Il Comitato interministeriale di indirizzo, coordinamento e
controllo per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, il
cosiddetto “Comitatone” presieduto dal premier Romano Prodi,
nell’ultima riunione della settimana scorsa, alla quale hanno preso
parte anche i ministri delle infrastrutture, Antonio di Pietro e
dell’ambiente, Alfonso Pecoraio Scanio, il presidente della giunta
regionale del Veneto, Giancarlo Galan ed il sindaco di Venezia
Massimo Cacciari, ha deciso che i lavori per la realizzazione del
Mose, il sistema di paratie mobili che proteggerà Venezia
dall’acqua alta proseguiranno anche se il Ministro dell’Ambiente,
Alfonso Pecoraro Scanio, ed il Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari
hanno espresso voto contrario dissociandosi dal documento
predisposto dal Comitato stesso.
Ma a favore del Mose hanno votato il Ministro delle infrastrutture
Antonio di Pietro, il presidente della regione Giancarlo Galan ed
il Comune di Jesolo ed il Ministro di Pietro ha puntualizzato che
“Questa era l'unica possibilità per intervenire in tempo per
salvare Venezia” mentre il presidente Giancarlo Galan ha detto di
essere “orgoglioso della decisione assunta. L'unica possibile”.
I lavori che sono in corso già da alcuni anni sono quelli relativi
alle bocche di porto e sono circa il 30% di quelli che servono per
completare l’opera da 6 miliardi di euro che dovrebbe essere
ultimata entro il 2012.
Ai pareri positivi di Giancarlo Galan e di Antonio Di Pietro si
contrappongono quelli negativi del Ministro Pecoraro Scanio che
puntualizza come è stato un errore “scartare tutte le possibili
alternative al Mose, ora aspetto tutte le carte per la valutazione
di impatto ambientale dell'opera” che ha continuato precisando “che
le megaparatie di metallo hanno dei limiti, come pure il fatto che
i motori devono lavorare sotto il mare e hanno una speranza di
funzionamento anch'essa a mio parere limitata. Non disperiamo di
poter far svolgere a qualche istituto internazionale, penso al Max
Planck tedesco per esempio, uno studio indipendente sugli effetti
di questa opera” e del Sindaco Cacciari che ha comunicato di aver
presentato “un ordine del giorno alternativo che non è passato.
Prendo atto che il Governo andrà avanti su questo progetto. È stato
però approvato un secondo ordine del giorno per monitorare
attentamente il prosieguo dei lavori. Sono sicuro che i soldi
stanziati non basteranno”.
Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha, però, ottenuto
l’approvazione all’unanimità di un ordine del giorno con l’impegno
del Governo al rifinanziamento della legge speciale per Venezia che
consentirà di proseguire i lavori di salvaguardia della città
lagunare complementari al Mose; si tratta degli interventi di
manutenzione straordinaria, di scavo dei rii, di innalzamento del
suolo pubblico che sono stati eseguiti fino ad oggi ma che
rischiano di rimanere senza finanziamenti e con l’impegno che
“verranno attuate azioni di disinquinamento della laguna e dovranno
essere garantiti il monitoraggio scrupoloso degli effetti di tutti
gli interventi in atto in laguna, l’aggiornamento del piano
morfologico e la disponibilità tempestiva di tutti i dati relativi
alle attività in essere per la salvaguardia di Venezia”
© Riproduzione riservata