Sviluppo, Architetti: dismissione patrimonio immobiliare sia opportunità di rigenerazione delle città

"Le dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato sono senza dubbio la prima delle possibilità per fare cassa nei provvedimenti all'esame del Governo, m...

26/10/2011
"Le dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato sono senza dubbio la prima delle possibilità per fare cassa nei provvedimenti all'esame del Governo, ma in un periodo di depressione del mercato immobiliare le difficoltà di realizzazioni sono evidenti, come hanno dimostrato le prime aste sulle caserme. Un buon venditore deve valorizzare ciò che cede, per renderlo appetibile, ma lo Stato deve anche valutare quale sia l'incidenza sociale dei suoi atti. Per questo motivo le dismissioni devono trasformarsi anche in una significativa opportunità di rigenerazione delle città italiane, trattandosi spesso di grandi edifici pubblici in pessime condizioni nei centri urbani e vincolati".

Lo ha sottolineato una nota del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che è tornato nuovamente sul tema sviluppo, sottolineando l'importanza di prevedere all'interno del prossimo decreto un progetto che promuova la rigenerazione e valorizzazione delle città italiane.

"Gli architetti italiani - ha continuato la nota del CNAPPC - sono pronti a mettere a disposizione le proprie capacità ideative e tecniche perché gli edifici oggetto delle dismissioni siano vere opportunità immobiliari che garantiscano, allo stesso tempo, la qualità architettonica e la sostenibilità ambientale, diventando, così, il volano di rigenerazione dei centri urbani italiani".

"In questo contesto - ha concluso il Consiglio Nazionale degli Architetti - le nostre proposte al Governo sono quelle di valorizzare le vendite con progetti di fattibilità che ne evidenzino le potenzialità; di promuovere nei progetti principi di sostenibilità ambientale e rispetto del valore storico e paesaggistico e di prevedere - sul modello delle leggi obiettivo - iter autorizzativi speciali e rapidi, svincolati dalle destinazioni d'uso dei piani urbanistici, coinvolgendo i Comuni e le Soprintendenze".

Certo, verrebbe da chiedersi se l'attuale normativa in merito ai lavori pubblici sia la più idonea a garantire non solo la migliore qualità architettonica ma anche la massima trasparenza.

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