Norme Tecniche Costruzioni, perché gli Ingegneri hanno votato l'approvazione?

Come ormai saprà l'intera categoria dei professionisti che lavorano nel settore dell'edilizia, lo scorso venerdì 14 novembre il Consiglio Superiore dei Lavor...

17/11/2014
Come ormai saprà l'intera categoria dei professionisti che lavorano nel settore dell'edilizia, lo scorso venerdì 14 novembre il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha approvato le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni.

L'approvazione delle nuove norme è stata certamente inaspettata, non tanto per i contenuti più o meno condivisibili, quanto per il fatto che ancora una volta le professioni tecniche hanno dovuto calare la testa a logiche ben diverse dalla applicabilità e dalla funzionalità. Non tutte, per carità!I geologi, ad esempio, hanno mantenuto fede ai loro principi (articolo 1, articolo 2), non solo contestando una normativa secondo loro piena di problematiche, ma votando contrari alla approvazione.

Diversamente dai Geologi, il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. (leggi articolo) e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri hanno votato l'approvazione. Personalmente, ho immediatamente contestato questi due voti, anche in questo caso non tanto per una differenza di veduta rispetto ai concetti evidenziati nelle dichiarazioni di voto, ma soprattutto perché quello dell'approvazione delle NTC sarebbe stato il primo vero banco di prova della Rete delle Professioni Tecniche che avrebbe dovuto e potuto dimostrare compattezza votando negativamente l'approvazione della nuova norma per le costruzioni.

Potreste contestarmi: perché avrebbero dovuto gli Ingegneri e gli Architetti votare negativamente e non i Geologi votare positivamente? Vi rispondo ricordando che il documento congiunto presentato dalle professioni tecniche al CSLP non è stato minimamente preso in considerazione e che ancora una volta le professioni tecniche hanno svolto solo la parte delle comparse in un processo che, invece, le dovrebbe vedere parte attiva principale (chi applica le NTC nel lavoro quotidiano?).

Ciò premesso, ho subito inviato una richiesta di chiarimento al Presidente del CNI Armando Zambrano che mi ha evidenziato come in realtà gli Ingegneri non sono assolutamente soddisfatti dell'esito del lavoro del Consiglio Superiore durato oltre 3 anni per l'adeguamento delle norme tecniche 2008. "Abbiamo sempre ritenuto - ha affermato Zambrano - che la revisione dovesse essere finalizzata ad agevolare, soprattutto per le costruzioni esistenti, una più diffusa realizzazione degli interventi di adeguamento o miglioramento. Altri aspetti su cui puntavamo erano una maggiore attenzione a tecniche e materiali innovativi, ed anche una semplificazione complessiva delle norme per consentire una valorizzazione delle risorse intellettuali e professionali dei progettisti".

"A partire dall'ottobre 2012 - ha continuato Zambrano - quando era pronta per l'approvazione una norma da noi condivisa, si è assistiti ad un progressivo "smontaggio" e annacquamento del testo originario. I nostri rappresentanti, sia nella Commissione relatrice sia in Consiglio, però, hanno cercato, caparbiamente, continuando ad essere sempre presenti in tutte le convocazioni, a differenza di tanti altri esperti che si sono defilati, di porre un argine ai tentativi di "restaurazione" della norma 2008, che andava invece profondamente cambiata".

Individuazione della bozza più idonea
"Il nostro lavoro, in particolare dei colleghi Cardinale e Perrini e del gruppo di lavoro "costruzioni", ha ottenuto quantomeno che si individuasse una soluzione più "accettabile" anche se non soddisfacente (quella "A"), su cui abbiamo votato favorevolmente, anche per evitare che potesse prevalere quella peggiore ("B"). Certo, si poteva votare contro entrambe le proposte, ma ciò poteva essere visto come espressione, all'opposto, di una volontà del CNI di impedire l'aggiornamento delle norme, ma soprattutto poteva consentire ad una diversa maggioranza di approvare il testo peggiore".

L'operato del CNI
"Vogliamo comunque evidenziare che, sul tema della normativa tecnica, il CNI si sta impegnando fortemente, acquisendo finalmente consensi sia da parte dei Ministeri che di istituzioni parlamentari, nella revisione del meccanismo di produzione delle norme tecniche in questo Paese, distinguendo tra legislazione (cogente) da affidare allo stato e normazione (volontaria) da ottenere con meccanismi di consultazione pubblica (v. norme UNI) su testi semplici e comprensibili elaborati da commissioni di esperti rappresentanti diversi organismi ed interessi, come avviene in tantissimi paesi europei, con evidenti vantaggi in tema di efficienza e rapidità nell'elaborazione dei documenti e soprattutto limitando le responsabilità penali, com'è giusto, alla sola violazione delle previsioni cogenti legislative. Ciò consentirebbe una maggiore libertà di espressione dei professionisti incaricati. Su questi temi, l'attività del Consiglio Superiore del Lavori Pubblici, il ritardo con sui si sono approvate le norme, peraltro sostanzialmente insoddisfacenti, a giudizio pressoché generale, deve far riflettere sulla funzione di questo organismo, attualmente pletorico, che va senz'altro riorganizzato e rinnovato, e di tanti altri che in Italia non riescono a rispondere con rapidità ed efficienza alle reali esigenza della collettività".

"Infine - ha concluso Zambrano -stiamo lavorando, e proporremo a breve al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, proposte di revisione del Testo Unico dell'Edilizia, per semplificare e migliorare le procedure anche per le autorizzazioni sismiche, proprio allo scopo di consentire, al di là delle norme, più agevoli procedura di realizzazione delle opere, allo scopo di diffondere sempre più gli interventi, rilanciando un mercato in grave crisi, come quello edilizio, soprattutto nel campo delle costruzioni esistenti".

Riportiamo di seguito la Dichiarazione di voto dell'Ing. Domenico Perrini, Componente Cons.sup.ll.pp. su nomina del CNI- NTC 2008

Il processo di revisione delle NTC 2008 ha avuto inizio concreto tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 con la nomina da parte del Presidente Karrer di una Commissione Redattrice composta da vari esperti individuati, come di norma previsto, direttamente dal CSLLPP.

Questa commissione operò in maniera innovativa rispetto al passato, con un confronto istituzionalizzato, di merito e nel merito, con i professionisti, i produttori ecc.

Per la prima volta le norme ebbero una gestione ed una gestazione partecipata; gli ingegneri, al pari di altri stakeholders, produssero osservazioni puntuali che furono discusse, condivise, accolte, respinte.

Il processo si concluse nel luglio 2012 con la trasmissione della nuova bozza di revisione delle norme alla Commissione Relatrice che il Presidente Karrer aveva nel frattempo nominato.

Tale commissione, di cui il CNI faceva parte, ha lavorato molto intensamente riunendosi con grande frequenza, consegnando, nell'ottobre 2012, all'Assemblea del CSLLPP un testo, approvato all'unanimità dalla commissione stessa, per l'esame di rito previsto nella riunione del novembre 2012.

L'Assemblea dopo ampia discussione ritenne necessario fare alcuni approfondimenti dando un tempo di 15 gg per far pervenire le eventuali osservazioni scaturite dal dibattito.

A valle di questa riunione il CSLLP, ritenne poi utile integrare la Commissione Relatrice con nuovi esperti e nuove competenze.

La commissione relatrice ha acquisito nuove competenze e ne ha perse molte altre, in corso d'opera, come dimostrano le presenze e, soprattutto, le assenze che hanno caratterizzato questa seconda fase dei lavori durante i quali si è proceduto ad una revisione sostanziale del testo Karrer del novembre 2012, nella direzione di una maggiore aderenza al testo del 2008.

Il risultato si concretizza nella proposta all'Assemblea del CSLLPP di un testo non condiviso dalla commissione nella sua interezza, con proposte alternative per alcuni punti importanti come quello relativo al capitolo 8 delle costruzioni esistenti.

Al di là del merito del singolo punto della norma oggi in approvazione, la realtà è quella di un processo che, dopo l'iter parlamentare e di concerto, posto a valle del del parere del CSLLPP, a 5 anni di distanza ci consegnerà una norma tecnica che non va nella direzione di una semplificazione dei metodi e dei processi, che non è armonica con la velocità dell'innovazione tecnica e tecnologica, che non contiene il necessario valore aggiunto all'integrazione reale con la normativa europea, che non facilita i controlli e non aumenta la sicurezza reale delle costruzioni.

Tutti gli attori del processo edilizio dovranno continuare a districarsi in una giungla di metodi, interpretazioni, tempi incerti e diversi sul territorio nazionale.

Ciò, oltre a creare situazioni critiche che sfuggono all'imprescindibile necessità di un linguaggio chiaro ed omogeneo in un settore così delicato, continua ad incidere negativamente nell'economia del sistema delle costruzioni.

I professionisti ogni si assumono la piena responsabilità dei propri atti; l'investimento su di loro, in un quadro organico di rispetto dei ruoli di tutti gli attori, deve sempre più caratterizzare una società dinamica e realmente orientata verso l'interesse generale.

Il tema degli edifici esistenti, poi, è centrale nell'economia delle costruzioni in Italia.

La sicurezza di un territorio si misura sulla diffusione nel maggior numero di edifici di un livello anche minimo di prestazione strutturale di sismoresistenza e non su poche eccellenze che spesso drenano ingenti risorse economiche pubbliche.

Il miglioramento sismico deve divenire il cuore della cultura dell'intervento sul l'esistente traducendo in prassi normativa ciò che poi, di fatto, il legislatore ha dovuto inserire come norma in occasione delle ultime emergenze.

I professionisti non chiedono ne' "sconti" normativi ne', tanto meno, un abbassamento dei livelli di sicurezza; chiedono con forza che le norme traguardino una sicurezza reale, diffusa e che si ponga fine a quella incredibile esposizione a profili di responsabilità penale favorita dall'attuale assetto normativo.

Sempre in tema di edifici esistenti, auspichiamo quell'attenzione alla criticità dell'intervento nei condomini che abbiamo in tutte le sedi richiamato; qui, l'introduzione di un progetto guida generale, concretizzabile attraverso una serie di interventi parziali diluiti nel tempo, si impone come discrimine tra una reale possibilità di salvaguardia del patrimonio e la certezza di un degrado strutturale destinato solo a progredire ed a riempire le pagine nere del dopo sisma.

Siamo consapevoli che si tratti di argomenti propri di una revisione generale del DPR 380/2001, ma riteniamo che un richiamo dell'Assemblea del CSLLPP a questi temi, nella relazione generale e nel dispositivo di approvazione della revisione delle NTC, darebbe al Parlamento un ulteriore ed autorevole spunto per quelle riforme di processo che sono ormai irrinunciabili per questo paese.

Sul tema dei materiali innovativi, la riproposizione di complessi ed articolati metodi di accettazione e qualificazione, e' incoerente e stridente tanto con le istanze di semplificazione che, sempre con più forza, vengono dal paese, quanto, soprattutto, con la dinamicità e la velocità dei processi industriali, dell'innovazione tecnologica, della risorsa scientifica.

Oltre 4 anni di lavoro di due commissioni di esperti consegnano un testo che disattende le aspettative dei professionisti ma anche, riteniamo, di tutta filiera delle costruzioni.

Un tempo così lungo sarebbe giustificato solo se si fosse raggiunto lo scopo di una vera innovazione normativa nei contenuti, nel linguaggio, nella chiarezza, nella semplificazione.

Lo snellimento delle procedure, la loro armonizzazione sul territorio nazionale, il ricorso ai professionisti, nel quadro del Principio di Sussidiarietà, in sostituzione della PA per ridurre i tempi dei procedimenti amministrativi, rappresentano una esigenza irrinunciabile.

Da qui la nostra considerazione della assoluta necessità di rivedere completamente, nel processo di redazione e/o revisione della norma tecnica, il "come" ed il "chi".

La lettura dei metodi e dei percorsi che hanno contraddistinto questi lunghi anni del processo di revisione normativa dimostrano infatti, con assoluta oggettiva evidenza, che quel metodo non è più in grado di supportare le reali esigenze della società e degli attori del processo edilizio.

È ormai il tempo di lasciare allo Stato solo l'emanazione di poche e chiare norme, strettamente cogenti, che riguardano i fondamenti ed i pilastri della garanzia della sicurezza della costruzione, lasciando alla normazione volontaria, non cogente, tutti gli aspetti operativi e di dettaglio tanto del processo progettuale che di quello costruttivo.

Questa è la sola vera integrazione con le norme europee che, appunto, nascono in una diversa cultura della "cogenza" molto più affidata alla forza dei capitolati e dei contratti che non a quella dei giudici.

È necessario mirare diritti alla riforma del DPR 380/2001; le nostre proposte già da tempo sono state consegnate e attendono il momento di una corretta discussione di merito.

L'urgenza di un cambio di marcia e di rotta non può più tardare; chi non vi aderirà dovrà assumersi la responsabilità di costituire un freno allo sviluppo economico e, soprattutto, alla diffusione di un concetto di sicurezza che passi dalla virtualità di processi amministrativi alla concretezza degli interventi.

Comunque,
- considerata la improponibilità di rinviare ulteriormente l'espressione del parere da parte di questa assemblea,
- atteso che addirittura risibile sarebbe la proposizione di una terza commissione relatrice,
- tenuto conto che le nuove norme eliminano alcuni errori materiali e refusi contenuti nelle norme del 2008,
- valutato che la soluzione A, rende meno gravosi gli interventi di adeguamento sui fabbricati esistenti, rispetto alle norme del 2008 confermate in toto dalla soluzione B,
esprimo parere favorevole alla approvazione delle NTC, nella versione indicata come testo A, ritenendo tali norme un piccolo passo avanti verso il recepimento degli eurocodici
.

Lascio, come sempre, a voi l'ultima parola.

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