Formazione professionale, l'esperienza dei geologi

Mentre siamo in attesa che Architetti e Ingegneri completino i loro passaggi per l'approvazione del Regolamento per l'aggiornamento e sviluppo professionale ...

03/04/2013
Mentre siamo in attesa che Architetti e Ingegneri completino i loro passaggi per l'approvazione del Regolamento per l'aggiornamento e sviluppo professionale continuo previsto in attuazione dell'art. 7 del D.P.R. 7 agosto 2012, n. 137, il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi italiani Gian Vito Graziano ha inviato alla nostra redazione il proprio contributo sullo stato dell'arte della formazione continua, o come preferisce definirla "aggiornamento professionale".

In particolare, i Geologi, con propria delibera n. 143 del 2006, ai sensi della risoluzione del Consiglio Europeo del 27 giugno 2002 che prevede la formazione continua nell'arco della vita per tutti i cittadini europei, hanno introdotto all'interno del proprio codice deontologico il concetto etico di aggiornamento professionale. L'Art. 9 (Preparazione professionale) del codice deontologico prevede infatti: " Fatto salvo quanto previsto dalle specifiche disposizioni di legge in tema di aggiornamento professionale, è fatto obbligo al geologo di curare, perfezionare ed aggiornare costantemente la sua preparazione professionale, anche attraverso la partecipazione a corsi di formazione ed aggiornamento che rilascino certificazioni e/o attestati, nonché ad iniziative culturali, tecnicoculturali e tecnico-scientifiche, di livello nazionale e regionale, europeo ed internazionale. Il geologo deve assumere solo gli incarichi che ritiene di essere in grado di svolgere, singolarmente o in collaborazione".

Con il successivo varo del primo Regolamento di attuazione, l'aggiornamento professionale continuo (APC) dal 2008 è diventato obbligatorio per tutti i geologi che esercitano la libera professione.

"All'inizio questo obbligo si dimostrò una fonte di preoccupazione per tanti professionisti - ha affermato il Presidente Graziano - soprattutto per i risvolti economici e di distrazione di tempo che esso avrebbe presupposto, ma si è poi progressivamente affermato come costante processo di crescita dei saperi tecnici, tecnologici e scientifici e come affermazione del ruolo del geologo in nuovi campi di applicazione, non più legati solo ed esclusivamente ai temi dell'edilizia o dell'ingegneria civile, ma anche a quelli dell'ambiente, dell'energia, del paesaggio, delle georisorse, ecc.".

Il leader del Geologi ha rilevato come nel periodo iniziale di applicazione del Codice Dentologico, 2008-2010, l'attenzione sia degli Ordini regionali che dei professionisti era orientata unicamente al raggiungimento dei crediti necessari per ottemperare all'obbligo, piuttosto che alla qualità degli eventi formativi. Graziano ha sottolineato, però, come questo sia stato un passo necessario per attivare a configurare "una figura di geologo sempre più moderna e adeguata ad una diversa domanda, legata ai mutamenti scientifici e tecnologici e persino a quelli sociali. Insomma si è assistito ad una svolta positiva nella configurazione della professione, accompagnata da un cammino di crescita tuttora caratterizzato da ampi margini di miglioramento".

In modo assolutamente positivo e propositivo, il Presidente dei Geologi ha ammesso da una parte gli errori degli Ordini regionali e quelli del Consiglio Nazionale, e le critiche, positive o negative, hanno contribuito a migliorare il sistema di aggiornamento.

La risposta dei Geologi italiani si evince dai dati statistici del triennio 2008-2010, aggiornati al 31 dicembre 2012. Su poco più di 11.550 geologi italiani aventi l'obbligo di aggiornamento:
  • circa 8.000 (il 71%) hanno conseguito i 50 crediti previsti;
  • circa 1700 (il 15%) hanno conseguito un numero di crediti compresi tra 1 e 49, dunque non hanno assolto all'obbligo;
  • i restanti 1500 circa (meno dl 14%) non ha conseguito alcun credito;
  • circa 300 sono stati esentati dall'obbligo per diversi motivi (di salute, residenti all'estero, ecc.).

"Un dato particolarmente positivo - ha rilevato Graziano - è quello registrato in Emilia Romagna, dove i geologi che hanno assolto all'obbligo sono stati oltre il 93%, ma anche quelli di Molise (89%), Liguria (87%) e Toscana (81%) sono incoraggianti. Anche per le regioni con il maggior numero di iscritti aventi obbligo di aggiornamento, come la Sicilia con 2500 professionisti e la Campania con 1200, nelle quali è evidente che la predisposizione di una offerta formativa adeguata al numero di iscritti è stata più complessa, il risultato è ancora soddisfacente, con percentuali di obbligo assolto rispettivamente del 63% (oltre 1500 professionisti) e del 70%. Dunque una risposta sostanzialmente positiva, soprattutto se si considera che questi numeri fanno riferimento al primo triennio, non a caso definito sperimentale, quando non era ancora subentrata la legge di riforma delle professioni che ha di recente sancito l'obbligo della formazione continua (in realtà si tratta di aggiornamento professionale e non di formazione, che è altra cosa) per gli iscritti negli albi professionali".

"Escludendo quelli che non hanno ritenuto di accedere ad alcun credito - ha continuato il numero uno dei geologi italiani - oltre 9500 geologi hanno avuto l'occasione di incontrare altri colleghi agli eventi formativi, di scambiare con loro idee ed opinioni e di imparare qualcosa. Sono cioè cresciuti, culturalmente e professionalmente. Sono circa 7000, tra congressi, convegni, corsi e workshops, gli eventi formativi accreditati dalla Commissione APC presso il Consiglio Nazionale, in molti dei quali gli Ordini regionali hanno saputo garantire la gratuità e in molti altri hanno saputo contenere le quote di partecipazione che un tempo sarebbero state definite proletarie".

Perché la formazione continua?
"Secondo un criterio di premialità, agli 8000 geologi che hanno assolto all'obbligo dell'aggiornamento, e solo a loro, gli Ordini professionali dovranno dare l'opportunità di inserimento nelle terne per commissioni edilizie, d'esame, di concorso, ecc. Solo a loro potrà essere data l'opportunità di essere designati per i Consigli di disciplina. E solo chi ha assolto all'obbligo potrà esporre nel proprio curriculum o nella propria pubblicità il raggiunto assolvimento, sulla base della semplice considerazione che un geologo preparato è più appetibile di uno che non lo è".

Uno sguardo al futuro della professione
"Occorre ancora lavorare molto in questa direzione, sforzandosi di far percepire il raggiunto assolvimento come un valore aggiunto nella scelta di un professionista: si può pensare persino di far attribuire al professionista preparato un punteggio aggiuntivo nelle procedure di gara. E poi le leggi del mercato impongono che ad un professionista preparato si attribuisca un maggiore compenso professionale, rispetto ad uno poco preparato o impreparato".

"Ma per dare valore a questi risultati - ha continuato Graziano - rendere credibile il sistema ed ambire a questi traguardi bisogna applicare le sanzioni verso coloro che hanno ritenuto di non assolvere al proprio obbligo. Solo un sistema rigoroso è credibile e capace di crescere e migliorarsi. Un rigore che è necessario anche per il rispetto dei tanti geologi, la stragrande maggioranza, che si sono impegnati e che hanno impiegato tempo e denaro per la loro preparazione e per assolvere ad un proprio dovere".

"Proprio in questi giorni - ha concluso il Presidente Graziano - è allo studio del Consiglio Nazionale dei Geologi un atto di indirizzo, una circolare, da trasmettere presto a tutti gli Ordini regionali, sulle sanzioni disciplinari da irrogare, quelle previste dalla nostra legge, e sulla loro possibile modulazione, distinguendo tra chi ha maturato un certo numero di crediti, chi ne ha maturato un altro numero e chi infine non ne ha maturato alcuno. Ed è sempre allo studio del Consiglio Nazionale il nuovo Regolamento di attuazione imposto dalla riforma delle professioni e che dovrà essere presto proposto al Ministero della Giustizia per l'approvazione".

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