Nuovo Regolamento Codice dei contratti: Una voce fuori dal coro

Il nuovo Regolamento di attuazione del Codice dei contratti, avuta venerdì scorso la definitiva approvazione del Consiglio dei Ministri, nei prossimi giorni ...

22/06/2010
Il nuovo Regolamento di attuazione del Codice dei contratti, avuta venerdì scorso la definitiva approvazione del Consiglio dei Ministri, nei prossimi giorni sarà trasmesso al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che lo emanerà con proprio decreto e successivamente alla registrazione alla Corte dei Conti sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

Ai primi commenti positivi di alcuni operatori del settore si aggiunge anche la voce di chi la pensa divesamente.
Per chiarire il nostro concetto ci soffermeremo, in particolare, su alcune dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli e precisamente su quella in cui viene dichiarato che: "Per la prima volta nel nostro Paese, le disposizioni normative nel settore vengono racchiuse in un unico testo".

La dichiarazione, a nostro avviso, è errata e ve ne spieghiamo i motivi.
Andiamo con ordine.
Il regolamento approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri è previsto dall'articolo 5 del Codice dei contratti (D.Lgs. n. 163/2006) dove al comma 5 sono elencate con le lettere da a) a s-bis) le disposizioni di attuazione ed esecuzione che devono essere dettate dal regolamento stesso.
In verità e per ragione di obiettività occorre aggiungere che, successivamente all'entrata in vigore del nuovo regolamento (come per altro viene precisato all’articolo 358 del Regolamento stesso), saranno abrogati tra l'altro:
  • il DPR n. 554/1999 (Regolamento di attuazione della legge n. 109/1994),
  • il DPR n. 34/2000 (Regolamento recante istituzione del sistema di qualificazione per gli esecutori di lavori pubblici),
  • il DPR n. 384/2001 (Regolamento di semplificazione dei procedimenti di spese in economia),
  • alcuni articoli del D.M. n. 145/2000 (Regolamento recante il capitolato generale d'appalto dei lavori pubblici),
mentre resteranno in vigore molte altre norme sui lavori pubblici.

Non comprendiamo, quindi, le ragioni della dichiarazione del Ministro sull'unico testo quando già sappiamo che, dopo l'entrata in vigore del Regolamento stesso, resteranno in vita non soltanto il Codice ma anche alcuni articoli del DPR n. 34/2000 e tante altre disposizioni tra le quali alcuni articoli della legge n. 2248/1865 e del DM n. 24/2000 e, per altro, vogliamo far notare come l'attuale Governo (in carica dal mese di maggio del 2008) ha fatto trascorrere oltre due anni per portare a definizione un provvedimento la cui emanazione era prevista per il mese di luglio del 2007 e che sconta quasi tre anni di ritardi dei quali due da addebitare al Governo in carica.

Queste precisazioni, sulle quali aspetto eventuali smentite, nascono, per quanto mi compete, dal fatto che sono certo che sul nuovo Regolamento di attuazione del Codice dei contratti peserà il problema di dover essere aggiornato ogni qual volta si modificherà il Codice dei contratti e, quindi, ad ogni modifica del Codice si aggiungerà una modifica del regolamento stesso rendendo più iperstatico il sistema.
Sono, per altro, note a tutti noi le voci dei rappresentanti degli imprenditori e dei professionisti ma anche del Presidente dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori servizi e forniture che reclamano una semplificazione delle norme che porterà, indubbiamente, ad ulteriori modifiche sia al codice che al Regolamento di attuazione.

Diversa sarebbe stata la portata del provvedimento se al posto di varare, con ben tre anni di ritardo, un Regolamento di attuazione del Codice dei contratti, il Governo avesse deciso di realizzare, contestualmente una semplificazione normativa realizzando un vero testo unico e riunendo nello stesso provvedimento norme di legge e norme regolamentari.
Più semplice sarebbe stata la lettura da parte degli operatori del settore e più semplici sarebbero stati ulteriori futuri interventi sul testo unico stesso.
Ecco, in questo caso la mia voce sarebbe stata all'interno del coro ed avrebbe applaudito l'operato del Ministro perché credo, fermamente, che l’approvazione del Regolamento, con le precedenti considerazioni, possa essere configurata in un'occasione mancata per rendere più snella e più trasparente la legislazione sugli appalti.

A cura di Paolo Oreto
© Riproduzione riservata

Link Correlati

Focus Codice