Sono venute alla ribalta delle lamentele da parte di un cittadino
che, stanco di dover pagare la
tassa sulla ricarica dei
cellulari (una di tante innovazioni che ci rende
inconsapevolmente poveri), ha chiesto alla Commissione Europea di
abolire questo dazio che, tra tutti i Paesi dell’Unione
Europea, esiste solo in Italia.
La
Commissione Europea ha, così, contattato le
due
Authority per la Concorrenza e per le Comunicazioni che hanno
avviato un’
indagine conoscitiva sui servizi di telefonia
mobile con ricarica del credito.
Dopo questa indagine, si è arrivati alla conclusione che il
costo di ricarica del credito di telefonia mobile
rappresenta un’
anomalia italiana, non essendo applicato
negli altri Paesi europei. L’indagine evidenzia, inoltre, come il
servizio prepagato sia nato in alternativa al servizio in
abbonamento, che è onerato dalla tassa di concessione
governativa.
Le Authority vanno oltre e auspicano:
un intervento di
rimodulazione sul contributo di ricarica dei cellulari, per
restituire alla concorrenza tutte le componenti di prezzo della
telefonia mobile e ottenere in prospettiva rilevanti riduzioni di
tariffe. E proseguono, come se se sapessero solo ora del costo
di ricarica: una revisione, anche totale, del contributo fisso
renderebbe più trasparente le offerte e ne aumenterebbe la
comparabilità.
Dall’indagine emerge peraltro che il
contributo di ricarica non
ha un diretto e trasparente rapporto con i costi sostenuti dagli
operatori per la gestione dei servizi di ricarica, ma
rappresenta una componente di prezzo inserita dalle imprese
nell’ambito delle loro strategie di pricing.
In particolare, è stato stimato che il margine specificamente
riferibile ai soli contributi di ricarica è nell’ordine del 50-55%,
per un valore di circa 950 milioni di euro nel 2005. L’effetto
prodotto dal contributo di ricarica è quello di elevare il prezzo
al minuto di una percentuale costante: in sostanza, a parità di
prezzo al minuto, l’acquisto di ricariche di piccolo taglio
comporta un incremento del prezzo complessivo anche sensibilmente
superiore rispetto a quello applicato per i tagli di importo
maggiore.
La domanda nasce spontanea:
come è stato possibile che le
società di telefonia abbiamo potuto fare tutto ciò senza che le
Authority abbiano fatto nulla?
Si sottolinea come le indagini siano partite solo a seguito di una
petizione di oltre 700.000 firme e che il ruolo svolto da
un’attività di vigilanza debba essere quello di vigilare quella
parte del mercato facendo principalmente gli interessi del
cittadino e non attendere che sia il cittadino stesso ad
evidenziare un fatto di per se gravissimo e che ha gravato, e
continua ancora a gravare, sulle tasche di tutti quanti.
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