APERTURE SULL'EDILIZIA: ENTUSIASMO E PERPLESSITÀ AMBIENTALI

In tempi di crisi economica, il Governo prepara il rilancio attraverso aperture all'edilizia urbana. Gli entusiasmi dei sostenitori sono controbilanciati d'a...

10/03/2009
In tempi di crisi economica, il Governo prepara il rilancio attraverso aperture all'edilizia urbana. Gli entusiasmi dei sostenitori sono controbilanciati d'altro canto dai dubbi e dai timori sui rischi di impatto sull'ambiente e sul paesaggio delle nostre città, ravvisando il rischio di nuove speculazioni edilizie.

Venerdì saranno, con molta probabilità, varati dal Governo i provvedimenti del piano casa annunciato dal premier in questi giorni. Il piano dovrà essere poi valutato dalle singole regioni, che detengono la competenza normativa in materia. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha già comunicato alcune delle possibili aperture che dovrebbero essere contenute nel piano casa; in merito al piano ha dichiarato che lo stesso ha anche lo scopo, di: "Dare a chi ha una casa e nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipotini la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze o dei bagni con servizi annessi alla villa esistente".

Tra le indicazioni più importanti si parla in particolar modo di:
  • aumento del 20% del volume degli immobili ad uso residenziale;
  • aumento del 20% della superficie degli immobili ad uso diverso da quello abitativo;
In entrambi i casi, l'accrescimento deve far parte della struttura, o eventualmente costituirne un elemento accessorio e gli edifici devono essere stati costruiti entro il 31 dicembre 2008. Ipotizzati anche degli sgravi fiscali.

Altri provvedimenti riguarderebbero anche il rinnovamento degli edifici (anteriori al 1989 e non sottoposti a tutela, che necessitano di adeguamenti agli standard qualitativi ed energetici) attraverso il loro abbattimento e la ricostruzione prevedendo un aumento:
  • del 30% della cubatura degli edifici a uso residenziale;
  • del 30% della superficie degli immobili ad uso diverso da quello abitativo;
  • del 35% della cubatura impiegando tecniche bio edilizie e/o impiego di energie rinnovabili.
Ulteriori aperture giungerebbero dallo snellimento burocratico, sostituendo eventualmente con una perizia giurata di un tecnico, il permesso di costruire; a livello di sanzioni si prevede una possibile sostituzione con pene amministrative per abusi di lieve entità.

Dal Presidente del Consiglio arriva anche l'affermazione che le nuove proposte non condurranno ad alcun abuso edilizio, coinvolgendo in ogni caso solo aree edificabili secondo il piano regolatore e non aree abusive, e restando, sempre, valide le norme in materia di vincoli ambientali e paesaggistici e di distanze.

Accanto alle dichiarazioni di entusiasmo, non mancano i distinguo e le perplessità da più parti. Dall'opposizione, si registra la bocciatura del progetto, espressa nel programma "In mezz'ora" dal nuovo segretario del PD Franceschini, che reputa la riforma non ben ponderata e soprattutto con un eccessivo rischio di "cementificazione" dell'Italia.

Sulle stesse posizioni del centrosinistra, si colloca Legambiente ricollegando le conseguenze del nuovo piano casa, ai disastri edilizi e ambientali del Dopoguerra e ricordando gli scenari di "Mani sulla città" di Francesco Rosi. I rischi di speculazione riguarderebbero allora, come negli anni '60, non solo l'abbrutimento del paesaggio e dei centri storici, la proliferazione di edifici, ma anche la sicurezza stessa degli stabili.

A cura di Nicoletta Trapani
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