Legge di Stabilità per il 2016, Architetti: accesso a FSE primo passo per equiparazione con PMI

L'approvazione al Senato del maxiemendamento sostitutivo della legge di stabilità 2016 ha portato in eredità ai liberi professionisti un emendamento che non ...

25/11/2015
L'approvazione al Senato del maxiemendamento sostitutivo della legge di stabilità 2016 ha portato in eredità ai liberi professionisti un emendamento che non è certamente passato inosservato e che, se dovesse essere confermato, dovrebbe definitivamente equiparare i professionisti alle piccole e medie imprese, dando loro accesso ai Fondi Sociali Europei.

Il comma 474 del maxiemendamento adeguerebbe il Paese alle indicazioni della Raccomandazione 2003/361/CE del 6 maggio 2003 relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese e al Regolamento UE 17 dicembre 2013, n. 1303 sui Fondi Europei, prevedendo l'estensione anche ai liberi professionisti ai Piani operativi POR e PON del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), rientranti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2014/2020.

Pronto è arrivato il comunicato stampa del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC che ha commentato positivamente la scelta del Governo. "L'accesso ai FSE, fondi strutturali europei, che finalmente la Legge di Stabilità 2016 ha riconosciuto ai liberi professionisti, è effettivamente un traguardo importante, ma deve essere anche il primo passo per una piena equiparazione delle Professioni alle PMI. Ci auguriamo che a partire da questa norma Governo e Parlamento si adoperino per rimuovere tutti gli ostacoli che ancora impediscono ai professionisti di accedere alle opportunità e agli incentivi che possono favorire lo sviluppo degli studi professionali".

Lo stesso leader del CNAPPC ha commentato ammettendo che "serve, ora più che mai, sprigionare le potenzialità dell'economia italiana per investire nell'economia della conoscenza e della competenza. Si potrà farlo rimuovendo la discriminazione nei confronti dei professionisti italiani che ha la sua origine nel considerare le professioni intellettuali altra cosa rispetto alle forze economiche del Paese, quasi fossero estranee alle necessità di investimenti per favorire lo sviluppo".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it
     
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