AFFARI SOLO ON LINE

La finanziaria del 2007 ha introdotto importanti novità per le Pubbliche Amministrazioni che, a partire dal 1° luglio 2007, dovranno utilizzare obbligatoriam...

29/05/2007
La finanziaria del 2007 ha introdotto importanti novità per le Pubbliche Amministrazioni che, a partire dal 1° luglio 2007, dovranno utilizzare obbligatoriamente (ad esclusione di scuole, istituti di educazione e università) il cosiddetto “Mepa”, ovvero il mercato elettronico della pubblica amministrazione.
L’obiettivo che si attende la Consip Spa è quello di aumentare di oltre un terzo il valore delle transazioni effettuate in rete e di raddoppiare sia il numero delle pubbliche amministrazini ordinanti che delle aziende fornitrici; altri benefici, di analoga dimensione, dovrebbero arrivare , comunque, anche dal sistema delle convenzione che dovrebbe diventare più capillare.
Consip è una società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), che ne è l'azionista unico, ed opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo delle pubbliche amministrazioni.

Ma i cambiamenti più sostanziosi riguardano sicuramente il “Mepa”; ad utilizzare questo metodo, infatti, saranno tutte le pubbliche amministrazioni che dovranno fare acquisti di beni e servizi di valore inferiore alla soglia di rilievo comunitario che si attesta sui 211 mila euro per le amministrazioni territoriali e 137 mila euro per quelle centrali.
Per Danilo Broggi, amministratore delegato di Consip Spa, queste novità dimostrano l’alta considerazione che il legislatore ha del mercato elettronico, soprattutto per la semplificazione delle metodologie di acquisto e della digitalizzazione completa delle pubbliche amministrazioni che ridurrebbe di molto sia i costi che i processi.
Secondo le stime Consip, infatti, si avrebbe un calo dei prezzi, derivanti dall’utilizzo del commercio online, di circa l’8% e un risparmio di tempo equivalente a circa 12 ore per uomo per ogni singolo acquisto.
Per quanto riguarda gli effetti di queste novità si avrebbe un sensibile aumento del controvalore delle transazioni che dovrebbe, infatti, passare da 38 milioni di euro del 2006 a 52 milioni di euro del 2007; si dovrebbe, poi, registrare un aumento dei punti ordinanti attivati dalle pubbliche amministrazioni italiane che, infatti, dovrebbero passare da 1255 a circa 2000 e, infine, un aumento delle imprese accreditate come fornitori che dovrebbero passare da 1130 a 1800.

Il lavoro maggiore, per poter ottenere questi numeri, è da riservare al reclutamento delle aziende: una strada da percorrere è, infatti, il potenziamento degli “sportelli impresa” ovvero quelle strutture adibite all’assistenza degli aspiranti fornitori che, ad oggi, su tutto il territorio nazionale sono 110 ma che si vogliono portare a circa 160. Una seconda strada da intraprendere è quella dell’organizzazione di incontri per la promozione e la diffusione presso le P.A. locali.

Da aggiungere a tutto questo, come già detto in precedenza, ci sono le convenzioni di cui le P.A. possono usufruire: si possono, in questo modo, reperire i prezzi più convenienti per i beni e servizi di cui necessitano: ogni gennaio, secondo la finanziaria 2007, si redigerà un elenco delle categorie per le quali gli enti centrali e territoriali dovranno servirsi dei ‘cataloghi’ contrattati da Consip.

Per il 2007, con decreto del 31 marzo scorso, le categorie sono le seguenti: arredi per ufficio, carburanti da autotrazione, combustibili da riscaldamento, energia elettrica, macchine per ufficio e prodotti hardware e software, noleggio autoveicoli, buoni pasto, telefonia fissa e mobile.
Per quanto riguarda il volume d’affari generato con questo tipo di processo la dimensione è più elevata rispetto al Mepa: basti pensare, infatti, che nel 2006 il transato ha superato gli 1,2 miliardi di euro per un risparmio potenziale, però, pari a 2,6 miliardi.
In questo senso, quindi, secondo Broggi, si cercherà di sensibilizzare ancor di più gli enti all’utilizzo dell’Itc, prevedendo un ulteriore sconto per gli uffici che utilizzeranno gli acquisti in rete dell’1% tenendo sempre ben presente la qualità dei prodotti e, quindi, l’economia sostenibile.

A cura di Paola Bivona
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