Direttive Europee Appalti e Legge sulla qualità in architettura: facciamo chiarezza

Negli ultimi giorni, dopo l'ultimo scandalo relativo all'indagine su appalti di grandi opere pubbliche, leggendo varie note di agenzia e vari comunicati stam...

27/03/2015
Negli ultimi giorni, dopo l'ultimo scandalo relativo all'indagine su appalti di grandi opere pubbliche, leggendo varie note di agenzia e vari comunicati stampa di politici e di tecnici, ho capito che si sta generando una confusione sullo stato dell'arte relativo al recepimento delle nuove direttive europee.

Tale confusione è aumentata e si è intrecciata dopo un comunicato stampa del Capogruppo del PD al Senato Luigi Zanda, il quale ha affermato "La VII Commissione del Senato ha incardinato il Ddl a prima firma Zanda - presentato sia nella scorsa che nella presente legislatura - sulla "Legge quadro sulla valorizzazione della qualità architettonica e disciplina della progettazione" che contiene la "delega al Governo per la modifica del codice degli appalti".

Il comunicato stampa di Zanda è stato pubblicato più o meno modificato in molti portali e la notizia così come riportata non ha fatto altro che generare una grande confusione non soltanto nei lettori ma anche in coloro che, utilizzandolo per propri comunicati stampa, hanno commesso l'errore di non accertare bene lo stato dell'arte relativo al recepimento delle direttive ed alla ddl sulla qualità architettonica.
Spero di riuscire a fare chiarezza.

Recepimento delle Direttive comunitarie 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE
In merito al recepimento obbligatorio delle tre direttive nei Paesi dell'Unione entro il 16 aprile 2016, il governo Renzi ha predisposto il disegno di legge S.1678 contenente la delega al Governo relativa al recepimento delle indicate direttive.

Il ddl, presentato alle camere nel mese di novembre 2014, è stato assegnato all'VIII Commissione del Senato il 4 dicembre 2014 e dopo i Pareri delle commissioni, alcuni con osservazioni ed altri con condizioni, e le audizioni delle parti interessate, nella seduta del 25 marzo ha ripreso il suo cammino verso una possibile approvazione.
Il disegno di legge delega espone soltanto alcuni principi sui quali il Governo dovrà predisporre il decreto legislativo di recepimento delle direttive europee.

Entrando nel dettaglio, i principi contenuti nell'articolo 1 sono i seguenti:
  • a) divieto di introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive;
  • b) compilazione di un unico testo normativo denominato "Codice degli appalti pubblici e delle concessioni" recante le disposizioni legislative in materia di procedure di affidamento di gestione e di esecuzione degli appalti e delle concessioni disciplinate dalle tre direttive;
  • c) razionalizzazione del quadro normativo nelle materie degli appalti pubblici e delle concessioni al fine di conseguire un maggiore livello di certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti;
  • d) semplificazione e armonizzazione delle disposizioni in materia di affidamento degli appalti pubblici e delle concessioni anche al fine di evitare il ricorso a sistemi derogatori rispetto alla disciplina ordinaria;
  • e) trasparenza e pubblicità delle procedure di gara e delle fasi ad essa prodromi che e successive anche tenendo conto della esigenza di concorrere alla lotta alla corruzione nel settore degli appalti pubblici nonché previsione di poteri di vigilanza e controllo sull'applicazione delle norme in materia di appalti pubblici, finalizzati ad evitare la corruzione ed a favorire la trasparenza;
  • f) riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti;
  • g) razionalizzazione delle procedure di spesa attraverso criteri di qualità, efficienza, professionalizzazione delle stazioni appaltanti, contenimento dei tempi e piena verificabilità dei flussi finanziari;
  • h) razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato, incentivandone l'utilizzo anche attraverso il ricorso a strumenti di carattere finanziario innovativi e specifici;
  • i) revisione del vigente sistema di qualificazione degli operatori economici in base a criteri di omogeneità e trasparenza;
  • l) razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto;
  • m) miglioramento delle condizioni dì accesso al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni per le piccole e medie imprese e per le imprese di nuova costituzione;
  • n) disciplina organica della materia delle concessioni e individuazione, in tema di procedure di affidamento, di modalità volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento richiesti dalla normativa europea;
  • o) trasparenza nella eventuale partecipazione dei portatori qualificati di interessi nell'ambito dei processi decisionali finalizzati alla programmazione e all'aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni;
  • p) previsione dell'espressa abrogazione delle disposizioni del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture anche attraverso l'individuazione di un apposito regime transitorio.

Non so in quanto tempo la Commissione arriverà ad esprimere il parere necessario per portare il provvedimento in aula ma ritengo che, dopo l'approvazione del ddl delega, i tempi per definire il decreto legislativo di recepimento e per riuscire a rispettare la scadenza del 16 aprile 2016 saranno strettissimi.

Disegno di legge sulla qualità architettonica
In riferimento al disegno di legge sulla qualità architettonica, questo è stato presentato in questa legislatura (ddl n. S.74) con primo firmatario l'attuale capogruppo del Senato Luigi Zanda.

La titolazione del ddl che è stato presentato il 15 marzo 2013 è "Legge quadro in materia di valorizzazione della qualità architettonica e disciplina della progettazione. Delega al Governo per la modifica del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163". Il provvedimento è stato, poi, assegnato alla VII Commissione del Senato in data 17 luglio 2013.

Il provvedimento, che consta di 2 Capi e 8 articoli, contiene nei primi 7 articoli relativi al Capo I le "Norme generali relative alla qualità architettonica" mentre l'ultimo articolo (8) è quello relativo al Capo II le "Disposizioni in materia di committenza pubblica".

In questo ultimo articolo viene inserita la "Delega al Governo per la modifica della disciplina degli appalti pubblici in materia di attività di progettazione e incentivazione della qualità architettonica" con la richiesta al Governo di adottare un decreto legislativo recante modifiche al codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, secondo alcuni princìpi e criteri direttivi dettagliatamente specificati nel citato articolo 8.

Il provvedimento è ancora tra i 91 provvedimenti assegnati ma dei quali non è stato ancora iniziato l'iter.

Questo lo stato dell'arte rilevabile dalle fonti ufficiale ma la cosa che mi sembra abbastanza ovvia è il fatto che il ddl relativo alla qualità architettonica, adesso, non potrà che essere "spacchettato" in quanto non è possibile ipotizzare, mentre stiamo per recepire le nuove direttive europee, che si possa parlare, ancora, di modifiche al codice dei contratti.

La relatrice del ddl Zanda Rosa Maria Di Giorgi, riferendosi all'articolo 8, ha recentemente affermato "È chiaro che quest'ultima parte interseca la delega alla riforma degli appalti che è ora all'esame della commissione Lavori pubblici. Ho già preso contatti con il relatore di quella legge Stefano Esposito per fare in modo che le due deleghe in qualche modo vengano ricomposte in un unico testo".
Leggendo, però, attentamente l'articolo 8 si comprende come norme così di dettaglio non potranno confluire mentre potranno essere eventualmente inserite nel decreto legislativo che il Governo predisporrà dopo che il Parlamento approverà il ddl delega relativo al recepimento delle tre direttive europee sugli appalti.

Spero di essere stato abbastanza esaustivo, a voi l'ultima parola.

A cura di Gianluca Oreto - -
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