SOPRINTENDENZE AD OCCHIO VIGILE

Soprintendenze oberate di lavoro ed a corto di personale accorrete: i Vostri pareri negativi daranno maggiore spazio al paesaggio! Ecco il motto di Francesc...

12/04/2007
Soprintendenze oberate di lavoro ed a corto di personale accorrete: i Vostri pareri negativi daranno maggiore spazio al paesaggio!
Ecco il motto di Francesco Rutelli, leader politico della sinistra, oggi ministro dei beni culturali.
Dopo avere indicato una strategia di salvaguardia del paesaggio, passa alla fase operativa con sei interventi su altrettante realtà sottoposte a vincolo.

L’obiettivo è quello di fermare lo scempio esistente, radendo al suolo gli ecomostri esistenti e stimolando i poteri locali ad un’amministrazione responsabile del territorio.
Non dovranno esistere, quindi, situazioni come quella di Alimuri, sulla costa di Vico Equense, dove ad un passo dal mare sorge uno scheletro in cemento armato di un albergo la cui costruzione risale ai lontani anni ’60. A causa della debolezza dei vincoli di quei tempi, infatti, tutto o quasi era concesso; soltanto il buon senso delle amministrazioni ha bloccato la realizzazione dell’opera in itinere: ad oggi è importante anche la sua totale demolizione.

Altrettanto si farà a Gravisca, sul lido di Tarquinia, dove sull’area archeologica vennero iniziati tre edifici dei quali uno ancora oggi posa proprio sugli scavi. Anche in questo caso, è in fase avanzata il processo di demolizione.

Parallelamente, inoltre, segue il processo di prevenzione.
Sul lago di Caviate, occorre alla soprintendenza locale dire di no all’albergo ad otto piani in previsione unitamente al porto da 350 posti barca; come a Mentana, sui luoghi della battaglia tra i garibaldini e le truppe pontificie francesi è stata proposta una variante al piano regolatore da destinare ad edilizia residenziale.

Numerose altre situazioni analoghe fanno tremare: ad ognuno di noi è chiesto di mettere in moto la propria coscienza per evitare inutili richieste su progetti dei quali si è già a conoscenza del terribile impatto ambientale che genererebbero.

Il paesaggio non ha voce se non quella di chi, nel bene e nel male, vuole esprimere la sua opinione di riguardo.

A cura di Paola Bivona
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