BIM: l'ANCE chiede gradualità e formazione

"Non legare l'utilizzo del BIM ad una determinata tipologia di opera o ad un valore dell'appalto ma alla capacità della committenza di attivare processi basa...

27/09/2016

"Non legare l'utilizzo del BIM ad una determinata tipologia di opera o ad un valore dell'appalto ma alla capacità della committenza di attivare processi basati sull'ICT".

È questa una delle richieste che una delegazione dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), guidata dal Vice Presidente Gianluigi Coghi, ha fatto al Ministro delle infrastrutture durante l'audizione sulle modalità e ai tempi per la progressiva introduzione dei metodi e strumenti elettronici, quali quelli di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture, negli appalti pubblici.

Pur ritenendo necessario che la filiera delle costruzioni si adegui alle moderne metodologie di progettazione, costruzione e gestione di infrastrutture ed edifici, in particolare quelle legate alla digitalizzazione dei processi, l'Ance ha sottolineato come il settore delle costruzioni del nostro Paese sia caratterizzato da una elevata frammentazione di piccole e medie imprese con la conseguenza che vi è stato un ritardo nell'adozione delle moderne applicazioni legate alla digitalizzazione/uso dell'ICT (Information & Communication Technology).

Ritenendo fondamentali le nuove metodologie e ritenendo che la loro applicazione richieda un particolare impegno, un importante cambio di approccio, in termini culturali, da parte di tutti i soggetti coinvolti, con una evoluzione in termini di conoscenza e competenza, l'Ance ha chiesto al Ministro Delrio di non definire vincoli o date definite per la loro attuazione ma una sperimentazione supportata da modalità standardizzate di attuazione.

"Per favorire l'utilizzo di tali metodi e strumenti nel processo costruttivo - ha sottolineato il Vice Presidente Gianluigi Coghi - bisogna tenere presente la realtà del settore delle costruzioni e della sua filiera, caratterizzata da una elevata frammentazione di piccole e medie imprese con oltre 70 branche produttive, anch'esse di piccola e media entità (stazioni appaltanti, studi di progettazione, produttori e fornitori di materiali, etc.)".

Lo stesso Codice degli appalti fornisce una indicazione in tal senso, non limitando la possibilità di richiedere nei bandi metodologie digitali da parte delle stazioni appaltanti, ma consentendolo solo a quelle stazioni dotate di personale qualificato, ovvero in grado di gestire un processo digitalizzato.

Ai fini di una strategia per la digitalizzazione del settore, il Vice Presidente ha evidenziato tre aspetti chiave:

  • la gradualità e l'uniformità nell'applicazione della metodologia,
  • il monitoraggio, da parte del Ministero, delle stazioni appaltanti che applicano volontariamente l'ICT nei bandi,
  • la formazione necessaria alla diffusione della conoscenza della materia da parte dei soggetti coinvolti.

L'importanza di gradualità e uniformità di standard e azione di monitoraggio

L'Ance ha proposto di indicare alle stazioni appaltanti l'introduzione per step successivi dei loro obiettivi/usi di gestione digitale, ad esempio iniziando con la gestione digitale degli elaborati grafici generati dai modelli informativi (i vecchi elaborati grafici), della parte economica (i computi metrici), per poi aggiungere altri obiettivi (ad esempio sicurezza, layout di cantiere, manutenzione, etc.), secondo standard definiti dal Ministero anche sulla base delle norme Uni in via di approvazione.

L'Ance ha sottolineato che un approccio graduale è già utilizzato in altri paesi europei come Gran Bretagna e Germania, che hanno anche previsto adeguate risorse economiche per favorire la transizione digitale, con attenzione alla formazione degli operatori.

Altro criterio di gradualità proposto da Ance riguarda la dimensione del progetto: iniziando con progetti di medie/grandi dimensioni che sicuramente impegneranno le organizzazioni più strutturate ma che creerà l'effetto “traino” per quelle che fungono da sub fornitori.

In riferimento all'azione di monitoraggio dei bandi di gara, nei quali volontariamente è previsto il processo digitale, il Ministero dovrebbe considerarne i contenuti e lo sviluppo dell'appalto per trarre informazioni utili in termini di raccomandazioni / linee guida da fornire alle stazioni appaltanti e in tal modo suggerire perfezionamenti e prevenire errori nei successivi bandi.

L'importanza della formazione per una adeguata diffusione dei nuovi metodi e strumenti

Ance ha sottolineato che per un'adeguata transizione alla nuova era digitale, è necessaria una strategia formativa con tempi e modalità del percorso ben delineati per contenuti, tempi e metodi, non sottovalutando l'importanza di parlare tutti una stessa lingua (glossario di termini e definizioni). Da questo punto di vista un valido punto di riferimento potrà essere il quadro di norme a sostegno della gestione digitale dei processi informativi che Uni sta definendo con la norma 11337, le norme Iso esistenti e quelle in elaborazione in ambito Cen.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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