LE MISURE ANTICRISI IN EUROPA E USA

Il Governo italiano si prepara a fronteggiare le eventuali ricadute della crisi finanziaria sul sistema bancario italiano. Si mettono in deposito “armi” che ...

13/10/2008
Il Governo italiano si prepara a fronteggiare le eventuali ricadute della crisi finanziaria sul sistema bancario italiano. Si mettono in deposito “armi” che '”però - come ha spiegato il Governatore della banca d'Italia, Mario Draghi, al termine del Consiglio dei Ministri che ha varato il decreto salva-banche - non sono necessariamente da usare”.
Come tutti i governi europei ci si attrezza per fronteggiare eventuali peggioramenti della crisi. Questo anche se il sistema bancario italiano - dice il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti - è “solido” e “liquido”. Il provvedimento varato mercoledì non costituisce un vero e proprio fondo delineato nelle dimensioni e nelle quantità, ma piuttosto una “procedura - come ha spiegato lo stesso Tremonti - che consente di intervenire caso per caso”. Banche eventualmente sottocapitalizzate potranno chiedere l'intervento del Tesoro oppure sarà Bankitalia a prendere l'iniziativa. Solo in questi casi si attiverà la procedura di sostegno con una ricapitalizzazione da parte di via XX Settembre che sarà temporanea e neutrale (senza diritto di voto). Il decreto aggiunge inoltre alla garanzia per i risparmiatori già rappresentata dal fondo di tutela interbancario, anche “la garanzia pubblica”.
Quello italiano è solo l'ultimo intervento di una lunga serie di mosse difensive avviate da tutti i paesi del mondo per tentare di arginare la crisi dei mutui. Ormai praticamente tutti i governi del Vecchio Continente, oltre che quello degli Stati Uniti, hanno aperto i forzieri dell'erario per foraggiare le istituzioni finanziarie in difficoltà.

Ecco i principali interventi messi in atto dai diversi Paesi.
- GRAN BRETAGNA: il premier Gordon Brown ha ufficializzato il varo di un piano da 50 miliardi di sterline (64 miliardi di euro), che porterà alla parziale nazionalizzazione di otto banche: Abbey, Barclays, Hbos, Hsbc, Lloyds TSB, Nationwide Building Society, Royal Bank of Scotland e Standard Chartered. La Gran Bretagna è il paese che, di fatto, ha aperto la strada alle rinazionalizzazioni delle banche, con quella di Northern Rock più di un anno fa, per poi nazionalizzare i prestiti di Bradford & Bingley per quadi 50 miliardi di sterline. Ma anche la Banca centrale inglese non rimane a guardare, dopo i 40 miliardi di dollari di liquidità offerti a settembre, è allo studio un piano da 200 miliardi di sterline per rifinanziare il mercato del credito.

- STATI UNITI: Washington ha già superato ampiamente i 1.000 miliardi di dollari di aiuti al sistema finanziario. Gli ultimi sono i 700 miliardi di dollari che verranno investiti per acquistare i “titoli tossici”, più altri 150 miliardi per sgravi e incentivi. Gli Usa hanno varato un maxi-piano, passato con molte turbolenze l Congresso, per cercare di riparare i danni derivanti dalla crisi dei mutui. Ma già in precedenza l'amministrazione Bush aveva speso 200 miliardi di dollari per Fannie Mae e Freddie Mac e altri 85 per il colosso assicurativo Aig. Senza contare le garanzie fornite a Bear Stearns (30 miliardi) e Merrill Lynch (20 miliardi).

- GERMANIA: Altro prime-mover nei salvataggi nazionali, con gli interventi da 16 miliardi su Ikb e West Lb nello scorso anno. La crisi ha messo in ginocchio il colosso Hypo Real Estate, a cui sono state concesse garanzie per 35 miliardi di euro (26,5 miliardi da Berlino) in un piano che però fatica a decollare e potrebbe salire a 50 miliardi. Il Governo Merkel ha inoltre garantito tutti i conti correnti privati del Paese, con un impegno che arriva a quasi 570 miliardi di euro.

- IRLANDA: la prima a dare vita alla garanzia totale sui depositi. Un impegno che arriva di fatto a superare i 400 miliardi di euro, ovvero due volte il Pil del Paese. Ma soprattutto un piano che ha spiazzato gli altri Paesi, Gran Bretagna in testa, costringendoli ad alzare il 'tetto' di tutela per i propri correntisti.

- OLANDA: Il governo olandese ha annunciato che metterà a disposizione del settore finanziario 20 miliardi di euro per aiutarlo a far fronte alla crisi economica, e si porrà come garante dei risparmi dei 120 mila clienti olandesi della banca online “Icesave”, filiale della islandese “Landsbanki” nazionalizzata martedì. I 20 miliardi di euro, destinati a “proteggere un sistema finanziario sostanzialmente sano dagli shock ai quali è soggetto”, serviranno ad aumenti di capitale e a iniezioni di liquidità - ha spiegato il ministro Bos in una conferenza stampa all'Aja.

- BENELUX: Le crisi di Fortis e Dexia hanno convinto Olanda e Belgio ad aprire i cordoni della borsa. Le attività belghe e lussemburghesi sono state rilevate da Bruxelles, che poi le ha girate a Bnp Paribas. L'Aja invece ha speso quasi 17 miliardi per le attività olandesi di Fortis. La banca franco-belga Dexia ha ottenuto la garanzia da parte di Belgio, Francia e Lussemburgo per raccogliere sul mercato fino a un massimo di 4,5 miliardi di euro. Lo Stato belga apporterà la propria garanzia per il 60,5%, quello francese per il 36,5% e il Lussemburgo per il 3%. Le fonti precisano che non ci sarà una scissione della banca, specializzata nei crediti agli enti locali.

- GRECIA: il Paese ha deciso di portare da 20.000 a 100.000 il tetto sui conti correnti bancari, dopo essere stato fra i precursori a porre il divieto alle vendite allo scoperto.

- FRANCIA, SPAGNA: sono i Paesi meno toccati dalla crisi. Bnp Paribas è l'unica banca che si è imbarcata in un'acquisizione “pesante”, con i 9 miliardi di euro per acquistare le attività di Fortis. In Spagna, Santander e Bbva sembrano solo sfiorate dalla crisi, ma l'amministrazione Zapatero ha comunque varato un fondo da 30 miliardi di euro (può arrivare a 50) per portare da 20.000 a 50.000 la protezione dei conti correnti.

Fonte: www.demaniore.com
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