Incentivo 2% ai tecnici della PA: le reazioni degli operatori del settore

Che fine ha fatto il D.L sulla pubblica amministrazione approvato dal Consiglio dei Ministri del 13 giugno scorso?Questa è la domanda che quasi tutti gli ope...

23/06/2014
Che fine ha fatto il D.L sulla pubblica amministrazione approvato dal Consiglio dei Ministri del 13 giugno scorso?Questa è la domanda che quasi tutti gli operatori del settore si stanno ponendo, dopo che a distanza di 10 giorni non si conosce la fine delle norme appena approvate. Ciò che si sa è che, con ogni probabilità, il D.L. è stato "spacchettato" in due e rivisto in molte sue parti.

In particolare, c'è una norma che tiene tutti i tecnici della pubblica amministrazione con il fiato sospeso. Sto parlando dell'art. 60, comma 1 dell'ultima bozza del D.L. che, se dovesse essere confermata, abrogherà i commi 5 e 6 dell'art. 92 del D.Lgs. n. 163/2006, ovvero la norma relativa all'incentivo del 2% per la progettazione da ripartire tra il responsabile del procedimento e gli incaricati della redazione del progetto, del piano della sicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo, nonché tra i loro collaboratori.

Diverse le reazioni degli operatori del settore che, soprattutto sui social network (clicca qui), hanno discusso animatamente in merito alla soppressione dell'incentivo, schierandosi fondamentalmente in due correnti contrapposte:
  • i tecnici della p.a. che, a spada tratta, hanno difeso il 2%, rivendicando il proprio ruolo di progettista e rimarcando il contenimento dei costi che ne deriva dall'affidare internamente la progettazione;
  • i liberi professionisti, che hanno di contro parlato di scarsa professionalità, di progetti di scarsa qualità e soprattutto dell'utilizzo del tempo dei tecnici della p.a. che toglierebbero alle normali attività amministrative.

Come sempre, probabilmente, la verità sta nel mezzo...

Anche le reazioni delle principali associazioni sono state, chiaramente, di parte e volte a salvaguardare il proprio orticello. Se da una parte l'OICE ha salutato con soddisfazione la proposta del Governo, dall'altra l'UNITEL (Unione Nazionale Italiana Tecnici Enti Locali) ha prontamente risposto affermando di muoversi con il Governo al fine di mitigare e ristabilire le questioni sull'incentivo e facendo partire una protesta.

Il commento dell'OICE
"Salutiamo con soddisfazione, ovviamente se sarà confermata, la proposta del Governo di procedere alla soppressione dell'incentivazione ai tecnici della P.A. per la progettazione, a direzione dei lavori e il collaudo. E' da più di quindici anni che l'OICE - in posizione assolutamente solitaria e isolata - sottolinea l'irragionevolezza della norma e il fatto che essa abbia anche contribuito ad alimentare comportamenti non del tutto virtuosi. Basti pensare, fra le altre cose, alle riserve e alle varianti che sui progetti "incentivati" si sono comunque continuate a registrare in fase di esecuzione del contratto, segno evidente che la qualità dei progetti realizzati all'interno della P.A., nella maggior parte dei casi, non sono stati immuni da vizi. Per noi si tratta dunque di un ottimo segnale dato dal Governo, sia in assoluto, sia come azione di spending review - considerando i ribassi cui si aggiudicano le gare di progettazione - ma ritengo che in un'ottica di riforma generale si debba guardare anche e soprattutto alla riallocazione delle funzioni delle amministrazioni pubbliche all'interno del processo realizzativo delle oo.pp. stabilendo che l'Amministrazione sia incaricata di programmare e controllare la fase progettuale e quella esecutiva soprattutto al fine di ridurre le varianti e gli extra-costi. Altrettanto fondamentale è anche richiedere un maggiore investimento di risorse pubbliche sulla programmazione delle opere (con studi di fattibilità accurati e analitici), e quindi sull'analisi e sulla individuazione delle opere da realizzare con le poche risorse disponibili".

Il commento dell'UNITEL
"Il DDL per la Riforma della P.A. abolisce con un brevissimo periodo, con noncuranza, non privilegi, non una posizione di rendita, ma delle storie decennali, dei vissuti dolorosi ed eroici che hanno avuto il torto di essere sempre stati silenziosi, sofferti sulla propria pelle, onorevolmente sopportati perché, al di la di semplificazioni di comodo, i tecnici pubblici italiani sono l'archetipo del servitore dello stato, e la minuscola non è un errore".

Questo il commento di Bernardino Primiani storico Presidente UNITEL che ha aggiunto "L'incentivo per la progettazione è abolito. Sinceramente, cari Colleghi, non vorrei cadere nell'errore di iniziare a citare percentuali, commi di legge, insomma portare la palla nel campo avversario, perché hanno già pronti la terna arbitrale, i cronometri taroccati ed il pubblico ululante. Non parlo neppure dei costi che dovranno sopportare le nostre amministrazioni per sostituire, nei quadri economici, la voce "incentivo" con "spese tecniche"; è banale e per chi si voglia dilettare basta andare a leggere cosa scrivemmo per 2 anni fra 2008 e 2010, all'epoca della riduzione del parametro allo 0,50%".

"Quello che impressiona - ha continuato il Presidente UNITEL - è la cecità di chi dovrebbe raccogliere e contemperare le istanze sociale per equilibrale con democrazia ( in parole più semplici: di chi scrive tali disposizioni). Morti di fame eravamo, e tali restiamo; quello che ci vogliono togliere non sono due spicci ma, peggio, è l'orgoglio professionale, la stima, il ruolo culturale e di management che ti fanno sopportare la gragnuola di colpi che ti arrivano da Procure, Ispettorati, Autorità di controllo, Magistrature contabili, perché sia chiaro, noi si muore di fuoco amico prima di potere sparare un solo colpo contro l'avversario...".

"Nelle nostre stanze abbiamo le pezze al c...o, ma siamo gelosi della nostra professionalità, e quello che ci stimola a reagire è la consapevolezza che l'incentivo che ci spetta non ristora il lavoro di ufficio - quello è compensato dallo stipendio - o ci indennizza da problemi (non ci paghi neanche l'avvocato di ufficio). Il riconoscimento economico, seppur risibile, ci attesta che siamo considerati una componente di valore dello Stato, un area di lavoro che sopporta responsabilità che esulano dal semplice rapporto di dipendenza e che non può essere trattata, quando si parla di avere, come composta da impiegati di concetto, ma come da affermati professionisti per quel che attiene a tutte le responsabilità che sopportiamo".

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