Protocollo d'intesa ANAC-MEF: esistono profili d'incostituzionalità?

C'è un uomo onnipresente nelle istituzioni politiche italiane che dirige un'Autorità dalle competenze e dimensioni senza eguali in Italia o in altri paesi eu...

13/02/2015
C'è un uomo onnipresente nelle istituzioni politiche italiane che dirige un'Autorità dalle competenze e dimensioni senza eguali in Italia o in altri paesi europei. Il suo nome è Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), entrato in scena come il magistrato senza macchia che avrebbe risolto il problema della corruzione ma che lentamente ha messo più in luce le sue "doti politiche".

Dopo il pasticcio sull'incompatibilità per i vertici degli ordini professionali (leggi articolo) che ha mostrato la fragilità di chi non vuole mettersi contro i "giochi di potere", è stato siglato un protocollo d'intesa tra l'ANAC e la Ragioneria generale dello Stato dai profili quantomeno discutibili.

In particolare, il presidente Raffaele Cantone ed il Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco hanno siglato un protocollo finalizzato (sulla carta) a "massimizzare il grado di efficacia degli accertamenti ispettivi da svolgersi nel rispetto delle disposizioni normative e nella piena collaborazione tra l'Autorità e la Ragioneria Generale dello Stato".
Protocollo per il quale l'ANAC delega di fatto la propria funzione di vigilanza e di ispezione alla Ragioneria generale dello Stato. L'art. 1 del protocollo recita "L'Autorità formula, alla Ragioneria generale dello Stato, specifiche richieste di interventi per ispezioni intese a verificare la regolarità delle procedure di affidamento e l'economicità di esecuzione dei contratti pubblici, ai sensi dell'art. 6, comma 7 del decreto legislativo n. 163 del 2006".

Nell'art. 2 del protocollo viene precisato che "La Ragioneria generale dello Stato individua il personale da mettere a disposizione dell'Autorità, la quale provvede ad attribuire a ciascun ispettore l'incarico da svolgere, indica l'ambito e lo scopo dell'intervento, i soggetti presso i quali acquisire i dati e le informazioni e, ove occorra, le modalità di acquisizione degli stessi. Gli esiti degli accertamenti sono riferiti dagli ispettori direttamente al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato che provvede a trasmetterli, tempestivamente, al Presidente dell'Autorità".

Mi chiedo il motivo per cui l'ANAC debba delegare all'esterno una funzione di vigilanza e di ispezione che era propria dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture perché assegnata alla stessa da una legge dello Stato (il Codice dei contratti). Non comprendo, inoltre, come sia possibile che un protocollo d'intesa possa derogare delle regole stabilite dal Codice dei contratti in cui all'articolo 8, comma 3 viene precisato che il Regolamento dell'Autorità stessa, nella disciplina della funzione di vigilanza, prevede "la possibilità che l'Autorità invii propri funzionari nella sede di amministrazioni e soggetti aggiudicatori e operatori economici, al fine di acquisire dati, notizie, documenti, chiarimenti".

D'altra parte anche nel Regolamento 9 dicembre 2014 in materia di attività di vigilanza e di accertamenti ispettivi di competenza dell'Autorità Nazionale Anticorruzione adottato ai sensi dell'art. 8, comma 3 del Codice dei contratti, all'articolo 14 relativo alle ispezioni non viene minimamente ipotizzata la possibilità che tali ispezioni siano affidate a soggetti esterni all'Autorità stessa a parte la possibilità di avvalersi della collaborazione della Guardia di Finanza, ai sensi dell'articolo 6, comma 9, lett. b) e d), del codice.

Profili d'incostituzionalità in vista?Anche il Presidente ANAC si sta calando nel clima politico del nostro Paese?Voi che ne pensate?

A cura di Gianluca Oreto -
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