Dayoff, Io spengo lo studio

Sta passando forse un po' troppo in sordina, giornali e televisioni sono, infatti, troppo impegnati a commentare l'ultima giornata del campionato di calcio i...

25/11/2014
Sta passando forse un po' troppo in sordina, giornali e televisioni sono, infatti, troppo impegnati a commentare l'ultima giornata del campionato di calcio italiano piuttosto che a dare spazio a un gesto che, pur essendo simbolico, ha lo scopo di mettere in luce la protesta dei tecnici italiani e sensibilizzare l'opinione pubblica verso lo stato di abbandono in cui versa la libera professione tecnica.

Sto parlando del "Day Off: io spengo lo studio" ovvero della manifestazione organizzata dai presidenti della Consulta regionale degli Architetti, Giovanni Lazzari, degli Ordini provinciali degli Architetti, Giuseppe Scannella e degli Agronomi e Dottori forestali, Corrado Vigo, del Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati, Paolo Nicolosi, del sindacato Inarsind Catania, Salvo Fiorito, che in segno di protesta hanno invitato tutti gli iscritti dei rispettivi Albi e le altre categorie professionali coinvolte a spegnere le luci dello studio (e quindi bloccare ogni lavoro) per tutta la giornata di venerdì 27 novembre.

"La Giornata di mobilitazione - commentano i presidenti - offre finalmente l'opportunità di far sentire, dopo molto tempo, la nostra voce e il nostro disagio rispetto alla grave situazione nella quale le professioni sono precipitate. Una dura condizione causata certamente dalla grave congiuntura economica ma, ancor di più, dalla sommatoria di norme, regolamenti e riforme che, lungi dall'essere utili al Paese e al cittadino consumatore, hanno avuto il solo effetto di penalizzare un'intera categoria di lavoratori, a cui è stata tolta la serenità del lavoro e, soprattutto, la dignità. Si tratta di provvedimenti che in Italia sono stati frutto di interpretazioni demagogiche e fuorvianti delle direttive europee, nate invece per orientare a ben diversa declinazione".

L'obiettivo è, dunque, quello di dare un segnale allo Stato affinché si possa dare risposta concreta alle problematiche del settore edile che (secondo i dati diffusi a livello nazionale da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil) ha registrato negli ultimi sei anni un decremento di 800 mila posti di lavoro, il 47% in meno di investimenti in opere pubbliche, la crescita di lavoro irregolare, nero, e di false partite Iva, nonché l'aumento dell'illegalità e delle infiltrazioni mafiose negli appalti.


"Non basterà di certo solo quest'azione di protesta per risolvere i problemi - ha dichiarato il presidente degli Architetti etnei Giuseppe Scannella - tuttavia in quanto rappresentanti istituzionali, delegati dai nostri colleghi, abbiamo il dovere morale di far presente la gravissima situazione in cui il mondo delle professioni tecniche si trova".

Scarica il manifesto del Day Off: io spengo lo studio


Guardando gli organizzatori di questa giornata di protesta, saranno in molti a storcere il naso adducendo a motivazioni di natura "politica". Il malcontento ha, infatti, castrato sul nascere qualsiasi manifestazione, idea o proposta venga dagli ordini professionali. Personalmente credo che non si possa sparare sempre sullo stesso soggetto e considerato che ritengo i professionisti stessi colpevoli del loro presente e artefici del loro futuro, mi auguro che giornate di questo tipo possano essere riproposte su scale nazionale e su una durata maggiore. Cosa accadrebbe, infatti, in Italia se i liberi professionisti decidessero per qualche giorno di "posare" timbro e firma?

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