Manovra economica: Ance e Confedilizia in audizione al Parlamento

Lo scorso 28 ottobre presso le Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato si è tenuta l'audizione di Ance e Confedilizia sulla manovra econo...

31/10/2013
Lo scorso 28 ottobre presso le Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato si è tenuta l'audizione di Ance e Confedilizia sulla manovra economica del Governo relativa alla Legge di stabilità ed alla previsione di bilancio finanziario anno 2014 e triennio 2014-2016.
Dall’audizione è venuto fuori che la manovra presenta diversi aspetti che gravitano attorno al mondo delle costruzioni e che, quindi, interessano tutti coloro che si occupano di edilizia, anche se non bastevoli per tutto ciò che si dovrebbe fare.

Nuovi interventi infrastrutturali per grandi opere, manutenzione di strade e ferrovie per un importo di 3.374 milioni di euro per il triennio 2014-2016 in aggiunta ai 1.400 milioni per la tutela del territorio e ai 1.200 euro per la ricostruzione delle zone dell’Abruzzo colpite dal terremoto. Importi ben lontani da quanto già autorizzato nel DEF 2014 (8-10 miliardi nel triennio 2014-2016), nonché da quanto richiesto dall’Ance (30 miliardi nel triennio 2014-2016).
Quasi 10 miliardi in più di tasse sugli immobili: ma se la casa “è il mondo in cui vivi” e lo spot che ci viene regolarmente proposto presso le televisioni RAI ci spinge a ristrutturazioni edilizie in quanto conveniente grazie agli incentivi, come è possibile che contemporaneamente l’altra faccia della medaglia ci riporti ad una nuova stangata sulle nostre tasche?

TRISE, TASI, IMU e TARSU sono sigle apparentemente vuote ma che evidenziano come il Governo abbia un’unica necessità: recuperare denaro dai cittadini.
In particolare, con l’introduzione della TRISE (tassa sui servizi comunali), tra il 2013 ed il 2014 si avrà un importante aumento della tassazione sia per l’abitazione principale che per le seconde case, con la conseguenza che il comparto delle aziende che si occupano di investimenti immobiliari non avrà alcuno spiraglio di crescita.
La TASI (tassa relativa ai servizi comunali indivisibili) impegnerà anche gli immobili invenduti delle imprese edili, in netto contrasto con quanto stabilito per l’IMU. E per le seconde case, si commerà alla già esistente IMU nonché alla TARSU.
Si ipotizza un aumento delle imposte sulla casa pari al 72% per le prime case ed al 19% per le case non affittate.

Le proproste di Confedilizia possono essere, poi, così riassunte:
  • Semplificare la cedolare secca sugli affitti ed ampliarne l’ambito di applicazione
  • Chiarire la norma sulle imprese della cedolare sugli affitti
  • Estendere l’esenzione IMU per gli immobili invenduti
  • Ripristinare la deduzione IRPEF del 15% per i redditi da locazione
  • Esentare da ogni imposta gli accordi di riduzione dei canoni di locazione
  • Eliminare la norma sulla graduazione degli sfratti
  • Individuare e definire fattispecie oggettive di “morosità incolpevole”
  • Liberalizzare le locazioni ad uso diverso dall’abitativo

Proprio di casa e di affitto, si parlerà nella Conferenza delle Regioni ed al Consiglio dei Ministri dei prossimi giorni durante il quale dovrebbe essere presentato un decreto legge per il rilancio della social housing attraverso il recupero di alloggi esistenti.
Sui temi legati al lavoro, poi, apprezzandone il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per l’anno 2014 ed la riduzione dei premi Inail, occorre investire sulla ripresa del settore delle costruzioni, al fine di ridurre il costo del lavoro che oggi ha un onere contributivo superiore rispetto agli altri settori produttivi dell’industria.

Allegati alla notizia i documenti dell’Ance e di Confedilizia.

A cura di Gabriele Bivona
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