ANTONIO DI PIETRO: SI INDAGHI SULLA “ZONA GRIGIA”

Al ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro, intervenuto a Palermo al convegno organizzato da Confcommercio "Legalità e sicurezza. Insieme per liberar...

19/10/2007
Al ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro, intervenuto a Palermo al convegno organizzato da Confcommercio "Legalità e sicurezza. Insieme per liberare le imprese dalla criminalità" di giovedì 18 ottobre a Villa Igea, www.lavoriPubblici.it ha posto alcune domande riguardo autonomia, lavori pubblici e criminalità.
Signor Ministro molto spesso, i posti chiave per il governo degli appalti, dei lavori pubblici e dell’urbanistica, vengono assegnati a rappresentanti di piccoli partiti che spesso rispecchiano il pensiero di una sola stretta minoranza di elettori. Intendete intervenire in tal proposito?
Non conosco nello specifico i lavori parlamentari siciliani e non posso esprimermi su di essi. Posso solo dire che nel referendum che stiamo preparando riguardo il nuovo sistema elettorale, stiamo chiedendo la riduzione del numero dei partiti in modo da avere una maggiore governabilità e una maggiore rappresentatività del sistema.

Gli Ordini professionali accusano da tempo il federalismo regionale di generare Codici sugli appalti e norme in materia di appalti e lavori pubblici regionali spesso in contrasto fra di loro e con quelle nazionali. Cosa si può fare?
Come Ministro delle Infrastrutture ritengo che ci sia necessità di una codificazione unitaria del codice degli appalti e del regolamento della funzionalità del Codice degli appalti fra tutte le regioni.
Su questa linea, come ministero delle infrastrutture, abbiamo già provveduto a emanare il Codice degli appalti, predefinito dalla precedente legislatura ed emanato, anche, il regolamento di attuazione.
E mi dispiace constatare come in tutta Italia, in tutte le regioni, stiano nascendo codici e regolamenti di tipo regionale, spesso in contraddizione con quello nazionale e anche tra le varie regioni. Un fatto che mette in grande difficoltà il sistema delle imprese che non sa più quali leggi applicare e in quale regione si ritrova. Penso che il principio del federalismo, come causa della proliferazione di codici diversi, debba oggi essere rivisto non tanto per limitare il processo di federalismo ma per renderlo più funzionale.

Da ex magistrato, su quale fronte va oggi combattuta la criminalità nelle imprese?
C’è un terzo livello di illegalità che oggi chiamiamo “zona grigia”. Si tratta di una borghesia mafiosa, composta da gruppi che pur non facenti parte integrante dell’organizzazione mafiosa si fa “bene strumentale” essa stessa, stabilendo un nuovo tipo di rapporto di contiguità con la criminalità. Una forma evolutiva della mafia che è passata dalla lupara e la coppola a nuove forme di convivenza e neutralità indifferente”.

A cura di Salvo Sbacchis
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