Brasile, una società all'ultimo Stadio

E' passata già una settimana dal calcio di inizio di Brasile 2014 e le partite di qualificazione agli ottavi puntano ogni giorno le luci su tre diversi sta...

20/06/2014
E' passata già una settimana dal calcio di inizio di Brasile 2014 e le partite di qualificazione agli ottavi puntano ogni giorno le luci su tre diversi stadi, per un totale di dodici strutture modernissime e frutto della progettazione di studi noti a livello internazionale. Da Manaus nel cuore dell'Amazzonia, alla costa est con Rio de Janeiro, fino al sud con Porto Alegre, la costruzione o ristrutturazione degli impianti è stata decisamente onerosa in termini economici, di tempistica e purtroppo a volte anche di vite umane.

La prima partita dell'Italia si è svolta a Manaus, presso l'Arena da Amazônia di Manaus. Lo stadio è stato uno dei primi al mondo a ottenere la certificazione LEED, è rivestito da pannelli di tessuto in fibra di vetro traslucidi e ha un'ampia copertura studiata per il deflusso delle abbondanti piogge locali. Recife sarà il teatro di Italia-Costa Rica, all'interno del nuovo stadio di calcio costruito a São Lourenço da Mata. L'impianto adotta soluzioni tecnologiche all'avanguardia nel campo della sostenibilità, come il riscaldamento dell'acqua ottenuto attraverso l'uso di pannelli solari ad alta efficienza e la centrale solare interna che può produrre fino a 1 MW di energia pulita. Infine, l'Arena das Dunas a Natal dovrebbe ospitare (salvo il perdurare di avverse condizioni meteorologiche) Italia-Uruguay. L'edificio - la cui sagoma si ispira alle dune di sabbia che costituiscono una delle più importanti attrazioni naturali locali - è il più apprezzato fra i 12 impianti dei Mondiali di Calcio 2014 ed è stato realizzato in soli tre anni.

Purtroppo non è tutto oro quel che luccica: alcune tra queste strutture sono destinate a diventare delle cattedrali nel deserto, sottoutilizzate, se non addirittura abbandonate. E tra queste, proprio gli stadi di Manaus e Natal, città fuori dai circuiti classici dei viaggi in Brasile e dove le squadre di calcio locali ospitano normalmente migliaia di tifosi in meno rispetto alla capienza di questi impianti. Già da ora si parla di stadi semivuoti o comunque non strapieni per come era stato previsto. Del resto, un biglietto può costare anche 200 euro, una cifra di tutto rispetto tenendo conto dei salari medi del Paese.

In ogni caso, la progettazione degli impianti è stata un vero e proprio sperpero di denaro pubblico, considerando le grandi carenze del Brasile in ambiti fondamentali, dall'istruzione alla sanità. Si sono investiti miliardi per portare le partite dei Mondiali 2014 in città dove le squadre locali più importanti giocano in serie B, C o addirittura D. Pensiamo a Brasilia, con il Brasiliense Futebol Club, squadra di serie C, e il Gama, addirittura in serie D e che dopo i Mondiali si ritroveranno a poter giocare in uno stadio da 70mila posti. E in serie D militano anche il Nacional Futebol Club e il São Raimundo, le due squadre principali di Manaus. Secondo il Ministero dello Sport, gli stadi dei Mondiali 2014 che corrono il rischio di diventare degli elefanti bianchi potranno ricevere le partite di squadre di altre città, oppure organizzare eventi musicali o di altra natura. Nonostante le rassicurazioni, tutto ciò comunque non può che sottolineare l'occasione perduta di un'economia in espansione per diminuire quell'enorme gap tra ricchi e poveri tipico di molti paesi del Terzo Mondo. Con buona pace della Fifa e del buonismo profuso nelle cerimonie dedicate alla competizione calcistica più seguita al mondo.

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