Legambiente: L’A Bi Ci della Ciclabilità

C’è un’Italia che pedala. In 20 città performance di ciclabilità di livello europeo   Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso capitali della bici, almeno un quart...

09/05/2017

C’è un’Italia che pedala. In 20 città performance di ciclabilità di livello europeo   Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso capitali della bici, almeno un quarto degli abitanti in bici tutti i giorni e intanto il bike sharing finisce nel paniere Istat. Ma le grandi città arrancano  

Gli italiani sono prontissimi a pedalare appena si creano le condizioni per farlo. Nonostante la sensazione diffusa che l’Italia che si sposta in bici arranchi in coda al gruppo delle nazioni settentrionali della UE, 20 comuni capoluogo vantano performance di ciclabilità di livello europeo: a Pesaro, Bolzano, Ferrara e Treviso almeno un quarto della popolazione si sposta a pedali. In altre cinque città il 20% degli spostamenti è soddisfatto dalle bici e in 11 la percentuale di ciclisti è superiore alla soglia del 10%. Accanto a grandi aree urbane, da Bari a Torino, dove la mobilità non motorizzata fatica ad affermarsi, in tante realtà il numero dei frequent bikers è in costante crescita grazie all’azione dell’amministrazione locale o spontaneamente.

Il raffronto con la situazione europea è per certi versi sorprendente. Anche se è vero che l’Italia nel complesso esce male ed è innegabile la distanza che separa le nostre grandi città (Torino, Roma e Bari ad esempio) da alcuni grandi centri urbani europei (come Amsterdam, Berlino, Copenaghen), è assai significativo che Bolzano, Pesaro e Ferrara compaiano nella classifica delle 20 città europee che hanno la maggior percentuale di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti.

E’ quanto emerge da l’A Bi Ci della Ciclabilità, ricerca sull’uso della bici nelle città italiane capoluogo di provincia realizzata da Legambiente in collaborazione con Rete Mobilità Nuova e presentata oggi a Roma, alla vigilia di VeloLove, il festival nazionale del ciclismo urbano dal 1 maggio al 7 giugno. L’incontro ha visto la partecipazione del Sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo, del responsabile aree urbane di Legambiente Alberto Fiorillo, della responsabile Unità Ambiente Urbano e Paesaggio di Istat, Alessandra Ferrara.

L’impressione generale che si ricava da l’A Bi Ci della Ciclabilità è che in molte città sia bici boom e che l’uso delle due ruote nei giorni feriali stia raggiungendo livelli davvero interessanti. Almeno un quinto degli abitanti di Ravenna, Rimini, Piacenza, Sondrio e Venezia-Mestre preferisce ormai stabilmente questo stile di mobilità e anche a Pordenone, Biella, Pavia, Reggio Emilia, Novara, Padova, Pisa, Cremona la percentuale di domanda di mobilità soddisfatta dalle bici è estremamente positiva. 

L’A Bi Ci della Ciclabilità è stato realizzato attraverso un questionario inviato a tutti i Comuni capoluogo di provincia. I numeri raccolti sono dunque tutti autocertificati dai Comuni.

In primo luogo è stato chiesto di indicare il modal share del proprio territorio, ossia il tipo di veicolo (auto, moto/scooter, trasporto pubblico, bici, piedi) utilizzato dagli abitanti per gli spostamenti sistematici all’interno del centro urbano. Questo è probabilmente il miglior indicatore per determinare la qualità della mobilità su scala urbana e l’elemento che consente a Legambiente di dare giudizi positivi sui Comuni citati. E’ anche, purtroppo, il parametro su cui i Comuni hanno fornito il minor numero di informazioni: solo 50 città capoluogo (sulle 104 interpellate) hanno dati aggiornati e confrontabili tra loro.

Un altro indice è relativo ai “metri equivalenti” di percorsi ciclabili. Reggio Emilia registra il valore più alto con 39,03 m_eq/100 ab, mentre sei città (Caltanissetta, Enna, Isernia, Potenza, Reggio Calabria, Siracusa) non segnalano nessun tipo di infrastruttura dedicata alla ciclabilità. La media, per i capoluoghi italiani esaminati, è di 7,04 m_eq/100 ab di infrastrutture ciclabili. Troppo poco. L’estensione media delle isole pedonali presenti nei comuni italiani rimane invariata rispetto agli scorsi anni attestandosi a 0,36 m2 per abitante. Ma l’estensione dei percorsi ciclabili e, più in generale, di tutte le misure infrastrutturali a supporto della ciclabilità forniscono solo una prima indicazione di tipo quantitativo che non può “misurare” altre caratteristiche come il grado di sicurezza, la funzionalità e la distribuzione all’interno della città.

In allegato l’A Bi Ci della Ciclabilità.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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