Fatturazione elettronica P.A., Semplificazione o inutile complicazione?

Il 6 giugno 2014 è scattata la prima fase del progetto che dovrebbe portare all'eliminazione delle fatture cartacee emesse nei rapporti con le amministrazion...

01/10/2014
Il 6 giugno 2014 è scattata la prima fase del progetto che dovrebbe portare all'eliminazione delle fatture cartacee emesse nei rapporti con le amministrazioni dello Stato e con gli enti pubblici nazionali. L'obiettivo dichiarato è quello di semplificare le procedure nei rapporti economici tra pubblica amministrazione e fornitori in un'ottica di trasparenza, monitoraggio e rendicontazione della spesa pubblica.

E' utile ricordare che la svolta digitale nei rapporti con la P.A. è stata stabilita con la Legge n. 244/2007 (Finanziaria per il 2008) e che solo dopo poco più di 6 anni il Ministro dell'economia e delle finanze è riuscito nell'intento di emanare il decreto attuativo (inizialmente da emanarsi entro il 31 marzo 2008), DM 03/04/2013, n. 55, per la regolamentazione dell'emissione, trasmissione e ricevimento della fattura elettronica.

Nonostante l'ampio margine di tempo che ha avuto il MEF per studiare e definire un decreto che possa servire al Paese per migliorare i rapporti con la P.A., siamo davvero certi che si tratti di una semplificazione?
Non tutti la pensano in questo modo. Tra le diverse voci di protesta, tra cui quella del Sindacato Nazionale di Architetti ed Ingegneri liberi professionisti (leggi qui), ho avuto modo di leggere un accorato pensiero del Prof. Vincenzo Perrone docente presso l'Università Federico II di Napoli, che mi sento di condividere in molte sue parti.

"La drammatica (e sconfinante nel ridicolo) situazione è questa: ogni giorno s'inventano qualcosa per complicare sempre di più la già difficile situazione dei liberi professionisti italiani. Gli organi rappresentativi delle professioni (esistono?) se ne fregano, non reagiscono e non informano. È come se non esistessero. È difficile stare dietro alle "novità". Ho scoperto per caso (e stento ancora a crederci) che dal 6 giugno di quest'anno è scattato l'obbligo della fattura elettronica verso la PA (Pubblica Amministrazione). Capisco che occorre adeguarsi ai tempi e che sia cosa buona e giusta trasmettere la fattura allegandola (come file Word o pdf) da una mail indirizzata al committente. Arrivo anche al punto di giustificare l'uso della PEC, giusto per avere certezza dell'avvenuta consegna. Anche se il 90% delle PEC da me inviate si sono perse nell'etere. Si pretende anche la firma digitale (e vorrei ammettere anche questo). Purtroppo, però, la cosa non finisce qui: la fattura va scritta in XLM, deve contenere il CUP (Codice Unitario Progetto), il CIG (Codice Identificativo Gara) e varie diavolerie, che dovrebbero essere riportate sul sito www.fatturapa.gov.it. Le domande cruciali sono queste: chi la fa una fattura per la PA? Chi ha Santi in paradiso? In quanto tempo dovrebbe pagare la Pubblica Amministrazione? A chi paga subito e a chi fa penare?".

Ma, entriamo nel dettaglio delle caratteristiche che dovrà possedere la fattura elettronica che anche i professionisti dovranno rispettare:
  • il contenuto dovrà essere rappresentato attraverso un file XML (eXtensible Markup Language) che è l'unico formato accettato dal Sistema di Interscambio (sistema informatico utilizzato dall'Agenzia delle Entrate per ricevere le fatture sotto forma di file XLM, effettuare controlli sui file ricevuti, inoltrare le fatture alle Amministrazioni destinatarie);
  • al fine di garantire l'autenticità dell'origine e l'integrità del contenuto, alla fattura dovrà essere applicata la firma elettronica qualificata di chi emette la fattura;
  • la trasmissione è vincolata alla presenza del codice identificativo univoco dell'ufficio destinatario della fattura riportato nell'Indice delle Pubbliche Amministrazioni.

Andando a guardare lo schema del file XLM da utilizzare (leggi qui), vengono seri dubbi sugli effetti che il provvedimento avrà su chi lavora con la pubblica amministrazione oltre che sull'aggravio di costi che si dovranno sostenere per poter lavorare con un cliente che negli ultimi anni si è dimostrato pessimo.

© Riproduzione riservata

Documenti Allegati