Housing sociale

Nella prima sessione tecnica del convegno nazionale dei giovani imprenditori dell’Ancededicato al tema “Housing sociale: un contratto con le città” e che si ...

28/11/2007
Nella prima sessione tecnica del convegno nazionale dei giovani imprenditori dell’Ancededicato al tema “Housing sociale: un contratto con le città” e che si è tenuto a Roma, presso Villa Miani, il 23 e 24 novembre scorso sono state affrontate alcune proposte economico-finanziarie quali, ad esempio, la possibilità che le fondazioni possano lanciare dei fondi immobiliari per l’housing sociale, che vengano ricercate nuove aree, anche facenti parte del verde pubblico, e che vengano eliminati gli strumenti urbanistici ritenuti d’intralcio come i piani di zona.
Il dibattito è stato aperto dal vicepresidente dei giovani dell’Ance, Paola Malabaila, che ha posto l’attenzione sul “prodotto abitativo” ovvero sulla possibilità di creare un’offerta consona per degli inquilini potenziali, che hanno cioè reddito annuo tra i 18 ed i 30 mila Euro, di cui il 20% viene destinato al pagamento dell’affitto, dato che nell’ultima stagione politica il baricentro si è spostato dalla proprietà all’affitto.
A fare parte di questa fetta di potenziali inquilini sono circa sei milioni di residenti di cui circa 4 milioni sono immigrati stabilizzati: visto il gran numero di utenti, l’Ance è pronta a scendere in campo ma la sua rappresentante verde ha chiesto quattro garanzie fondamentali. La principale di queste riguarda l’utilizzo di aree disponibili e quindi una riforma del governo del territorio per poi passare a dei finanziamenti leggeri che contribuiscano ad abbattere i costi di costruzione, ad una ripartizione più esplicita delle competenze stato-regione ed, infine, ad un regime civilistico che, al termine della locazione, garantisca la reale disponibilità degli immobili anche per la vendita.
Il punto cruciale di queste garanzie è senza dubbio la prima che ha come conseguenza la fine della pianificazione conservatrice e statica che ha caratterizzato l’edilizia italiana dall’emanazione della prima legge urbanistica, ovvero 65 anni fa.

Secondo il presidente dei giovani imprenditori edili, Simona Leggeri, infatti, la soluzione è quella di eliminare quelle regole che impediscono la flessibilità nella destinazione d’uso in modo da riuscire a costruire ciò che richiede il mercato. Bisogna, quindi, riuscire a superare il dirigismo antieconomico che contraddistingue i piani di zona: nel governo del territorio, infatti, per mantenere accettabili i rapporti tra pubblica amministrazione e imprenditori sono necessarie chiarezza e semplicità. Il tema ha destato parecchie discussioni tant’è che Linda Lanzillotta, ministro per gli affari regionali, ha dichiarato che 550 milioni di Euro verranno destinati all’housing sociale a partire dalla prossima conferenza stato-regioni, ricevendo grande approvazione e la richiesta che gli interventi partano immediatamente dopo la conferenza stessa, senza ulteriori dilazioni.

Per quanto riguarda la seconda garanzia richiesta, ovvero i finanziamenti più leggeri, un ruolo determinante è stato delineato dal presidente dell’Acri (associazione delle fondazioni bancarie), Giuseppe Guazzetti, che è anche presidente della Fondazione Cariplo: il fondo Abitare 1, ad esempio, emesso proprio della Fondazione Cariplo, ha stanziato 85 milioni che verranno utilizzati per la costruzione di 100 appartamenti a Crema e 700 a Milano.

Sul fronte dei tagli ai costi di costruzione è intervenuto, invece, Luca Navarra, secondo vicepresidente di Ance giovani, che ha addirittura ipotizzato l’utilizzo di aree verdi a costo zero. La soluzione non è stata respinta nemmeno da Enzo Proietti, direttore generale di risorse per Roma.

Su questo rapporto stato-imprenditori è intervenuto anche Pier Ferdinando Casini cha ha auspicato una nuova stagione sarcosiana di rilancio della creatività dell’architettura, anche attraverso progetti più osè, che possano lasciare il segno della nostra epoca nel panorama storico-artisico italiano. Casini ha, inoltre, rilasciato una dichiarazione che prendeva le distanze dalla posizione del ministro Rosi Bindi che, comparendo al convegno, ha sottolineato il fatto che il governo abbia spostato la sua attenzione in favore dell’affitto in funzione antispeculativa.
Casini ha, infatti, dichiarato “Privilegiare l’affitto, bollando come speculazione l’acquisto della casa da parte delle classi medie è una linea statalista che non favorisce la crescita e nemmeno la mobilità sociale”. La conseguenza di questa dichiarazione è stata quella di sostenere che, nel momento in cui il suo fronte tornerà alla guida del paese, l’attenzione all’housing sociale sarà diversa. .

A cura di Paola Bivona
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