Architetti e Ingegneri: gli effetti della Spending Review su Inarcassa

Come è ormai noto a tutti i professionisti Architetti e Ingegneri, a partire dall'1 gennaio 2013 è entrata in vigore la nuova Riforma previdenziale che segna...

03/07/2013
Come è ormai noto a tutti i professionisti Architetti e Ingegneri, a partire dall'1 gennaio 2013 è entrata in vigore la nuova Riforma previdenziale che segna il passaggio al metodo contributivo e che nella sostanza prevede un aumento del contributo minimo obbligatorio da poco più di 1.600 euro a quasi 3.000 euro.

Anche i motivi che hanno portato a questo aumento, pur essendo stati mal digeriti dalla base dei professionisti, sono ormai chiari. Senza voler nuovamente entrare nel dettaglio della riforma, le cui caratteristiche sono state sufficientemente esaminate da promotori e detrattori, rileviamo che la cifra che al 30 giugno 2013 la Cassa di previdenza per Architetti e Ingegneri ha dovuto risparmiare per far fronte ai nuovi versamenti statali previsti dal decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n.135) è stata pari a 870.000 euro, contro i 435.000 euro versati al 30 settembre 2012.

Ricordiamo che il D.L. n. 95/2012, meglio noto come Spending Review, ha imposto a tutte gli enti pensionistici privatizzati e privati una maggiorazione nel versamento annuale allo Stato, al fine di abbattere la spesa pubblica. Se a questo, sommiamo la necessità delle Casse di previdenza di far fronte alla sostenibilità a 50 anni voluta dall'ex Ministro del Lavoro Fornero, è ampiamente giustificato lo "spropositato" aumento del contributo minimo obbligatorio che dal 2013 pagheranno Architetti, Ingegneri e le altre categoria professionali come: consulenti del lavoro, ragionieri, dottori commercialisti, avvocati, geometri, medici, periti...

Andando a dare un'occhiata al bilancio Inarcassa (accessibile attraverso il loro portale istituzionale), è possibile rilevare come oltre al suddetto importo, si debbano aggiungere i 6,5 milioni di euro per il pagamento dell'IMU, contro i 3 milioni di euro per il pagamento dell'ICI del 2011. Aumento che ha, ovviamente, causato una compressione degli investimenti immobiliari.

I tagli imposti dalla "Spending review" hanno, inoltre, interessato le voci di costo qualificate, nel sistema di contabilità pubblica, come consumi intermedi. L'applicazione della norma a realtà diverse dagli Enti di diritto pubblico ha posto non pochi problemi di carattere interpretativo, rendendo particolarmente difficoltoso l'adempimento da parte dei soggetti imposti.
Nel caso specifico il concetto di consumi intermedi non è presente nella contabilità privatistica. E' stato necessario quindi comprenderne il contenuto di dettaglio, non presente all'interno del D.L. n. 95/2012 né chiaramente evidenziato dalle altre fonti normative di primo o di secondo livello. L'oggettiva incertezza sui contenuti, a dimostrazione che la norma nasce per la Pubblica Amministrazione, ha indotto il Ministero Vigilante ad intervenire, peraltro successivamente alla scadenza del termine del 30 settembre previsto per il versamento delle economie conseguite. Con la circolare n. 31 del 23 ottobre 2012 il Ministero del Lavoro ha fornito elementi di maggior dettaglio che, tuttavia, non hanno completamente rimosso i margini di incertezza sul tema.

Il 28 settembre 2012 Inarcassa, ai sensi dell'art. dell'art. 8, comma 3, del D.L. 95/12, ha versato a favore della Tesoreria centrale dello Stato, e salvo diritto di ripetizione, l'importo di 435.591 euro.

Alla fine del 2012 il legislatore è intervenuto nuovamente sul tema e, con la legge di stabilità 2013, ha disposto ulteriori misure di contenimento anche per le Casse privatizzate in materia di acquisto di autovetture e arredi di conferimento di incarichi di consulenza in materia informatica.
Le economie conseguite sulle spese per mobili e arredi devono essere annualmente versate entro il 30 giugno di ciascun anno, con le stesse modalità previste dal D.L.n. 95/2012, rappresentando un'ulteriore tassa occulta che aggrava il problema della ben nota doppia tassazione.

Andando ancora oltre, se aggiungiamo la profonda crisi che sta mortificando la libera professione trovatasi a competere in un mercato senza più regole, senza soldi e senza etica professionale...ecco che proteste e petizioni degli ultimi mesi contro Inarcassa non possono che essere più che giustificati.

Senza voler nulla togliere a chi contesta l'inerzia della Cassa di previdenza, non sarebbe forse meglio cominciare a protestare più efficacemente contro chi da anni ha tessuto una ben definita trama volta a distruggere quanto di buono c'era in Italia, ovvero la libera professione?
(Dati forniti dal delegato Inarcassa degli Architetti della Provincia di Palermo Emanuele Nicosia)

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