Dissesto idrogeologico: squilibrio a favore del Sud dei fondi per la prevenzione di alluvioni e frane

“Se non troveremo almeno altri 3-400 milioni l'anno per il Centro-Nord corriamo il rischio di dover poi spendere molto di più per i danni”. Queste le parole ...

13/08/2015
“Se non troveremo almeno altri 3-400 milioni l'anno per il Centro-Nord corriamo il rischio di dover poi spendere molto di più per i danni”. Queste le parole di Mauro Grassi, direttore di Italiasicura la task force di Palazzo Chigi per il dissesto idrogeologico, che lo scorso mese aveva denunciato uno squilibrio a favore del Sud dei fondi per la prevenzione di alluvioni e frane, mentre ad essere più a rischio sono le regioni settentrionali.

A distanza di un mese, il direttore Grassi ha affermato che ”Se in 40 anni si fosse speso meglio e con un vero piano non staremmo ora a contare morti e danni”.

Riportiamo le risposte un’intervista a Mauro Grassi riportata sulle pagine di ItaliaSicura.

Dottor Grassi, aveva visto bene un mese fa
”Diciamo che il tema c'è ancora tutto, purtroppo. Domani (oggi per chi legge, ndr) coi ministri Galletti e Delrio presentiamo il piano contro le alluvioni nelle principali città capoluogo. Per la messa in sicurezza di città come Genova, Messina, Firenze, Padova, Milano e tante altre parte un piano da 1,3 miliardi di euro, con 600 milioni già disponibili per 170 interventi molto grossi che dovrebbero depotenziare i problemi per almeno 3-4 anni”.

Ma non ci sono solo le grandi città, come dimostra la frana in Cadere.
”È vero. Ci sono le frane e anche l'erosione delle coste, due fenomeni che spesso troviamo negli stessi territori come nel messinese, in Toscana o in Liguria”.

E ci sono fondi anche per questi fenomeni?
”Delle 7mila opere previste dal Piano nazionale contro il dissesto, ben 3.200 riguardano frane, con uno stanziamento previsto di 5,3 miliardi su 22”.

Per il futuro. Ma ora?
”Sarebbe necessario uno stralcio anche per le frane cosi come abbiamo fatto per le città capoluogo. Dobbiamo inviare i marines prima che arrivi l'esercito. Ci sono già progetti esecutivi per 1 miliardo, da fare rapidamente”.

Ma con che fondi? Un mese fa ci disse che 1'80% dei finanziamenti sono destinati al Sud.
”Sono fondi europei che per forza sono destinati a riequilibrare lo sviluppo ineguale, e quindi vanno per 1'80% al Sud. Quindi se frana il Nord, come avviene, i soldi non ci sono”.

E allora?
”Lo ripeto, è necessario un piano stralcio trovando un finanziamento nella Legge di stabilità. Ne ho già parlato coi ministri Galletti e Delrio e con la Ragioneria dello Stato”.

Per intervenire dove?
”Scegliendo le aree a maggiori rischio e, tra queste, quelle dove le opere sono più rapidamente cantìerabili. Alle volte bastano piccoli interventi, ma bisogna farli e in fretta”.

Anche per le frane non si spendono i soldi stanziati?
”Anche per le frane ci sono ritardi e fondi ancora da spendere da anni. Stiamo completando il monitoraggio e a settembre potremo fare il punto. Dai primi dati raccolti mi risulta che anche in Cadore, malgrado gli investimenti, non tutte le opere siano state realizzate”.

Cosa altro serve per migliorare la situazione?
”Servirebbe un Piano nazionale permanente, dove inserire, annualmente, nuovi fondi. Per evitare quelle richieste clientelari che non hanno certo aiutato la vera prevenzione”.
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