Allarme Geologia in Italia

Si è insediato da meno di un mese ma ha già le idee molto chiare sulle difficoltà che incontrerà nel corso del suo mandato. Dopo le prime dichiarazioni di ri...

28/12/2015
Si è insediato da meno di un mese ma ha già le idee molto chiare sulle difficoltà che incontrerà nel corso del suo mandato. Dopo le prime dichiarazioni di rito (leggi articolo), il neo Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Francesco Peduto ha denunciato quella che per chi segue i rapporti tra le professioni tecniche e la politica italiana non è assolutamente una novità, ovvero la scarsa attenzione verso uno dei temi principali che interessa il nostro Paese: lo studio della geologia e delle geoscienze.

”Attenzione - la denuncia del Presidente Peduto - La proposta di legge di Mariani e Ghizzoni per salvare la geologia, sta morendo al Senato!! E’ più che un rischio che si dissolvano tutti i Dipartimenti di Scienze della Terra dove si preparano i geologi del futuro e quindi l’Italia non avrà più geologi!! Entro il 23 Dicembre il Senato dovrà approvare la Legge di Stabilità: che si faccia uno sforzo e si approvi la proposta di legge per le Geoscienze italiane!! E’ il geologo il medico della Terra”.

“Qualche mese fa avevamo gridato vittoria - ha continuato il nuovo leader dei geologi italiani - ed invece la proposta di legge n. 1533 a firma delle deputate Raffaella Mariani e Manuela Ghizzoni che avrebbe salvato la geologia italiana non è ancora legge ma è ferma con semaforo rosso al Senato. I senatori hanno a cuore il bene di un Paese costretto a spendere più di 200 MLD di euro per le emergenze, a piangere migliaia di vittime a causa del dissesto idrogeologico o di terremoti che negli ultimi decenni non hanno neanche superato i 6.0 gradi della Richter? Ed invece stiamo di nuovo a denunciare la nostra lenta agonia che condurrà alla triste fine della geologia italiana”.

“La proposta delle Onorevoli Mariani e Ghizzoni ha iniziato il suo lento iter parlamentare nell’era Lettaha proseguito Pedutoma ad oggi, nell’era Renzi, tale proposta che eviterebbe la chiusura nei prossimi anni di tutti i Dipartimenti di Scienze della Terra è incredibilmente ferma da mesi al Senato e rischia di andare oltre i termini stabiliti per la sua definitiva approvazione. La sciagurata Riforma Gelmini ha causato in questi anni la morte di 26 Dipartimenti di Scienze della Terra passati in Italia da 34 ad 8. Il caso più eclatante, ma non è il solo, è quello dell’Emilia-Romagna, regione con grandissimi problemi geologici e con quattro Università, in nessuna delle quali è sopravvissuto un Dipartimento di Scienze della Terra. Nell’Università più antica del mondo di Bologna, dove nel 1603 Ulisse Aldovrandi coniò il termine “geologia”, oggi non esiste più un dipartimento esclusivamente dedicato allo studio del territorio. A fronte di un aumento della sensibilità dell’opinione pubblica e addirittura in alcuni casi anche delle immatricolazioni universitarie, infatti la geologia è tra le poche materie che in questi anni ha fatto registrare un aumento delle iscrizioni, in Italia si chiudono i Dipartimenti. Oramai in alcune Università siamo stati accorpati a discipline che non hanno alcun legame con la geologia e la stessa parola geologia è completamente scomparsa. Negli ultimi 15 anni i geologi nelle Università italiane sono diminuiti di oltre il 25%. Invece noi possiamo fare PIL e creare un’Italia moderna, un Paese dove non si possa avere paura di un terremoto, un’Italia che possa utilizzare la ricchezza geologica, dove i vulcani possano essere visti come risorsa turistica e magari energetica, dove il territorio sia occasione di benessere e sviluppo. Un Paese moderno sarà possibile averlo solo con la prevenzione dai georischi e la prevenzione possono attuarla sicuramente i geologi. La parola geologo deriva dal greco ?e’?logo, studioso della geologia e geologia ancora dal greco ?eolo’?ia, che significa scienza che studia l’origine, la costituzione, la struttura e la storia della Terra e degli organismi che la popolarono. Dunque è il geologo il vero studioso del territorio e di tutto quanto abbia a che fare con il Pianeta Terra. E’ il geologo che può parlare ed organizzare la prevenzione nel campo dei georischi ed è il geologo quella figura professionale di cui l’Italia ha bisogno per ridiventare un Paese moderno dove i fondi magari potrebbero essere usati per creare scuole sicure, per rilanciare le imprese, ed invece siamo costretti come sempre accade a spendere tantissimo sulle emergenze”.

Secondo il Consiglio Nazionale dei Geologi, la proposta di Legge n. 1533 salverebbe la Geologia Italiana vera eccellenza internazionale. ”Da sempre siamo stati apprezzati nel mondo. E’ in Italia che è nato il primo Osservatorio di Monitoraggio dei Vulcaniha concluso Pedutoed è sempre dai geologi italiani che sono stati condotti alcuni dei più importanti studi di ricerca nel campo dei fenomeni della Terra dello sviluppo delle risorse con riflessi positivi sulla qualità della vita di ogni giorno. Oggi i geologi italiani, rappresentano l’eccellenza del Paese purtroppo soprattutto all’estero e sono molto corteggiati anche dalle grandi multinazionali straniere in punti strategici del Pianeta. La proposta di legge delle deputate Mariani e Ghizzoni impedirebbe la chiusura dei Dipartimenti di Scienze della Terra, luoghi dove il geologo nasce e cresce, salverebbe la Geologia e salverebbe l’Italia da uno dei più grandi disastri sociali. Non è assolutamente vero che tale proposta causerebbe un aggravio per le casse dello Stato ma è invece assolutamente vero che sarebbe una proposta per la gente, quella gente costretta a piangere vittime, a perdere case, imprese, negozi, lavoro perché in Italia non c’è prevenzione ed i geologi non sono ascoltati. Facciamoci una domanda e diamoci la risposta: quanto ci costa la mancata prevenzione? Noi geologi la risposta l’abbiamo già. La mancata prevenzione ci costa perdite di vite umane, di posti di lavoro e di tante risorse economiche. Ricordiamoci che siamo solo ospiti di un organismo vivente: il Pianeta Terra ed il suo medico è il geologo”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it
     
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