Codice appalti e recepimento Direttive Europee: in audizione anche l'Anie

Continuano le audizioni dei soggetti interessati al disegno di legge n. 1678 relativo alla delega per il recepimento delle Direttive europee in materia di ap...

05/03/2015
Continuano le audizioni dei soggetti interessati al disegno di legge n. 1678 relativo alla delega per il recepimento delle Direttive europee in materia di appalti pubblici e concessioni. Si è svolta, infatti, anche l'audizione di ANIE Confindustria che ha sottolineato quanto sia fondamentale recepire al meglio le nuove direttive europee affinché il nuovo Codice degli Appalti possa essere riscritto in chiave moderna (leggi articolo).

Per ANIE riscrivere il codice in chiave moderna significa attuare una coraggiosa riduzione degli oneri documentali in capo alle imprese superando il formalismo imperante nelle procedure di gara in favore di un approccio più sostanzialista e, soprattutto, riconoscere il ruolo che l'innovazione tecnologica ha assunto nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture.

Durante l'audizione ANIE ha chiesto che il nuovo articolato che regolerà gli appalti in Italia dia la giusta attenzione alle procedure introdotte a livello comunitario, quale il partenariato per l'innovazione e il project financing. Si è, inoltre, fatto riferimento all'utilizzo dell'offerta economicamente più vantaggiosa come criterio che consente di valorizzare la qualità e l'innovazione delle soluzioni proposte consentendo alle amministrazioni pubbliche non solo di spendere meno ma di spendere meglio.

"Da Federazione attenta a ricerca e innovazione quale è ANIE, riteniamo che un moderno Codice dei Contratti Pubblici non possa prescindere da quella che è la vera e propria rivoluzione in corso nel settore delle costruzioni - ha dichiarato Maria Antonietta Portaluri, Direttore Generale di ANIE Confindustria - cioè il ripensamento dello spazio urbano in chiave smart. Un esempio concreto del cambiamento necessario? Se gli edifici devono diventare elementi fondanti di città intelligenti, è innegabile che la loro realizzazione non può essere valutata solo in termini di prezzo più basso, ma anche e soprattutto di offerta economicamente più vantaggiosa. È necessario quindi approntare un sistema di appalti che valorizzi la qualità e l'innovazione di prodotto e di processo in tutte le fasi di gara, e introdurre meccanismi di vendor rating per la valutazione dell'esecuzione a regola d'arte. Allo stesso tempo, però, occorrono stazioni appaltanti competenti e responsabili: la prevista centralizzazione della committenza può essere accettata a condizione che si abbiamo stazioni appaltanti adeguatamente formate ed effettivamente in grado di scegliere sul mercato la migliore soluzione (e non solo il miglior prezzo) e di valorizzare la competitività delle imprese".

"Sul tema attualissimo della revisione del sistema di qualificazione unico dei lavori (SOA) - ha proseguito Maria Antonietta Portaluri - non vi è dubbio che il sistema vada completamente rivisto, non solo con il richiamo ai criteri reputazionali, ma anche alla capacità tecnica e alla integrazione tecnologica, salvaguardando il principio secondo cui chi esegue le lavorazioni deve essere adeguatamente qualificato con la possibilità di ricorrere al subappalto o creando un'associazione temporanea di imprese".

"La semplificazione burocratica nella procedura di gara resta la grande scommessa per il nostro Paese, da sempre caratterizzato da un importante aggravio in termini di oneri burocratici - ha concluso Portaluri - La soluzione a questi problemi è l'adozione del Documento Unico di gara europeo ovvero un'autodichiarazione preliminare del possesso dei requisiti. Si tratta di dequotare i meri vizi formali ed escludere le imprese dalle gare solo in presenza di cause ostative alla partecipazione. Riduzione degli oneri documentali, semplificazione delle procedure di verifica, maggior certezza del diritto: queste sono le chiavi per un equo e concorrenziale accesso al mercato degli appalti pubblici per le imprese. Un settore, non dimentichiamolo, che potrebbe diventare, se correttamente regolamentato, un volano per la ripresa della domanda interna e, di riflesso, di tutta l'economia del nostro Sistema Paese".

A cura di Gabriele Bivona
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