AL PAESE SERVE UNA POLITICA CHE SAPPIA DECIDERE

Rompere una volta per tutte con la cronica incapacità decisionale che paralizza il Paese condannandolo a ritardi e arretratezze inaccettabili, Rendere più s...

19/07/2007
Rompere una volta per tutte con la cronica incapacità decisionale che paralizza il Paese condannandolo a ritardi e arretratezze inaccettabili,
Rendere più sicuro e spedito il cammino verso la completa liberalizzazione del mercato,
Garantire certezza e continuità nei trasferimenti delle risorse per le opere pubbliche,
Puntare con decisione sul rilancio delle città.
Sono queste le quattro richieste forti che il presidente dell’Ance Paolo Bozzetti, di fronte a una platea affollatissima di imprenditori giunti da tutta Italia, ha rivolto al governo nella sua relazione all’Assemblea annuale dell’Associazione.
Ai lavori, che si sono svolti presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma e che hanno visto peraltro l’intervento del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, erano presenti tra gli altri il presidente del Consiglio Romano Prodi, il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta e numerosissimi esponenti dei partiti di maggioranza e opposizione.

Il primo, forte monito all’esecutivo da parte del presidente dei costruttori è stato proprio sulla necessità di “saper decidere”. “E’ paradossale - ha detto Buzzetti - che le capacità decisionali della politica abbiano raggiunto il minimo storico nel momento in cui i molti e complessi problemi del Paese richiederebbero scelte rapide”.
Scelte impedite in troppi casi, secondo il presidente dell’Ance, dalla logica del consenso unanime ad ogni costo, dalla “politica del no” elevata a sistema. Una situazione pericolosa, che condanna il Paese all’immobilismo e il mercato all’inefficienza e che può essere superata - ha continuato Buzzetti - “solo definendo criteri decisionali coerenti, che chiariscano quanto compete a livello centrale, regionale e locale”. Altrettanto urgente, ha sottolineato il presidente dell’Ance, è liberalizzare il sistema economico. Aperture finora ci sono state, ma - ha puntualizzato Buzzetti – “esistono ancora potenti barriere e fortissime lobby”. E a farne le maggiori spese è proprio il settore delle costruzioni, aggredito da pesanti fenomeni di elusione della concorrenza - si pensi soprattutto ai lavori in house messi in atto da società miste a maggioranza comunale o regionale che vestono contemporaneamente i panni di enti appaltanti e di società esecutrici - che andrebbero fermati una volta per tutte. Il terzo, forte impegno chiesto dal presidente dell’Ance al governo è in materia di risorse. “Sebbene sia apprezzabile l’incremento di risorse previsto dall’ultima Finanziaria (+23%), la complessità e la lunghezza dei processi decisionali - ha dichiarato il presidente dell’Ance - stanno determinando una vera e propria asfissia negli appalti”. Oltre all’allarmante caduta dei bandi pubblici, Buzzetti ha posto l’accento sulle difficili situazioni finanziarie di Anas e Ferrovie.
Situazioni rispetto alle quali il Dpef sembra tuttavia offrire una prima, importante risposta in termini di risorse. “Ma questo non basta - ha detto Buzzetti – l’Ance chiede al governo di garantire l’affidabilità degli impegni presi, accelerando i processi decisionali e garantendo certezza e continuità nei trasferimenti delle risorse”. Non meno cruciale, secondo il presidente dei costruttori, è evitare che la realizzazione del programma delle opere strategiche porti a un drenaggio di risorse a scapito di tutti gli altri interventi di infrastrutturazione del territorio, di dimensione più limitata ma non meno indispensabili per il futuro e il rilancio competitivo del Paese. Ma Buzzetti ha sollecitato il governo anche a rimettere al centro dell’attenzione il tema del rilancio urbano . `”Se il problema delle città deve diventare una questione di interesse nazionale, come si afferma del resto anche nell’allegato Infrastrutture al Dpef, nazionale - ha detto il presidente dei costruttori - dovraà essere lo sforzo finanziario, organizzativo e istituzionale”.

Obiettivi importanti e improrogabili, quelli sui quali Buzzetti ha richiamato l’impegno del governo, ma che realisticamente non possono essere realizzati senza prima mettere mano, con forza, sui tanti problemi ancora irrisolti del mercato e che più da vicino toccano il rapporto tra Stato e impresa.
In materia di appalti ad esempio, ha sottolineato il presidente dell’Ance, “è evidente che l’eccesso di regole, i continui interventi legislativi e il loro sovrapporsi determinano gravi situazioni di incertezza sia per le imprese che per la pubblica amministrazione”. Per questo l’Ance chiede al governo una radicale semplificazione degli adempimenti e un sistema normativo chiaro e univoco su tutto il territorio nazionale.

Particolare attenzione è stata data dal presidente dei costruttori al problema della qualificazione delle imprese. “L’ossessivo riferimento al fatturato ai fini della qualificazione - ha dichiarato Buzzetti - è una delle cause che condanna fatalmente le imprese a ribassi eccessivi. Ribassi che, per giunta, si è costretti ad applicare su prezzari vecchi”.

Secondo l’Ance la disciplina regolatrice dell’accesso agli appalti andrebbe fondata, invece, su requisiti “sostanziali”, come la solidità finanziaria, le attrezzature specialistiche, il personale tecnico, le garanzie di sicurezza. “Su questo fronte - ha detto comunque il presidente dei costruttori - le misure del Regolamento attuativo del Codice degli appalti ci fanno ben sperare”.

Non sono invece arrivate, come ha ricordato Buzzetti, le risposte da tempo sollecitate e attese dalla categoria in materia fiscale. “La manovra dell’ultimo anno - ha anzi spiegato il presidente dell’Ance - ha colpito duramente la fase più nevralgica del processo costruttivo, quella della produzione, portando ad un incremento dei costi del 15-20%”.
Aumenti dei costi, pesanti oneri gestionali e forti situazioni di incertezza per le imprese sono derivati anche dagli innumerevoli nuovi adempimenti, in particolare reverse charge e responsabilità solidale dell’appaltatore nei confronti del subappaltatore. “Per sopperire ai limiti dell’Amministrazione pubblica nella lotta all’evasione fiscale - ha sottolineato il presidente dei costruttori - le imprese si sono ritrovate di fatto a fare i controllori dell’imposizione fiscale, a svolgere cioé le funzioni dello Stato”.

Una situazione pesante, sulla quale l’Ance aveva chiesto al governo una correzione di tiro che “nonostante le rassicurazioni - ha detto Buzzetti - nel Dpef è mancata”. Così come non hanno trovato ancora posto misure importanti e da tempo sollecitate dalla categoria in materia di lavoro. Tra i principali obiettivi dell’Ance su questo tema c’è la riduzione del differenziale tra costo del lavoro e retribuzione netta, che potrebbe essere ottenuta anche attraverso la decontribuzione degli straordinari. “L’Ance chiede inoltre - ha sottolineato il presidente Buzzetti - maggiore flessibilità nel mercato e l’introduzione di meccanismi di premialità, primo tra tutti lo sgravio dell’11,50%. Una misura che non solo dovrebbe essere nuovamente introdotta nel nostro ordinamento, ma resa permanente”.

Molte e significative le risposte del ministro delle Infrastrutture Di Pietro alle sollecitazioni del presidente dell’Ance.
In materia di risorse per le opere pubbliche, in particolare, Di Pietro ha ricordato l’impegno del governo ad aumentare gli stanziamenti, come dimostrano la Finanziaria dell’ultimo anno e il Dpef da poco approvato. “Tuttavia - ha detto il responsabile delle Infrastrutture - i fondi a disposizione sono stati necessari non tanto per aprire nuovi cantieri, ma per evitare che si chiudessero quelli in corso. In altre parole - ha continuato il ministro - abbiamo passato il primo anno a pagare le fatture insolute, soprattutto quelle dell’Anas”. Ed è per questo che “un governo serio - ha detto ancora Di Pietro - non può mettere sul piatto, per le infrastrutture, più di 30-35 miliardi per i prossimi 4 anni”.
In materia di regole il responsabile delle Infrastrutture ha ricordato invece che, con questo governo, si è dato il via ad un’importante riscrittura del sistema normativo degli appalti. “E, tra le nuove misure, quella dell’avvalimento - ha detto Di Pietro - si deve proprio al lavoro congiunto con l’Ance”.
Altri due importanti obiettivi che il ministro intende realizzare a breve sono in linea con le richieste dei costruttori: un forte ripensamento del sistema delle Soa, che si sono rivelate un’esperienza fallimentare, e la necessità di intervenire per porre un freno all’eccessiva autonomia legislativa delle Regioni, causa di norme fin troppo frammentate e eterogenee.

Fonte: Ance
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