto
inadeguato perché “non ha incentivato le concessionarie ad
effettuare gli investimenti ed ha dato luogo ad incrementi notevoli
dei pedaggi a fronte di interventi reali esigui, bassa qualita` dei
servizi, mancato ammodernamento della rete”.
Gli utili netti d’esercizio distribuiti dalle concessionarie
nel periodo in esame, sono stati complessivamente di 1.760.836
milioni di euro; e, ad eccezione delle Autovie Venete S.p.A. e
della Strada dei Parchi S.p.A., hanno distribuito agli azionisti
dividendi per complessivi 1.131.306 milioni di euro, mediamente
dell’ordine del 30-40% dell’utile netto d’esercizio, ma che in
alcuni casi sono saliti sino ad oltre il 90% (Società Autostrada
Torino-Alessandria-Piacenza S.p.A. e SALT Società Autostrada Ligure
Toscana p.A.); e cioè a livelli palesemente superiori non solo a
quelli previsti per un’equa remunerazione del capitale, secondo la
filosofia del price cap, ma addirittura superiori a quelli degli
investimenti non effettuati.
Nello stesso periodo i canoni complessivamente percepiti dallo
Stato sono stati di 52.933 milioni di euro.
In tale situazione non può che segnalarsi che appare quanto meno
dubbio che sia stato rispettato il disposto dell’art. 2433, comma
2, del codice civile, che consente che vengano ripartiti tra i soci
soltanto gli “utili realmente conseguiti”; sicché il comportamento
delle concessionarie potrebbe configurare un inadempimento
sostanziale degli impegni assunti.
Nelle conclusioni l’Autorità segnala l’opportunità di:
- a) prevedere un sistema graduale di misure sanzionatorie;
- b) prevedere interventi sostitutivi da parte di un’autorità
pubblica;
- c) riesaminare l’attuale congruità delle percentuali che le
subconcessionarie sono tenute a corrispondere allo Stato sui
pedaggi autostradali (1%) e sui proventi della subconcessione a
terzi del suolo demaniale autostradale e sulla pubblicità
(2%);
- d) assicurare che la cessione a terzi del suolo demaniale
autostradale avvenga in condizioni di trasparenza e di parità di
trattamento tra i vari concorrenti, senza dar luogo a situazioni di
monopolio di fatto;
- e) controllare che la vigente formula per la determinazione dei
pedaggi sia tuttora conforme a corretti criteri parametrali ed in
particolare sia coerente con gli effettivi volumi di traffico.
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