ATTACCO AI 1.400 MILIONI DEL PONTE

Con la Finanziaria del 2007 sono stati revocati i fondi (1,4 miliardi di euro) che Fintecna aveva messo a disposizione per la realizzazione del Ponte sullo S...

31/08/2007
Con la Finanziaria del 2007 sono stati revocati i fondi (1,4 miliardi di euro) che Fintecna aveva messo a disposizione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
La domanda nasce spontanea come saranno ridistribuiti i 1.400 milioni di euro?
Secondo il Decreto Legge 262/2007, le risorse finanziarie che erano destinate alla realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente saranno attribuite al Ministero dell'economia e per la realizzazione d'interventi in Sicilia e in Calabria.
I 1.400 milioni saranno così ridestinati:
  • il 10% (140 milioni) per interventi per la realizzazione di opere di tutela dell'ambiente e difesa del suolo in Sicilia e in Calabria;
  • il 90% (1.260 milioni) per interventi per la realizzazione di opere infrastrutturali in Sicilia e in Calabria
Del 90% il 70 per cento sarà destinato ad interventi nella regione Sicilia e, per la restante parte, ad interventi nella regione Calabria.
Le modalità di utilizzo sono stabilite, per la parte relativa agli interventi infrastrutturali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa con le regioni Sicilia e Calabria, e, per la parte relativa agli interventi in materia ambientale, con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa con le regioni Sicilia e Calabria.

Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che comuni e province delle zone interessate avrebbero preso d'assalto le risorse provenienti dal Ponte sullo Stretto e che avrebbero già abbozzato un elenco di micro-opere che finirebbe con polverizzare queste ingenti risorse.
Il Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha fortemente manifestato il suo disappunto su questa dispersione delle risorse provenienti dall'ex Ponte sullo Stretto e che si opporrà a tutte quelle opere che non abbiano un'importanza strategica.

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