PIANO CASA: RAGGIUNTO L'ACCORDO TRA GOVERNO E REGIONI

Come già anticipato, lo scorso 31 marzo Regioni e Governo hanno raggiunto l'intesa sul Piano Casa attraverso un'importante accordo, successivamente ratificat...

03/04/2009
Come già anticipato, lo scorso 31 marzo Regioni e Governo hanno raggiunto l'intesa sul Piano Casa attraverso un'importante accordo, successivamente ratificato nella seduta n. 43 dell'1 aprile del Consiglio dei Ministri, che avrà lo scopo di favorire iniziative volte al rilancio dell'economia, rispondere ai bisogni abitativi delle famiglie ed introdurre incisive misure di semplificazione procedurali dell'attività edilizia.

Diversamente dalle mire iniziali del Governo, il piano varato prevede l'intervento delle Regioni con l'approvazione entro 90 giorni di proprie leggi per disciplinare interventi volti a migliorare la qualità architettonica ed il risparmio energetico, entro il limite del 20 per cento della volumetria esistente, di edifici residenziali uni-bifamiliari o comunque di cubatura non superiore a 1000 metri cubi.

Ma, come affermato dallo stesso Presidente del Consiglio, quello appena varato è semplicemente un "piano famiglie", in quanto in vero "piano casa" riguarderà le giovani coppie e le famiglie disagiate attraverso un grande progetto di edilizia abitativa. "Questo - ha affermato Berlusconi - più che un piano casa è un piano famiglia per chi vuole ampliare la propria abitazione. Ora metteremo a punto un piano casa importante, sempre in collaborazione con le Regioni. Si tratta di realizzare nei capoluoghi di provincia insediamenti urbanistici nuovi per quelle famiglie che ancora non hanno casa o a chi vuol fare una famiglia ma trova ostacolo negli acquisti e negli affitti".

L'idea di base è quella di creare, un po' come già avvenuto a Milano o a Roma, delle "new town" accanto ad ogni capoluogo di provincia. Queste "new town" saranno dei veri e propri insediamenti urbani all'avanguardia, compresi di campi gioco, scuole, chiese e parchi, costruiti secondo le recenti norme sul risparmio energetico e la bioedilizia.
Questi insediamenti saranno realizzati su terreni ex agricoli di proprietà dello Stato o su terreni. All'interno di questi insediamenti, verrà data l'opportunità alle giovani coppie e alle famiglie a basso reddito di acquistare appartamenti usufruendo di mutui trentennali con delle rate mensili pari o inferiori ai canoni di locazione di mercato vigenti nelle città capoluogo e secondo uno strumento di finanziamento ad hoc preparato dal sistema bancario.

Evidenziamo di seguito i primi commenti all'accordo raggiunto tra Governo ed Enti Locali.
Soddisfazione per il Consiglio Nazionale degli Architetti per l'accordo appena raggiunto. Come affermato in un comunicato stampa: "Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori esprime la propria soddisfazione per l'accordo Governo-Regioni, che sembra essere una positiva misura anticrisi per il riavvio dell'attività edilizia, in particolare ai fini di una consistente e positiva operazione di "rottamazione" nelle periferie degradate delle nostre città. Ci auguriamo che il miglioramento della qualità architettonica, l'efficienza energetica, la sostenibilità ambientale, la semplificazione e l'omogeneizzazione delle procedure su tutto il territorio nazionale, possano essere i pilastri di un accordo molto positivo per il nostro Paese. Auspichiamo, infine, che si attuino rapidamente i relativi affinamenti tecnici, per i quali questo Consiglio Nazionale è pronto a dare il proprio concreto contributo."

Diverso il giudizio espresso da Confedilizia che attraverso il suo Presidente, Corrado Sforza Fogliani, fa sapere: "Apprezziamo l'impegno del Governo a sburocratizzare le pratiche urbanisti-che e a rimettere in moto l'edilizia. Ma il testo dell'Intesa raggiunta con le Regioni e le Autonomie locali fa chiaramente capire che i tempi saranno lunghi".
Proprio l'eccessivo prolungarsi dei tempi ha portato Confedilizia a riproporre un misura già evidenziata in precedenza che riguarda quei 700-800 mila alloggi che non vengono attualmente affittati perché bisognosi di ristruttura-zioni edilizie e di rimesse in pristino che i proprietari non possono eseguire data la redditività della locazione e che comporterebbe un costo molto limitato per il Governo (circa 170 milioni di euro). "Se il Governo varasse la tassazione separata dei redditi da locazione a mezzo di cedolare secca almeno per i contratti a canone calmierato dagli accordi che Confedilizia ha stipulato in tutta Italia con i sindacati inquilini - ha dichiarato il Presidente - i proprietari di casa metterebbero immediatamente mano ai necessari lavori edilizi. Se si trovano molti soldi per costruire ex novo e solo per sempre più costruire, non dovrebbe essere difficile trovare una somma limitata per una azione immediata, che risolverebbe problemi abitativi anche ripristinando la mobilità sul territorio".
"La misura favorirebbe inoltre la destinazione alla locazione anche di circa 40mila alloggi attualmente invenduti, come da tempo suggerito dalla Confedilizia sulla scia di quanto già fatto in Spagna. Il Governo dovrebbe avere ben chiaro che i problemi a-bitativi non si risolvono in tempi brevi né costruendo case né bloccando gli sfratti, ma solo rilanciando l'affitto privato".

Abbastanza positivo il commento di Legambiente che, attraverso il vicepresidente di Sebastiano Venneri, fa sapere: "Bene aver bloccato gli aspetti più dannosi per le nostre città e paesaggi, molta attenzione però, dovrà essere posta ora sulle decisioni delle Regioni che ereditano, sostanzialmente, una scatola vuota, da riempire di regole e contenuti".

"La palla passa ora completamente alle Regioni - ha terminato Venneri - che dovranno dare a questo strumento un senso utile e fruttuoso senza trasformarlo nel grimaldello per autorizzare scempi sconsiderati. Per questo la nostra associazione creerà subito un osservatorio specifico per vigilare sulle scelte delle Regioni, affinché scelgano la strada dell'innovazione e della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio".

Infine, l'ANCI ha sottolineato l'importanza dell'ultima parte dell'accordo che comporta l'impegno del Governo a sostenere l'edilizia residenziale pubblica e ad avviare, congiuntamente con le Regioni e le autonomie locali uno studio di fattibilità per un nuovo piano casa che individui, in aggiunta alle risorse dell'Accordo, risorse pubbliche e private per soddisfare il fabbisogno abitativo delle famiglie o particolari categorie, che si trovano nella condizione di più alto disagio sociale e che hanno difficoltà ad accedere al libero mercato della locazione. Infine, il Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha chiesto l'attribuzione ai Comuni del maggior gettito Iva derivante dalla attuazione del nuovo piano casa, da reinvestire poi in appositi programmi di edilizia: su questo il Governo si è impegnato a discuterne nei prossimi giorni in vista della predisposizione del decreto-legge.

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