Nell'ultima riunione, tenutasi la settimana scorsa, tra il ministro
della Giustizia
Clemente Mastella, coadiuvato dal
sottosegretario Luigi Scotti, e gli uffici legislativi di altri
ministeri
è stato definitivamente messo a punto uno schema di
disegno di legge di riforma delle professioni.
La linea di riforma si base sul mantenimento del sistema
ordinistico, ma riorganizzato e ammodernato secondo le esigenze
della competitività e soprattutto della tutela dell'utenza.
Una nota del Ministero della Giustizia ricorda che lo
schema di
disegno di legge nasce da “
un ampio e fattivo lavoro
interministeriale, che è stato preceduto da oltre 40 audizioni
delle rappresentanze degli Ordini professionali, di associazioni,
di esperti del settore, di organismi sindacali e della
Confindustria; in questo modo è stato possibile sentire la voce di
tutte le categorie interessate e raccogliere i vari orientamenti in
materia".
Il testo, sul quale concorda anche il ministro dello Sviluppo
economico, consta di "
otto articoli nei quali sono stabiliti i
principi di delega al governo per la disciplina sia degli Ordini
che delle associazioni professionali di interesse generale nonché
delle società tra professionisti".
"
La linea di fondo della riforma - chiarisce ancora il
ministero della Giustizia -
si ispira al mantenimento del
sistema ordinistico, ma riorganizzato e ammodernato secondo le
esigenze della competitività e soprattutto della tutela
dell'utenza".
"Gli Ordini e le associazioni, queste ultime da riconoscersi con
l'iscrizione in un apposito registro, ricevono ben precisi compiti
- precisa ancora la nota di via Arenula - per garantire la qualità
delle prestazioni professionali, la costante idoneità degli
iscritti e degli associati, la cura della deontologia
professionale, l'aiuto ai giovani per l'accesso all'esercizio della
professione. Si tratta, in sostanza, di una rinnovata fisionomia
istituzionale degli Ordini, la cui struttura e operatività viene
riformata nelle cariche direttive e di gestione, negli organismi
disciplinari e in quelle funzioni che costituiscono la loro 'nuova'
ragion d'essere per il proficuo mantenimento del sistema
ordinistico e per l'efficienza dei servizi professionali nel quadro
dell'Unione Europea".
La quota annuale che gli iscritti sono tenuti a versare deve essere
commisurata all'espletamento delle attività demandate agli Ordini,
i quali devono anche occuparsi della formazione
tecnico-professionale degli iscritti e dell'adozione di iniziative
rivolte ad agevolare, anche mediante borse di studio, l'ingresso
dei giovani nella professione.
Il testo indica la necessità di fissare corrispettivi massimi delle
prestazioni, ma anche corrispettivi minimi da applicarsi per le
prestazioni imposte o oggetto di riserva di competenza.
Le associazioni professionali riconosciute hanno - si legge nel ddl
- la funzione di dare evidenza ai requisiti professionali degli
iscritti e di favorire la selezione qualitativa e la tutela
dell'utenza. Quelle la cui attività possa incidere su diritti
costituzionalmente garantiti o su interessi generali, possono
registrarsi presso il Ministero della Giustizia, previo parere del
CNEL.
L’ultimo articolo riguarda le società tra professionisti e
disciplina la partecipazione dei professionisti iscritti agli albi
e dei soggetti non professionisti.
Ma giungono i primi segnali negativi dalle Professioni ed in
particolare:
- Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni,
che giudica grave il mancato dialogo del Governo con i
professionisti e precisa che “Io, in nome delle sedici categorie
professionali che la mia organizzazione rappresenta, non sono mai
stato ascoltato per dare il mio parere sullo schema di disegno di
legge per la nuova disciplina degli ordini professionali”;
- Raffaele Sirica Presidente del Comitato Unitario
Professioni (Cup) auspica che il Governo si confronti sul testo
del ddl, prima di presentarlo in Consiglio dei Ministri, come
promesso da Prodi il 12 ottobre scorso, e annuncia che il 1°
dicembre prossimo presenterà una propria proposta di legge;
La riforma è stata elaborata sotto forma di legge delega che, dopo
l’approvazione in Consiglio dei Ministri, sarà sottoposta ad Ordini
e Associazioni per definirne le norme attuative ma anche sotto tale
profilo le Professioni sono in disaccordo perché ritengono tale
delega molto ampia.
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