Centrale Unica di Progettazione, Armando Zambrano (CNI): 'No alla centrale di progettazione, Si alla centrale di programmazione'

Sarebbe dovuto approdare in Gazzetta entro il 30 gennaio 2019 e benché se ne continui ancora a parlare e circolino le prime bozze, dell'approvazione del D.P....

06/03/2019

Sarebbe dovuto approdare in Gazzetta entro il 30 gennaio 2019 e benché se ne continui ancora a parlare e circolino le prime bozze, dell'approvazione del D.P.C.M. relativo alla centrale unica di progettazione prevista dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145 (c.d. legge di Bilancio 2019) ancora non si sa nulla o poco.

Le ultime notizie risalgono a qualche giorno fa quando il Viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, a margine del convegno dal titolo 'Verso il festival del lavoro 2019' ha dichiarato: "C'è un tema grosso. Io non credo che una centrale unica a livello governativo possa risolvere tutti i problemi ma dobbiamo dirci che bisogna ripensare a come consentire ai livelli territoriali di avere centrali che funzionano. Il tema vero è che molte province depauperate non sono in grado di fare opere, ci sono regioni che sono autonome e altre no e abbiamo un'Italia a 2 velocità".

Un'affermazione che lascerebbe un ampio margine di manovra in merito al D.P.C.M. e sulla quale è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, che, intervenendo al Festival del Lavoro organizzato dal Consiglio dei Consulenti del Lavoro, ha parlato di alcuni temi di grande interesse per il mondo delle professioni, tra i quali il codice dei contratti e proprio la centrale unica di progettazione.

In riferimento al Codice Zambrano ha affermato "Quello del codice degli appalti è un tema ricorrente sono anni che se ne parla, si fanno riforme e controriforme. È una specie di elastico in cui si passa da norme restrittive a norme di liberalizzazione eccessive e poi si torna a norme restrittive, in base agli umori politici del momento. Credo che oggi finalmente il dibattito stia prendendo la linea giusta: cambiare il codice per certi aspetti, ma più che il codice tutto quelle norme affastellate, provvedimenti e soft tool che si sono aggiunti al mostro giuridico di 300 articoli. Come fare?".

La proposta

Da qui ha avanzato la proposta di mantenere il principio cardine del Codice: la centralità della progettazione. "Il principio che va mantenuto è quello che il vecchio codice aveva affermato, ossia la centralità della progettazione che per noi è un mantra, un obiettivo fondamentale, che spesso finisce per essere perso di vista da chi scrive le norme. Centralità della progettazione significa che, per fare un’opera pubblica di qualità nei tempi e nei costi previsti, il progetto deve essere fatto bene, il che comporta tutta una serie di necessità. Fare una programmazione è importantissimo perché distribuire i fondi in funzione delle opere è una cosa complessa. che prevede anche una strategia che riguarda il Paese, un’organizzazione complessiva fondamentale. Poi si tratta di affidare il progetto a chi lo sa fare. C’è bisogno di interdisciplinarietà garantita da gruppi professionali con decine di professionisti che spaziano dallo strutturista, al geologo, all’agronomo, all’architetto e così via. Un mondo di professionalità e competenze che va messo insieme".

Zambrano ha concluso il suo intervento parlando della centrale unica di progettazione. "Detto questo, la norma ovviamente va semplificata, sburocratizzata. Noi abbiamo vissuto 130 anni con la legge sui lavori pubblici del 1865. Non sogno un ritorno al passato, ma quella norma ha funzionato bene per tutto quel tempo perché basata su regole semplici e chiare. Probabilmente ad essa mancava solamente una prescrizione più forte per le varianti che sono la rovina di questo Paese. Serve quindi una semplificazione delle norme, da affiancare alla centralità della progettazione e ad una programmazione adeguata. Per questo motivo la norma che è venuta fuori dalla Finanziaria sulla centrale di progettazione ci ha molto preoccupato come categorie tecniche, proprio perché pensare che lo Stato possa supplire a tanti professionisti, tante strutture, tante stazioni appaltanti, anche fatte e ben motivate, con un’unica centrale che possa redigere progetti per tutto il Paese ci sembra un’assurdità. Sarebbe molto diverso se, invece di centrale di progettazione, parlassimo di centrale di programmazione. E’ lì che veramente c’è la necessità di utilizzare risorse anche in prospettiva”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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