TASSA SULLA RICARICA

Sono venute alla ribalta delle lamentele da parte di un cittadino che, stanco di dover pagare la tassa sulla ricarica dei cellulari (una di tante innovazioni...

21/11/2006
Sono venute alla ribalta delle lamentele da parte di un cittadino che, stanco di dover pagare la tassa sulla ricarica dei cellulari (una di tante innovazioni che ci rende inconsapevolmente poveri), ha chiesto alla Commissione Europea di abolire questo dazio che, tra tutti i Paesi dell’Unione Europea, esiste solo in Italia.
La Commissione Europea ha, così, contattato le due Authority per la Concorrenza e per le Comunicazioni che hanno avviato un’indagine conoscitiva sui servizi di telefonia mobile con ricarica del credito.

Dopo questa indagine, si è arrivati alla conclusione che il costo di ricarica del credito di telefonia mobile rappresenta un’anomalia italiana, non essendo applicato negli altri Paesi europei. L’indagine evidenzia, inoltre, come il servizio prepagato sia nato in alternativa al servizio in abbonamento, che è onerato dalla tassa di concessione governativa.
Le Authority vanno oltre e auspicano: un intervento di rimodulazione sul contributo di ricarica dei cellulari, per restituire alla concorrenza tutte le componenti di prezzo della telefonia mobile e ottenere in prospettiva rilevanti riduzioni di tariffe. E proseguono, come se se sapessero solo ora del costo di ricarica: una revisione, anche totale, del contributo fisso renderebbe più trasparente le offerte e ne aumenterebbe la comparabilità.

Dall’indagine emerge peraltro che il contributo di ricarica non ha un diretto e trasparente rapporto con i costi sostenuti dagli operatori per la gestione dei servizi di ricarica, ma rappresenta una componente di prezzo inserita dalle imprese nell’ambito delle loro strategie di pricing.
In particolare, è stato stimato che il margine specificamente riferibile ai soli contributi di ricarica è nell’ordine del 50-55%, per un valore di circa 950 milioni di euro nel 2005. L’effetto prodotto dal contributo di ricarica è quello di elevare il prezzo al minuto di una percentuale costante: in sostanza, a parità di prezzo al minuto, l’acquisto di ricariche di piccolo taglio comporta un incremento del prezzo complessivo anche sensibilmente superiore rispetto a quello applicato per i tagli di importo maggiore.

La domanda nasce spontanea: come è stato possibile che le società di telefonia abbiamo potuto fare tutto ciò senza che le Authority abbiano fatto nulla?
Si sottolinea come le indagini siano partite solo a seguito di una petizione di oltre 700.000 firme e che il ruolo svolto da un’attività di vigilanza debba essere quello di vigilare quella parte del mercato facendo principalmente gli interessi del cittadino e non attendere che sia il cittadino stesso ad evidenziare un fatto di per se gravissimo e che ha gravato, e continua ancora a gravare, sulle tasche di tutti quanti.

A cura di Gianluca Oreto
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