Cambio di destinazione d'uso a pagamento se cresce il carico urbanistico

Nel caso in cui il cambio di destinazione d'uso di un immobile comporta l'aumento del carico urbanistico, è giustificato il pagamento della differenza tra gl...

07/07/2011
Nel caso in cui il cambio di destinazione d'uso di un immobile comporta l'aumento del carico urbanistico, è giustificato il pagamento della differenza tra gli oneri di urbanizzazione dovuti per la destinazione originaria e quelli, se più elevati, dovuti per la nuova destinazione.

Lo ha affermato il Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia-Brescia con la sentenza n. 375/2011, arrivata a seguito di un ricorso presentato contro un Comune per l'accertamento dell'insussistenza dell'obbligo di pagamento dei contributi di costruzione di un fabbricato a seguito del mutamento della sua destinazione d'uso (da artigianale a commerciale). Con la loro pronuncia i giudici di primo grado hanno affrontato una questione di grande rilevio per ciò che attiene il cambio di destinazione d'uso di un immobile nel caso in cui questo avviene in assenza di interventi strutturali ma con un aumento del cosiddetto carico urbanistico.

In particolare, il presupposto imponibile per il pagamento dei contributi di urbanizzazione va ravvisato nella domanda di una maggiore dotazione di servizi (rete viaria, fognature, ecc.) nell'area di riferimento, che sia indotta dalla destinazione d'uso concretamente impressa all'alloggio, in quanto una diversa utilizzazione rispetto a quella stabilita nell'originario titolo abilitativo può determinare una variazione quantitativa e qualitativa del carico urbanistico. Inoltre, il fondamento del contributo di urbanizzazione, da versare al momento del rilascio di una concessione edilizia, non consiste nell'atto amministrativo in sé, bensì nella necessità di ridistribuire i costi sociali delle opere di urbanizzazione, facendoli gravare sugli interessati che beneficiano delle utilità derivanti dalla presenza delle medesime, secondo modalità eque per la comunità.

Ciò premesso, anche nel caso di modificazione della destinazione d'uso cui si correla un maggior carico urbanistico, è integrato il presupposto che giustifica l'imposizione al titolare del pagamento della differenza tra gli oneri di urbanizzazione dovuti per la destinazione originaria e quelli, se più elevati, dovuti per la nuova destinazione impressa: il mutamento è rilevante allorquando sussiste un passaggio tra due categorie funzionalmente autonome dal punto di vista urbanistico, qualificate sotto il profilo della differenza del regime contributivo in ragione di diversi carichi urbanistici, cosicché la circostanza che le modifiche di destinazione d'uso senza opere non sono soggette a preventiva concessione o autorizzazione sindacale non comporta ipso jure l'esenzione dagli oneri di urbanizzazione e quindi la gratuità dell'operazione.

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