Ricostruzione post sisma, le proposte del CNI rappresentano tutti gli ingegneri italiani?

Proprio mentre rileggevo alcuni dei commenti all'articolo "Consiglio Nazionale Ingegneri, spese e rappresentanza: presentata interrogazione parlamentare", ch...

04/10/2016

Proprio mentre rileggevo alcuni dei commenti all'articolo "Consiglio Nazionale Ingegneri, spese e rappresentanza: presentata interrogazione parlamentare", che hanno evidenziato una evidente scollatura tra i vertici e la base, ricevo il comunicato stampa dello stesso Consiglio Nazionale dal titolo "Gli ingegneri italiani illustrano al commissario Errani le loro proposte per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma" che lanciano in me sentimenti contrastanti su questo potere di rappresentanza che, pur non essendo previsto dalla legge, Ordini e Consigli Nazionali si sono presi di diritto.

Il comunicato parla di una delegazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che è stata ricevuta a Palazzo Chigi da Vasco Errani, Commissario Straordinario per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. L'incontro è servito al CNI per presentare un documento con quelle che sono state definite le proposte e le strategie degli ingegneri italiani per la ricostruzione post sisma.

"Ringraziamo il Commissario Errani per la disponibilità e l'interesse dimostrato nei confronti delle nostre proposte - l'attuale Presidente del CNI Armando Zambrano - Nel corso dell'incontro abbiamo avuto modo di soffermarci sulle parole chiave che, a nostro avviso, dovranno essere alla base dell'opera di ricostruzione: trasparenza, legalità, semplificazione, efficienza, qualità e sicurezza. Inoltre, ci siamo posti come obiettivo quello di definire una regia unica del CNI per la ricostruzione che agisca come interfaccia diretta della Strutture del Commissario Errani".

Come indicato nel comunicato: "Tra gli altri obiettivi del CNI c'è il coordinamento tra le esperienze dei più recenti eventi sismici, in modo da evidenziare aspetti positivi e punti critici, per poi arrivare all'elaborazione di un modello codificato che possa valere per questa emergenza così come per quelle future. Gli ingegneri italiani, inoltre, individuano nella ricostruzione l'opportunità per migliorare il sistema di conoscenza degli edifici e incrementare il livello di sicurezza sismica, oltre che l'occasione per una riqualificazione edilizia e strutturale. Senza dimenticare il fine più immediato, ossia il rientro alla migliore condizione di normalità per le popolazioni e i territori colpiti dal sisma".

Riservandomi il diritto di leggere questo documento per commentarlo nel merito, mi chiedo come sia stato possibile che un Consiglio Nazionale sia arrivato ad una proposta di ricostruzione presentandola a nome di tutti gli ingegneri italiani. Pur riconoscendo gli evidenti meriti di un organismo che è riuscito a farsi audire in Parlamento sui temi più disparati, credo che la materia della ricostruzione post sisma possa essere affrontata sotto diversi aspetti, presentando tecniche e strategie notevolmente differenti. Nella stessa categoria degli ingegneri strutturisti, penso esistano professionisti che privilegiano alcune tecniche piuttosto che altre o che magari privilegino alcuni modelli di azione anziché altri. Per far capire, proprio ieri abbiamo pubblicato su queste pagine un articolo scritto da Andrea Barocci, Ingegnere strutturista, che era in disaccordo con l'idea di ricostruzione presentata da Renzo Piano, Architetto e Senatore (leggi articolo).

Mi chiedo, dunque, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri con chi si è confrontato per produrre questo documento?E' stato creato il solito "Gruppo di lavoro" formato da professionisti dei vari Ordini provinciali?Il documento è stato sottoposto all'approvazione degli iscritti?

La domanda non è banale perché se si vuole davvero rappresentare qualcuno è necessario farlo con tutti i riferimenti di legge al posto giusto o, quanto meno, rispettando il pensiero della maggior parte dei professionisti rappresentati.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

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