SERVONO PIU’ ALLOGGI A PREZZI CALMIERATI

Il problema della casa è diventato un'emergenza sociale: “servono politiche forti per incrementare il patrimonio in affitto con prezzi calmierati o controlla...

24/10/2008
Il problema della casa è diventato un'emergenza sociale: “servono politiche forti per incrementare il patrimonio in affitto con prezzi calmierati o controllati”. E' questo il messaggio che il Censis e Federcasa lanciano nella loro ricerca “Social Housing housing e agenzie pubbliche per la casa”, presentata al “IX Incontro finanziario dell'Autonomia locale”, organizzato da Dexia Crediop.
Lo studio è partito dalla constatazione che in Italia “per molti anni il problema della casa è stato rimosso, nella convinzione diffusa che l'elevato tasso di proprietà fosse una garanzia sufficiente della soddisfazione del fabbisogno. Inoltre la competenza sulle politiche abitative è stata regionalizzata senza una contestuale assegnazione di risorse adeguate, col risultato che le politiche abitative si sono praticamente azzerate”.
L'inadeguatezza e la rigidità di un'offerta tutta basata sulla casa di proprietà e sull'affitto a prezzi di mercato, spiega lo studio, ha accresciuto le situazioni di disagio abitativo: nel 2007 il 77,2% degli sfratti è avvenuto per morosità dell'inquilino, mentre era solo il 26% nel 1990, un sintomo chiaro dello scarto fra dinamiche salariali e prezzi di mercato.

Il sistema tradizionale di aiuti per la casa, sottolineano Censis e Federcasa, non è più in grado di offrire risposte adeguate di fronte a fenomeni come la crescita del numero delle famiglie, l'aumento dell'immigrazione, l'invecchiamento della popolazione, il precariato e le difficoltà per i giovani di uscire dalle famiglie d'origine. Ma come intervenire?
Lo studio suggerisce politiche articolate sul territorio e basate su un sistema di aiuti diversificato e in grado di rispondere a richieste come il bisogno di casa temporaneo, tipico di studenti, lavoratori stagionali e in mobilità, oppure il bisogno di casa per un periodo di difficoltà come accade ai separati o ai disoccupati.
Infine, serve un nuovo sistema di operatori che comprenda anche il settore privato e favorisca la nascita di società immobiliari di tipo europeo anche in Italia. Censis e Federcasa hanno messo in evidenza anche la questione delle “aziende casa” pubbliche, nate per la promozione e gestione degli alloggi sociali. Questi enti hanno subito le ostilità della politica che ne ha ridotto l'efficienza, mentre, secondo lo studio sono perfettamente in grado di svolgere il loro ruolo di sviluppo in larghe zone del paese.
Su 33 aziende monitorate (Ater, Acer, Aler, ecc.), per lo più al Centro-Nord, i dati sono positivi: tra il 2001 e il 2006 gli alloggi gestiti sono aumentati, ad esempio, del 21% a Trento, del 17% a Siena, del 15% a Bergamo. Non poteva mancare un commento sul piano casa del governo, che viene considerato positivamente in quanto “mostra la volontà di affrontare con una politica nazionale unitaria una questione centrale per la società italiana”, tuttavia “non si deve genericamente espandere il patrimonio di edilizia residenziale, ma occorre rafforzare un'offerta accessibile all'affitto, che costituisce l'elemento di debolezza del quadro italiano”.

Fonte: www.demaniore.com
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