Inarcassa e sostenibilità a 50 anni: dal retributivo si passa al sistema contributivo

Dopo aver verificato l'insostenibilità del metodo retributivo e a fronte delle modifiche normative introdotte dal decreto Salva Italia che ha imposto alle ca...

07/08/2012
Dopo aver verificato l'insostenibilità del metodo retributivo e a fronte delle modifiche normative introdotte dal decreto Salva Italia che ha imposto alle casse private di assicurare l'equilibrio dei conti non più a 30 ma a 50 anni, Inarcassa ha scelto di non subire passivamente l'imposizione e ha previsto il passaggio al sistema contributivo, corredato da un adeguato metodo di calcolo pro-rata, per salvaguardare i diritti acquisiti ed accompagnare il passaggio al nuovo regime previdenziale.

"La sostenibilità non può prescindere dalla adeguatezza delle prestazioni e dall'equità inter e intra generazionale. E, quindi, è sempre più importante imparare a pensare alla pensione appena si inizia a lavorare". Questo il messaggio ribadito dal Presidente di Inarcassa Paola Muratorio durante gli incontri organizzati dall'Associazione in tutta Italia. Il Presidente Muratorio ha voluto dare delle certezza anticipando, innanzitutto, che la riforma non toccherà i diritti acquisiti e che con il nuovo sistema contributivo nessuno prenderà di pensione meno di quello che avrà versato. "Per quanto riguarda l'età pensionabile - ha affermato il Presidente Inarcassa - sarà aumentata la flessibilità in uscita; inoltre, non toccheremo le aliquote contributive, se non su base volontaria, per il contributo soggettivo".

La grande trasparenza del sistema contributivo permetterà a ciascuno di vedere sempre, sul proprio conto individuale, i contributi versati in più. Naturalmente è un conto virtuale, come quello della famosa "busta arancione della Svezia", paese faro in Europa per la sostenibilità e l'equità dei sistemi previdenziali. A spiegare il modello svedese è stato Ole Settergren della Swedish pension agency il quale ha affermato che la Svezia è passata al metodo contributivo a partire dagli anni Novanta. Il sistema contributivo è stato applicato a tutti i settori (lavoratori dipendenti, professionisti, alti dirigenti, politici) e attraverso questo la pensione viene calcolata sulla totalità dei contributi versati e non solo su quelli corrisposti negli ultimi anni di lavoro. Il contributo è pari al 18,5% del reddito pensionabile; il tetto del reddito pensionabile è pari al 110% del salario medio di un lavoratore a tempo pieno e comprende contributi pagati dallo Stato per disoccupazione, malattia, studi, servizio militare, maternità o paternità. Inoltre, l'età pensionabile è flessibile: da 61 anni la pensione è pagabile per intero o in parte. "Il vecchio sistema - ha spiegato Settergren - non era più sostenibile a causa dell'invecchiamento della popolazione e della bassa crescita economica; inoltre era considerato iniquo verso i lavoratori con redditi bassi e una lunga vita contributiva. Il modello contributivo presuppone la creazione di un patto intergenerazionale e di un rafforzato senso di fiducia tra il sistema e l'assicurato perché deve far comprendere che innalzare l'età pensionabile permette di avere una pensione più adeguata e sostenibile finanziariamente. Per questo occorre un approccio trasparente al nuovo sistema e una informazione completa e continua ai contribuenti".

Inarcassa ha ricordato che il Decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 recante "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici" (Capo IV Riduzioni di spesa. Pensioni) ha imposto alle Casse Professionali di adottare entro il 30 settembre 2012, misure volte ad assicurare l'equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di 50 anni. In assenza di queste garanzie, la legge prevede, con decorrenza dal 1° gennaio 2012, l'introduzione del metodo di calcolo contributivo, in forma pro rata (e un contributo di solidarietà dell'1% a carico dei pensionati nel 2012 e 2013).

Con la riforma del 2008, entrata in vigore a marzo 2010, Inarcassa garantisce ad oggi la sostenibilità a 30 anni. "Abbiamo avuto conferma - ha spiegato la Muratorio - che l'innalzamento dell'aliquota contributiva è stata un'iniziativa saggia perché sommando l'aliquota soggettiva più una quota parte integrativa, riusciremo ad avere esattamente l'aliquota che la Svezia paga per assicurare le sue prestazioni di primo livello".

"La riforma che Inarcassa si appresta ad effettuare - ha sottolineato il Vice presidente Giuseppe Santoro - grazie ai meccanismi che stiamo studiando, è una riforma a favore di ogni generazione, quelle precedenti e future, dove ogni generazione contribuirà insieme all'altra a garantire una prestazione previdenziale equa per tutti".

"Nel contributivo - ha aggiunto la Muratorio - è importante risparmiare per tempo. Poiché i nostri giovani iscritti per cinque anni pagano il 50% dei contributi, con il sistema di calcolo contributivo questa agevolazione gli da una possibilità futura di minore pensione. Per fare in modo quindi che i giovani abbiamo un ingresso nella previdenza agevolata rispetto alla previdenza pubblica, possiamo prevedere un contributo virtuale sulle posizioni individuali di questi colleghi - a condizione che raggiungano l'anzianità contributiva con Inarcassa - accreditando sui loro conti individuali il 100% della pensione".

Il Presidente Inarcassa ha, infine, ribadito il dato negativo della mancanza di lavoro: "L'aspetto fondamentale in questa fase è il lavoro, auspichiamo che questo drammatico momento possa essere superato - ha detto - confidiamo pertanto che il ministro Passera metta in campo i 40-50 miliardi di euro per le infrastrutture che potranno far girare l'economica italiana".

A cura di Gabriele Bivona
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