Codice dei contratti: Sulla Consip una diversa valutazione della Corte dei Conti e di Raffaele Cantone

La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha, recentemente, pubblicato una relazione su “La ges...

31/07/2018

La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha, recentemente, pubblicato una relazione su “La gestione degli acquisti di beni e servizi da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e di quello della salute per il periodo 2013-2016

Nella relazione si legge come sia rilevante il numero delle strutture che gestiscono gli acquisti, risultando necessaria un’attività volta alla riduzione di esse, al fine di rendere il sistema più efficiente ed economico. Il ricorso alle procedure aperte e ristrette, anche per i contratti sopra soglia, è stato minimo.

Nella relazione c’è, poi, un intero capitolo (precisamente il IV) dedicato a “Le disfunzioni del sistema Consip” in cui si legge, tra l’altro che “La soddisfazione per i servizi offerti da Consip, che, peraltro, non ha risposto alle numerose obiezioni rivolte alla sua attività, è modesta. Le criticità più significative riguardano:

  • la violazione delle condizioni di contratto, attribuibile alle mancate verifiche da parte di Consip sulle imprese affidatarie;
  • la lentezza del sistema e i lunghi tempi di attesa;
  • la non competitività dei prezzi rispetto al mercato;
  • le complesse modalità di gestione;
  • le difficoltà per accedere ai servizi di riparazione o sostituzione dei prodotti;
  • l’impossibilità di visionare i beni prima dell’acquisto;
  • l’eccessivo limite minimo di spesa;                                                                 
  • l’assenza di alcuni prodotti;
  • la poco intellegibile documentazione per l’accesso alla convenzione

Nella relazione si legge anche che “L’entrata in vigore, nel 2016, del codice degli appalti non ha inciso sull’attualità delle problematiche riscontrate, in quanto sia la vecchia che la nuova normativa si ispirano agli stessi principi sulla cui attuazione è chiamata a esprimersi l’organo di controllo

Diverso il pensiero del Presidente dell’ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione) Raffaele Cantone che nel corso dell'audizione del 30 luglio 2018 in 8a Commissione (Commissione Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato, ha detto testualmente “L’idea delle grandi centrali di committenza i cui rischi non abbiamo mai messo in secondo piano perché è evidente che creano pericolosi monopoli sia, però, una scelta in linea con un codice degli appalti che funziona. Centrali di committenza regionali e la CONSIP, rappresentano soprattutto sul piano dei servizi e forniture degli strumenti fondamentali per ottenere una spesa che sia efficiente e soprattutto veloce. Per esempio il funzionamento del MEPA ha cambiato l’approccio delle stazioni appaltanti per quanto riguarda i piccoli acquisti e questo è un meccanismo che a nostro modo di vedere deve essere incentivato e che dovrebbe restare come elemento centrale di qualunque sistema di appalti pubblici”.

Sembra, proprio, che non ci sia sulla CONSIP completa sintonia tra il pensiero della Corte dei Conti e quello di Raffaele Cantone. Chi ha ragione?

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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