Dissesto Idrogeologico: necessaria la riorganizzazione del processo per il contrasto del fenomeno

L'Italia trema, si allaga e ogni volta perde pezzi. Dal 2000 ad oggi sono 190 le vittime per alluvioni e inondazioni, e 705 quelle da terremoto. Senza consid...

27/09/2017

L'Italia trema, si allaga e ogni volta perde pezzi. Dal 2000 ad oggi sono 190 le vittime per alluvioni e inondazioni, e 705 quelle da terremoto. Senza considerare altri rischi idrogeologici in Italia negli ultimi 17 anni sono morte 895 persone.

Nonostante questi numeri, sembrerebbe che a fronte delle rilevanti risorse stanziate per il contrasto al dissesto idrogeologico dell'ultima legislatura, persistano problematiche procedurali che impediscono l'aggiudicazione delle gare di appalto, l'inizio dei lavori e quindi la spesa dei fondi. Ad evidenziarlo è stata l'interrogazione a risposta scritta 4-17890 presentata da Salvatore Matarrese il 21 settembre 2017, che ha evidenziato come il 94% dei 9.230 progetti facenti parte del piano antidissesto siano "non cantierabili".

Appare utile ricordare che nelle procedure di finanziamento di opere pubbliche o cofinanziate con risorse della Comunità europea una delle condizioni quasi sempre richiesta per la presentazione dell'istanza è la cosiddetta cantierabilità dell’opera, ovvero quello stato che garantisce l'effettiva possibilità di procedere in tempi brevi all'espletamento della gara per l'esecuzione dei lavori. Il concetto di cantierabilità sta ad indicare, dunque, lo stato di un'opera per la quale sono già state individuate tempi, risorse e autorizzazioni, sono state risolte tutte le problematiche di natura progettuale e non esistono cause ostative all'avvio dei lavori (di qualsiasi natura).

Secondo l'interrogazione del deputato Matarrese "il processo che dovrebbe consentire l'esecuzione dei lavori in tutto il Paese sembrerebbe chiuso in un circolo vizioso: da un lato, si rileva l'incapacità degli enti locali a dotarsi di progetti idonei a consentire la spesa delle risorse stanziate, dall'altro, le stazioni appaltanti pare non possano affidare progettazioni esecutive di opere se queste non risultano debitamente finanziate. Inoltre, gli enti locali lamentano iter procedurali troppo complessi e stringenti che impediscono l'utilizzo dei fondi stanziati".

Nessun risultato apprezzabile nell'avanzamento delle progettualità, nemmeno a seguito dell'istituzione del "Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico" che il Governo ha reso disponibile nel 2015 per favorire l'efficace avanzamento dello stato progettuale relativo alle opere di mitigazione del rischio idrogeologico e per renderle immediatamente cantierabili.

L'interrogazione fa l'esempio della Puglia (ma potrebbero essere prese in considerazione molte altre Regioni) in cui la difficoltà degli enti locali di elaborare i progetti si unisce alle lungaggini burocratiche che complicano ancor di più la loro definizione. I 100 milioni di euro stanziati dalla Regione nell'ambito del "Patto per il Sud", potrebbero essere persi perché i comuni pugliesi non sono in grado di predisporre i progetti da mandare in gara. Affinché la progettazione esecutiva sia finanziata, infatti, le proposte "...devono essere inserite nel Registro nazionale per la difesa del suolo, sottoposte ad una fase di istruttoria dell'Autorità di distretto, poi a quella amministrativa del Ministero dell'Ambiente, quindi a quella dell'appaltistica e della cantierabilità della struttura di missione della Presidenza del Consiglio dei ministri e poi a quella dell'ISPRA...".

Come indicato nell'interrogazione "le difficoltà che devono affrontare gli enti locali nell'ambito della definizione dei loro progetti non risultano compatibili con i tempi entro i quali è possibile acquisire i fondi disponibili; si tratta di tempi che appaiono insufficienti: nel caso dei Patti per il Sud per la Puglia, infatti, hanno un limite fissato al 31 dicembre 2019 per l'assunzione degli impegni giuridicamente vincolanti".

Con tali motivazioni, è stato richiesto al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare se non sia necessario adottarere iniziative di competenza, anche normative, volte a definire una riorganizzazione complessiva dell'intero processo amministrativo che disciplina l'accesso alle risorse stanziate per il contrasto al fenomeno del dissesto idrogeologico al fine di garantirne lo snellimento, la semplificazione ed il miglioramento della funzionalità, nonché al fine di contribuire ulteriormente all'accelerazione delle procedure necessarie alla cantierizzazione dei progetti, considerato che resta fermo l'obbligo per gli enti locali di dotarsi di progetti idonei allo scopo e conformi alle disposizioni di legge.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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