Ecobonus:un Testo unico con nuovi limiti di spesa per tipologia di intervento

“A fronte della lettura della bozza in via di definizione da parte del MISE, MEF e MIT e Ministero dell’Ambiente ci siamo purtroppo resi conto di quanto le i...

27/07/2018

A fronte della lettura della bozza in via di definizione da parte del MISE, MEF e MIT e Ministero dell’Ambiente ci siamo purtroppo resi conto di quanto le istituzioni siano distaccate dalla realtà imprenditoriale, sociale e ambientale del nostro Paese. Il contenuto del decreto che potrebbe essere varato rappresenta infatti un danno irreparabile per la nostra economia e pone l’Italia in pieno contrasto con le strategie e le politiche concordate a livello europeo. Il nostro non è un grido d’allarme, ma un profondo invito alle istituzioni affinché rivedano quanto stanno per emanare”.

Sono queste le parole di Manuel Castoldi, Presidente di Rete IRENE, a cui non è affatto piaciuta l'ultima bozza di decreto interministeriale (MiSE, MEF, MiATTM e MIT) per la definizione dei requisiti tecnici che devono soddisfare gli interventi che beneficiano delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, ai sensi dell'art. 1, commi da 344 a 349 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (c.d. Finanziaria per il 2007).

In decreto ha l'obiettivo di aggiornare i requisiti tecnici minimi per le tecnologie che accedono al beneficio delle detrazioni (c.d. ecobonus), previste dalla Finanziaria per il 2007 e che negli ultimi 10 anni hanno subito più e più modifiche/proroghe, nonché la loro definizione nel caso dei nuovi interventi introdotti.

Requisiti che risalgono al 2007/2008 e il cui mancato aggiornamento, oltre a comportare un disallineamento rispetto alle nuove regole introdotte con i decreti ministeriali del 2015 in materia di prestazione energetica degli edifici (D.M. 26 giugno 2015), ha generato difficoltà riscontrate da tecnici e cittadini dovute alla mancanza di chiarezza nella definizione dei requisiti di accesso alle detrazioni fiscali per le tecnologie ammesse all'agevolazione. Conseguenza sono stati i parecchi ricorsi all'Agenzia delle Entrate.

Coerentemente con quanto previsto dalla Legge di stabilità per il 2018, il nuovo decreto (ancora in bozza) introduce anche massimali unitari di spesa per ogni singola tipologia di intervento e ha l'obiettivo di aggiornare e semplificare gli adempimenti previsti adeguandoli alle novità normative intercorse negli ultimi anni e rendendo il quadro più chiaro ai beneficiari e agli operatori. Il decreto prevede che i nuovi requisiti entrino in vigore 90 giorni dopo la pubblicazione e che si applichino esclusivamente agli interventi la cui data di inizio lavori sia successiva all'entrata in vigore del decreto stesso.

Il nuovo testo contiene una serie di aspetti positivi, come uno stimolo maggiore a favore degli interventi di riqualificazione integrata che coinvolgano l’involucro e gli impianti, o la precisazione che tutti i soggetti IRES possono accedere agli incentivi per ogni tipo di immobile anche se non direttamente detenuto” afferma Virginio Trivella – Coordinatore del comitato tecnico scientifico di Rete IRENE. “A fronte di questi aspetti positivi, però, i nuovi massimali specifici per categoria di intervento, che si affiancano ai massimali complessivi, sono fissati a livelli del tutto incompatibili con i reali costi che devono essere sostenuti per il compimento delle opere. Le nostre stime mostrano che, a fronte di detrazioni nominali del 70% per interventi condominiali, l’applicazione dei nuovi limiti di spesa condurrebbe alla fruizione effettiva di detrazioni difficilmente superiori al 35-40% del costo degli interventi, che si ridurrebbero ulteriormente computando anche gli oneri finanziari in caso di cessione dei crediti fiscali e di indebitamento per l’anticipazione della quota non coperta dagli incentivi (che a sua volta risulterebbe di gran lunga superiore a quella nominale del 30%)”.

Secondo Rete IRENE "A queste condizioni, l’efficacia dell’ecobonus subirebbe una gravissima menomazione e risulterebbe compromesso l’obiettivo di indurre la diffusione su larga scala delle attività di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e la possibilità di centrare uno degli obiettivi principali della Strategia energetica nazionale, oltre che un punto importante del Contratto per il Governo del Cambiamento".

In allegato le criticità evidenziate da Rete IRENE.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

© Riproduzione riservata