MODIFICHE AL DPR 34/2000

Il Consiglio dei ministri del 3 agosto ha approvato un decreto che ritocca il Dpr 34/2000 sulla qualificazione e che non è ancora stato pubblicato sulla Gazz...

06/09/2006
Il Consiglio dei ministri del 3 agosto ha approvato un decreto che ritocca il Dpr 34/2000 sulla qualificazione e che non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Con il decreto viene soltanto eliminato l’obbligo di possedere la certificazione di qualità legata allo stabilimento di produzione per partecipare alle gare di posa in opera sopra il milione di euro. Un obbligo introdotto con il Dpr 93/2004 dall’ex viceministro alle Infrastrutture, Ugo Martinat in nome di una maggiore sicurezza.

In verità il TAR del Lazio aveva già sospeso la determinazione 2/2006 dell’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici nella parte in cui imponeva alle stazioni appaltanti di accertare che i montatori di barriere stradali avessero il certificato qualità dal primo gennaio scorso.
Il Dpr n. 93 del 2004 ha introdotto per le imprese qualificate in OS12 con classifiche dalla III in su l’obbligo di esibire la certificazione di qualità Iso 9001/2000 "relativamente alla produzione, al montaggio e alla installazione dei beni oggetto della categoria".
Un obbligo che è scattato dal primo gennaio 2006. I problemi sono sorti intorno all’interpretazione di questa scadenza. All’avvicinarsi della data ha preso piede un indirizzo – favorevole all’Aises – secondo cui solo se l’attestazione Soa veniva verificata o rinnovata dopo il primo gennaio era necessaria integrarla con la certificazione di qualità. In pratica l’obbligo di certificazione sarebbe venuto in rilievo solo alla scadenza del certificato stesso.
Un orientamento che non aveva convinto l’Autorità di vigilanza secondo la quale in questo modo si correva il rischio di una sorta di rincorsa alla richiesta di rinnovo entro il 31 dicembre 2005 (prima cioè dell’entrata in vigore) per poter godere di altri tre anni di esonero. E quindi l’Autorità con la determinazione n. 2 del 7 febbraio scorso aveva stabilito che anche le imprese già attestate dovevano comunque avere dal primo gennaio il certificato di qualità. E che se questo non era inserito nell’attestazione Soa spettava alle stazioni appaltanti verificarne il possesso in gara.

Il Tar sembra, però, di diverso avviso e l’ordinanza si limita a sospendere la parte impugnata della determinazione, ma questo genere di decisioni, di solito, vengono prese perché si ravvisa un minimo di fondamento nella richiesta.

Ma come il Tar la pensa anche il nuovo Ministro delle Infrastruttura Antonio Di Pietro che, raccogliendo anche una segnalazione dell’Antitrust, si è affrettato a proporre il decreto che ritocca il Dpr 34/2000.
Leggiamo nella relazione che accompagna il prrovvedimento: ”Di fatto in questo modo è stato ristretto il mercato degli operatori che possono accedere alle gare pubbliche di lavori, limitando irragionevolmente la concorrenza”.

Sulle barriere stradali si è giocato un duro scontro: da una parte i produttori, riuniti nell’Acai (Associazione costruttori acciaio italiani) che più hanno premuto per introdurre la norma che riservava loro le gare sopra il milione di euro (un mercato da 160 milioni nel 2005); dall’altra i posatori dell’Aises (Associazione italiana segnaletica e sicurezza) che hanno dato battaglia anche al Tar ottenendo l’annullamento delle delibere dell’Autorità lavori pubblici su questo stesso punto. E ora il presidente Aises, Gabriella Ghepardi canta vittoria: “La cancellazione è un provvedimento di democrazia industriale perché assegna a ogni categoria, produttori e posatori, un proprio specifico ruolo nel mercato”.

Il Dpr è stato approvato in via preliminare e deve ora essere esaminato dalla Conferenza Unificata, dal Consiglio di Stato e dalle commissioni parlamentari.
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