Società tra Professionisti (STP): opportunità per il rilancio o buco nell'acqua?

Sono trascorsi pochi giorni dal via libera del Ministero della Giustizia che, dopo il parere negativo del Consiglio di Stato (leggi news), ha apportato numer...

12/02/2013
Sono trascorsi pochi giorni dal via libera del Ministero della Giustizia che, dopo il parere negativo del Consiglio di Stato (leggi news), ha apportato numerose modifiche alla prima bozza (leggi news), e in attesa dell'esame dei Ministeri dello Sviluppo Economico e dell'Economia, il nuovo Schema di Regolamento sulle Società tra Professionisti fa già parlare di sé.

Diverse sono, infatti, le criticità presenti nella bozza di Regolamento e tra queste segnaliamo:
  • la questione fiscale - non si sa ancora come dovrà essere effettuata la dichiarazione dei redditi e quindi se sarà tassata la società o i singoli soci;
  • la questione previdenziale - non è chiaro se dovranno essere versati i contributi previdenziali di ogni soggetto presente all'interno della società o solo quello dell'oggetto principale;
  • l'articolo 8, comma 2 dello schema di Regolamento prevede l'iscrizione presso l'albo o il registro dell'ordine o collegio professionale che, ove espressamente individuato dai soci come principale nello statuto o nell'atto costitutivo, rappresenta l'unico albo della società professionale - resta, dunque, la possibilità che i professionisti non individuino un'attività prevalente, restando aperta l'opzione di una plurima iscrizione con conseguenti regimi concorrenti;
  • l'influenza della riforma forense (leggi news) sulle società tra professionisti - la Legge 31 dicembre 2012, n. 247 recante "Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense" entrata in vigore il 2 febbraio 2013, ha previsto che l'esercizio della professione forense in forma societaria sia consentito esclusivamente a società di persone, società di capitali o società cooperative, i cui soci siano avvocati iscritti all'albo. In tal senso sembra essere preclusa la possibilità che un avvocato, esperto di gare, possa entrare all'interno di una STP con professionisti tecnici.

Nonostante le criticità evidenziate, il commento delle principali professioni tecniche è stato sostanzialmente positivo. La nostra redazione ha inviato una richiesta ai presidenti del Consiglio Nazionale dei Geologi Gian Vito Graziano, del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano e del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C Leopoldo Freyrie. Riportiamo di seguito le risposte.

Gian Vito Graziano - Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
La vera novità del regolamento, attuativo dell'art. 10 della legge n. 183/2011, è che i professionisti potranno svolgere la loro attività in forma societaria, in un settore che da tempo ormai si caratterizza per la sua multidisciplinarità.
Personalmente auspico che siano soprattutto i giovani professionisti ad avvalersi di questo nuovo strumento per aggredire il mercato con la vivacità che li caratterizza.
Si tratta infatti di una novità che potrebbe tradursi in un grande strumento di crescita, in grado di garantire vantaggi dal punto di vista fiscale, dando forma stabile allo stesso tempo a quei rapporti che già esistono nella pratica quotidiana di gran parte dei professionisti italiani (geologi, ingegneri, architetti, ecc.).
In linea di massima esprimo dunque un giudizio positivo ad una forma di aggregazione tra professionisti che apre a nuove frontiere, una tra tutte l'accesso alle reti d'impresa, sinora precluse alle realtà professionali.
Rimango però ancora preoccupato, seppure gli aspetti più critici e le ambiguità della prima versione siano stati corretti, del vero rapporto di forza tra il socio professionista e quello di capitale. La prevalenza in termini economici del secondo sul primo non garantirebbe a mio parere una reale autonomia intellettuale del servizio professionale. Ed il servizio professionale deve potersi svolgere in piena autonomia di giudizio ed essere il frutto di un articolato processo di sviluppo delle idee, frutto dell'intelletto e posto ad esclusivo servizio dell'interesse generale della collettività. Resta da capire infine quale sarà la risposta dei professionisti a questa novità, soprattutto davanti ad un testo che non fuga tutti i dubbi interpretativi.


Armando Zambrano - Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e coordinatore del PAT (Professioni Area Tecnica)
In merito alla struttura del regolamento della STP il parere degli ingegneri e Pat (Professioni Area Tecnica) è sostanzialmente positivo, anche se non mancano elementi di criticità. Probabilmente una maggiore dose di coraggio sarebbe servita per aprirsi alla modernità. Noi come professioni dell'area tecnica avremmo voluto avere una norma ancor più all'avanguardia, ma bisogna fare i conti con le singole esigenze dei vari Ordini. Comunque questo regolamento rappresenta una buona base di partenza.
Gli elementi di criticità sono relativi ai vincoli sui soci di capitale (numero e diritti di voto) e sul fatto che il professionista può partecipare ad una sola STP. L'ultima bozza di regolamento non chiarisce bene l'iscrizione della società all'albo professionale e questo è un limite perché si entra in competizione con le società di ingegneria che possono operare in piena libertà.
Tale regolamento rappresenta inoltre un primo passo verso l'allineamento della situazione dei professionisti italiani al resto dell'UE. Siamo solo all'inizio. Ci sono Paesi, infatti, dove le società tra professionisti rappresentano la norma, mentre da noi sono l'eccezione.


Leopoldo Freyrie - Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C
Gli architetti italiani sono soddisfatti della bozza di regolamento sulle Società tra Professionisti che stabilisce - come auspicato dal Consiglio Nazionale - la par condicio tra socio professionista e socio di capitale e, quindi, che ambedue debbono rispettare le stesse regole ed assumersi le medesime responsabilità. Come più volte abbiamo sottolineato negli ultimi mesi, le STP rappresentano una significativa opportunità per riorganizzare e modernizzare gli studi italiani, trasformandoli in organismi interprofessionali, capaci di rispondere alle esigenze del mercato ed in grado di fornire prestazioni professionali sempre più complesse ed integrate.
Si potrà, così, dare veste giuridica a quelle partnership che già oggi consentono ai professionisti italiani di operare in collaborazione con altre figure professionali, creando nuove opportunità per essere presenti sul mercato, riducendo i costi ed incrementando le occasioni di lavoro. Altro aspetto particolarmente significativo è che le STP potranno finalmente aprire la strada alla istituzione - così come avviene negli altri Paesi comunitari - di reti tra studi attraverso le quali creare network di professionisti presenti in più territori.
Importante, inoltre, il fatto che le STP possono indubbiamente essere - in questo momento di crisi - uno strumento per crescere e fornire ulteriori garanzie anche dal punto di vista fiscale senza dover ricorrere, come accade frequentemente agli studi di maggiore dimensione, a società di servizi, funzionali alla deducibilità delle spese d'impresa sostenute. Possono migliore, al contempo, il difficile rapporto con il credito, costituendo delle vere e proprie garanzie bancarie.
Non c'è dubbio che le STP consentiranno anche di creare più strette sinergie con il "mondo dell'Impresa", soprattutto nel settore delle costruzioni, fermo restando il fatto che ciascun ambito mantenga la propria identità, indipendenza, autonomia professionale ed intellettuale
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